I rumors capitolini raccontano di un Pd sempre più in fermento. La corsa alle regionali inizia a farsi sentire ed i dem vogliono farsi trovare pronti all’appuntamento. Fra un anno o anche meno.
Per il dopo Nicola Zingaretti le correnti del Pd sono divise. Gli uomini vicini a Zingaretti vorrebbero che a prendere il posto del governatore sia l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, mentre Area Dem, la corrente franceschiniana che nel Lazio è guidata dal segretario regionale Bruno Astorre spinge per due nomi: il vicepresidente della Regione Daniele Leodori e l’ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra. In realtà il secondo sarebbe solo la vera e propria ‘carta di riserva’ che l’area centrista vorrebbe tenersi qualora la candidatura di Leodori non riesca a decollare in termini di popolarità.
DI BIASE-ONORATI: L’ASCESA DELLE DONNE DEM
Tra le suggestioni delle ultime ore anche quella di una possibile discesa in campo di lady Franceschini. C’è chi giura che Michela Di Biase possa essere la prescelta per la successione a Zingaretti. Ma in realtà la moglie del ministro della Cultura punterà ad avere un ruolo apicale nella prossima giunta regionale, magari come trampolino di lancio per le elezioni del 2028. Ad ogni modo si va assistendo ad una scalata di quella che si è sempre considerata una ‘femminista’. La Di Biase ha fondato l’associazione FARE, acronimo di Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista. Ha alle spalle una carriera politica lunga, nonostante abbia appena 41 anni. Nel 2006 è stata eletta consigliere comunale a Roma per poi diventare capogruppo del Partito Democratico. Dal 2018 è in Consiglio regionale.
Se a Roma sale la Di Biase, a Latina si assiste alla crescita di Enrica Onorati. Anch’essa simpatizza per posizioni ‘femministe’. Nel suo ruolo di assessore regionale ha recentemente ricordato come “l’impresa è donna, e non per una propensione “naturale” o “creativa” del femminile in senso generico, ma perché siamo brave, perché studiamo di più, ci specializziamo di più, perché sappiamo impegnarci su più fronti”. E come lady Franceschini sta scalando posizioni acquistando consensi sempre più trasversali in un partito che a livello locale non ha mai concesso troppo spazio ai volti femminili. Con lei in campo il livello di competizione interna si alzerà tra i dem, costringendo i consiglieri regionali in carica (Forte e La Penna) ad ampliare il bacino dei loro elettori.
GAETA E SABAUDIA, FORZA ITALIA GIOCA FACILE

La campagna elettorale per le amministrative in provincia di Latina sembra procedere con il silenziatore. I centri al voto sono soprattutto quelli balneari e l’attenzione principale dei cittadini appare più rivolta all’imminente avvio della bella stagione. Ma a togliere suspence all’appuntamento del 12 giugno è l’esito abbastanza scontato del voto nei due principali Comuni chiamati alle urne. A Gaeta non ci dovrebbero essere problemi per Cristian Leccese, candidato di FI e FdI e destinato a fare il vuoto già nella prima tornata. Il golfo si confermerebbe feudo azzurro e fin qui nessuna sorpresa. Una situazione abbastanza simile potrebbe verificarsi anche a Sabaudia, dove invece storicamente si è assistito ad un’egemonia della destra. Stavolta Forza Italia ha giocato d’anticipo anche nella Crimea romana, candidato il generale dei Carabinieri Alberto Mosca, balzato decisamente in pole position per la vittoria finale. Secondo i rumors delle ultime ore la contesa elettorale potrebbe concludersi già al primo turno. A sostegno del generale tutte forze moderate in linea con lo spirito europeista e liberale. Insieme a Forza Italia ci sono Azione e Udc, oltre a tre liste civiche.
Ma è proprio il candidato ad essere il valore aggiunto. E’ l’uomo in grado di trasmettere fiducia ad una cittadina che vuole tornare ai fasti di un tempo. Ed è soprattutto una figura di garanzia che rende credibile un progetto imperniato sulla ricostruzione dell’immagine di un Comune uscito ‘ammaccato’ dal recente ciclone giudiziario.
ASL, FINALMENTE UN DIRETTORE ESTRANEO AI GIOCHI POLITICI

E’ stata probabilmente sottovalutata la nomina di Sergio Parrocchia alla carica di direttore sanitario aziendale. La prima volta di un latinense. Dopo una colonizzazione che durava da decenni, il capoluogo può esprimere il vero ‘timoniere’ dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali. Un uomo del territorio, profondo conoscitore della realtà pontina. Da direttore degli ospedali di Latina e Terracina, Sergio Parrocchia ha gestito le emergenze sanitarie degli ultimi 15-20 anni. Persona stimata e professionista competente, mai sopra le righe e soprattutto estraneo ai giochi della partitocrazia in campo sanitario. In passato è stato accostato alla destra, poi alla sinistra. Ma è sempre stato lontano da congressi, incontri e ‘chiacchiere’ sul piano politico. Ora al dottor Parrocchia non resta che iniziare a lavorare per risolvere annose problematiche riguardanti i servizi sanitari della provincia. A partire dalle liste d’attesa sempre più lunghe per esami diagnostici e prestazioni specialistiche. I prossimi mesi saranno importanti anche per capire quali saranno i tempi e le modalità di realizzazione del nuovo ospedale di Latina, come pure del Policlinico del golfo. La sanità pontina ha bisogno di un potenziamento strutturale (soprattutto in ambito ospedaliero) oltre ad un rafforzamento della medicina territoriale con servizi più accessibili ai cittadini. La figura di Parrocchia può essere garanzia di impegno e dedizione al lavoro. Che di questi tempi è tanta roba.