C’è spazio per un terzo polo liberal-democratico? Sulla carta certamente si, ma a determinare l’eventuale successo di una forza esterna alle due principali coalizioni come spesso accade è la legge elettorale.
Nella seconda Repubblica si sono verificati due casi che hanno visto protagonista un’area liberale esterna ai poli ‘storici’. La prima nel 1999 con la lista Bonino capace di strappare un 8,5% clamoroso alle Europee, che come è noto si svolgono con il sistema proporzionale. L’altra più recente nelle Politiche 2013 con la lista Civica di Mario Monti, che nella quota proporzionale ottenne praticamente lo stesso risultato dei Radicali (8,3%). La logica sembra dire dunque che c’è una fetta di elettorato minoritario ma non marginale che non riesce proprio a collocarsi né a destra e né a sinistra.

Questo 8-9% è in realtà il potenziale di voti che Carlo Calenda spera di poter ottenere nella prossima tornata nazionale.
Il partito di Carlo Calenda, punta proprio sugli elettori orfani di una rappresentanza riformista, anti M5s e anti Lega, i cosiddetti “bipopulismi“, per dirla con Calenda, da combattere con un’adeguata “cultura di governo”.
Quella percentuale di elettori ‘liberi’ è storicamente esistita nel nostro Paese, ma raramente si è mai concentrata su un partito politico, se non in rare occasioni.
Sondaggi alla mano Calenda sembra l’unico in grado di poter portare avanti un progetto credibile nell’area lib-dem. I principali istituti attribuiscono ad Azione+Europa il 5% dei suffragi sul piano nazionale. Un risultato ampiamente alla portata almeno a livello regionale, dove Calenda potrebbe raccogliere presto i frutti della recente campagna elettorale romana.
DOPO ROMA CALENDA SI INSEDIA NEL PONTINO
Dopo aver strappato il 20% alle comunali di Roma l’obiettivo dell’ex ministro dello Sviluppo Economico è il radicamento sul territorio laziale. La provincia di Latina sembra essere diventata la zona prediletta dai ‘calendiani’. Dal capoluogo ad Aprilia, passando per Cisterna di Latina e Sabaudia, per finire alla stessa area del sud pontino, quotidianamente si registrano adesioni ad Azione. In particolare a Sabaudia si misureranno presto le ambizioni dei lib-dem che hanno deciso di sostenere il candidato sindaco Alberto Mosca e sono alleati di Forza Italia ed Udc. Proprio la città delle dune potrebbe rappresentare un primo mini-laboratorio per un’alleanza di centro liberal-democratico che in Italia non si vedeva dai tempi del Pentapartito. Qui i candidati di Azione si segnalano per la giovane età e le idee più vicine ai temi ambientali. Viene sottolineata l’importanza delle tematiche relative al sociale, alla sostenibilità ambientale ed alla crescita economica. Non dissimile è lo spirito con il quale il gruppo locale di Cisterna di Latina ha lanciato la propria proposta imperniata su: crescita, occupazione, sostenibilità, sanità e scuola.
A guidare il nuovo partito a livello provinciale è invece Davide Zingaretti, diventato celebre alle cronache per essere stato vittima nel settembre 2020 di un vile atto intimidatorio. Qualcuno infatti, utilizzò della vernice nera per imbrattare il muro del garage dell’abitazione dell’esponente di opposizione, dal 2018 in Consiglio comunale. Zingaretti poco più che ventenne è l’artefice dell’ingresso di Azione nella giunta Terra, avvenuto due mesi fa. Una scelta che di fatto ha posto fine alla ‘neutralità’ di Azione, che ad Aprilia sostanzialmente governa con un centrosinistra a trazione ‘civica’.
LA CORSA SOLITARIA A LATINA
Azione nel capoluogo pontino ha ottenuto un magro 3% alle comunali di ottobre, sostenendo la candidatura a sindaco di Nicoletta Zuliani. Qui la scelta è quella del terzo polo, più in linea con la linea romana. Pur senza rappresentanti in Consiglio il partito a Latina si sta segnalando per l’attivismo del gruppo dirigente. “Azione sta lavorando ad una proposta alternativa ai partiti di centrodestra, che hanno enormi responsabilità di malagestione nel passato -ha spiegato il referente locale Oliver Tassi- ma anche alternativa all’amministrazione Coletta, che non ha saputo affrontare i gravi problemi della città, gestendo con difficoltà anche l’ordinario, ma soprattutto è stata incapace di pianificare e sostenere lo sviluppo del territorio. Non siamo soli a pensare che serva una alternativa politica e che proprio questa situazione di crisi abbia messo in evidenza che al governo della città occorre avere persone che siano in grado di risolvere i problemi vecchi e nuovi”.
Dunque proprio a Latina città Azione si segnala per la sua equidistanza dai poli puntando soprattutto sulla valorizzazione delle competenze e in chiave programmatica sulla necessità di risposte in merito alle grandi opere.
Insomma a parole si punta su pragmatismo e sviluppo locale senza paraocchi ideologici. Ma quando ci si avvicinerà alle scadenze elettorali nazionali e regionali alla fine si dovrà stabilire l’effettiva collocazione nel quadro politico. Calenda oggi ha sostenuto che “Azione starà fuori dai vecchi poli di centrodestra e centrosinistra con l’ambizione di costruire anche in Italia un forte e autonomo polo liberal-democratico”.
Sarà proprio così o si tratta di un semplice riposizionamento strategico in vista di future trattative per le prossime elezioni? Questo il dilemma che probabilmente Azione si trascinerà almeno fino all’autunno.
Nel frattempo il partito fa proseliti e si radica sul territorio. Elementi indispensabili per poter contare soprattutto in vista delle Regionali, un appuntamento elettorale dove il peso dei ‘calendiani’ inciderà fortemente sul risultato finale.