Il richiamo della foresta è scattato ancora una volta, portando il sindaco Riccardo Mastrangeli ad appiattirsi sulle posizioni del suo predecessore Nicola Ottaviani, adesso parlamentare e segretario provinciale della Lega. Il primo cittadino ha scelto di andare avanti con il progetto del Brt, forzando la situazione e infischiandosene della mancata partecipazione alla seduta della giunta degli assessori di Fratelli d’Italia e della contrarietà del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, che ha lasciato la Lista Ottaviani. Dopo più di tre anni dall’inizio del mandato, vale la pena ricordare come Mastrangeli non sia stato eletto da solo, ma grazie al contributo di una coalizione che però non esiste più. Perché lui e Ottaviani l’hanno distrutta.
LA SQUADRA E LA DIASPORA
Nel giugno 2022, al primo turno (perché il risultato politico è quello), Riccardo Mastrangeli ha ottenuto 11.856 voti, pari al 49,3%. Grazie al contributo dei partiti e dei gruppi che lo hanno sostenuto. La Lista Ottaviani elesse 5 consiglieri, sulla base di 2.743 preferenze, pari all’11,8%. Poi però hanno sbattuto la porta i consiglieri Giovambattista Martino e Teresa Petricca (oggi in Futura), quindi Christian Alviani (adesso in Forza Italia). Per non parlare dell’assessore Valentina Sementilli. Ed è di ieri l’uscita di Massimiliano Tagliaferri, esponente storico del centrodestra cittadino, presidente dell’aula di Palazzo Munari. Dunque, la Lista Ottaviani è ridotta ai minimi termini.
Tre anni fa Fratelli d’Italia ha portato in consiglio comunale 4 esponenti, sulla base di 2.033 voti (8,7%). Oggi i consiglieri sono saliti a 5. Ma la questione è un’altra: lo strappo di Fratelli d’Italia sul Brt è “tosto” e la prossima volta difficilmente il partito di Giorgia Meloni sosterrà Mastrangeli.
Poi ci fu la Lista Mastrangeli: 1.959 voti e 3 consiglieri eletti. Che erano: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Francesco Pallone. Tutti e tre sono all’opposizione di Mastrangeli. Francesco Pallone ha aderito a Futura. Altri consensi gettati alle ortiche.
La Lista per Frosinone del vicesindaco Antonio Scaccia raggiunse l’8,2%, con 1.901 voti. Aveva ed ha 3 consiglieri. Ma, al di là del voto in giunta sul Brt, pochi giorni prima la civica ha indirizzato a Mastrangeli un ultimatum durissimo: fuori la Lista Marzi dalla maggioranza per ricostruire il centrodestra. Resta un punto interrogativo enorme. Forza Italia nel 2022 elesse 2 consiglieri, arrivò al 4,5% con 1.047 voti. Gli “azzurri” (che ora hanno 3 esponenti) hanno votato “no” al Rendiconto e sono all’opposizione.
La Lega: 1.007 voti, il 4,3%, e 2 consiglieri. Ma uno, Giovanni Bortone, è uno dei “dissidenti” storici del centrodestra in questa consiliatura.
Infine Frosinone Capoluogo: 687 (3%) e un consigliere eletto, Pasquale Cirillo, adesso segretario cittadino di Forza Italia. Non soltanto il centrodestra non esiste più, ma quanti voti e preferenze ha perso Riccardo Mastrangeli per il prossimo futuro? Troppi.
LA POSIZIONE DI FDI
La rottura di Fratelli d’Italia è sia politica che amministrativa. Oltre un mese fa Paolo Trancassini, deputato e coordinatore di Fratelli d’Italia nel Lazio, aveva dato la linea. Questa: «Per Fratelli d’Italia il faro è l’unità del centrodestra, che consideriamo un valore. Il nostro partito fa della lealtà una ragion d’essere. Le premesse sono necessarie perché vere. Detto questo, riteniamo che è il momento di effettuare una riflessione seria e approfondita con il sindaco Riccardo Mastrangeli». Proseguendo: «A Fratelli d’Italia non appartengono strappi e colpi di testa. Siamo un partito serio. Da parte nostra nessuna sfiducia e nessun azzeramento. Qualora dovessero esserci dei problemi, la strada sarebbe obbligata: la questione approderebbe al tavolo regionale del centrodestra. Perché Frosinone è un Comune capoluogo».
I problemi sono enormi, dopo che Mastrangeli ha letteralmente sbattuto la porta in faccia al primo partito in Italia, nel Lazio, in Ciociaria e a Frosinone. Perché il gruppo di Fratelli d’Italia, nell’incontro di qualche settimana fa con il sindaco, aveva evidenziato punti precisi. Ecco il documento: «Si è voluto rimettere al centro i grandi temi amministrativi che sono alla base della difficile fase politica che stiamo affrontando. Una riunione molto proficua e serrata al termine della quale sono stati evidenziati e circostanziati quelli che secondo la delegazione di FdI vanno considerati i punti strategici da affrontare e le esigenze non più rinviabili per la città di Frosinone per il prosieguo della Amministrazione comunale: ascensore inclinato, riqualificazione Selva dei Muli, strada dei tifosi, acquisto Multipiano, vincolo cimiteriale, forno crematorio, ristrutturazione Nestor, Scalo, Brt, secondo lotto Monti Lepini rotatoria viale Europa, via del Casone (da intitolare a Ramelli) sono alcune delle priorità su cui trovare una sintesi ed un cambio di passo dell’azione amministrativa e politica della città». Risposte? Zero.
LE STRATEGIE
Quanto sta accadendo e perché sta accadendo è semplice. Riccardo Mastrangeli e Nicola Ottaviani considerando il Comune di Frosinone un loro “fortino”, sul quale far sventolare la bandiera della Lega. Negando però l’evidenza. Il Carroccio ha percentuali di (larga) minoranza e la situazione di tre anni fa non esiste più. La “galassia civica” che Ottaviani faceva ruotare attorno alla Lega (anche allora minoritaria) si è dissolta. Fra l’altro l’ex sindaco è stato eletto parlamentare nel collegio Cassino-Terracina. In quello di Frosinone-Sora il deputato di riferimento è Massimo Ruspandini, leader provinciale di Fratelli d’Italia. La coalizione di Nicola Ottaviani non c’è più. Nel frattempo Fratelli d’Italia è diventato primo partito ovunque e quindi per quale motivo dovrebbe limitarsi ad alzare la manina per approvare i progetti amministrativi pensati da Ottaviani e attuati da Mastrangeli?
Progetti peraltro “incompatibili” con il tessuto urbanistico e sociale di Frosinone. Il Bus Rapid Transit non potrà mai funzionare perché nel capoluogo non ci sono le carreggiate adatte e nei quartieri i malumori sono noti da tre anni. Ma si insiste. Nel 2027 Fratelli d’Italia avrà l’ambizione di indicare un proprio candidato sindaco. Fra l’altro ieri mattina il botta risposta al telefono tra Fabio Tagliaferri e Nicola Ottaviani è stato di quelli… definitivi. Forza Italia è fuori dalla maggioranza da oltre un anno. Ci sarebbero i presupposti per far intervenire il tavolo regionale del centrodestra. Ma ci sono due problemi. Il primo: il senatore Claudio Fazzone (coordinatore degli “azzurri” nel Lazio) sul piano politico non vuole avere più nulla a che fare con Riccardo Mastrangeli e Nicola Ottaviani. Il secondo: Paolo Trancassini, leader di Fratelli d’Italia, non può tollerare che dopo essersi esposto in prima persona, il sindaco Mastrangeli abbia sostanzialmente bypassato Fratelli d’Italia, partito che lo ha sostenuto più di tutti in tre anni di trincea. FdI vuole che sia chiaro come e quanto la Lega di Ottaviani e Mastrangeli abbia mandato in frantumi il centrodestra in un Comune capoluogo come Frosinone. E per fare cosa? Per un Brt che nessuno prenderà? Oltre che per difendere un fortino che il Carroccio ha perso da tempo.