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Trionfa Giorgia, frana Elly: un uragano di voti per il centrodestra. Il capolavoro di Natalia nasce da lontano

Licandro Licantropo
Maggio 30, 2023
Daniele Natalia post vittoria con Ruspandini, Ambrosetti e Caligiore

La prima pagina de Il Fatto è la fotografia del turno elettorale per le  comunali che si è appena concluso. Ad una Giorgia Meloni evidentemente sorridente (e soddisfatta) si rivolgono con aria smarrita Giuseppe Conte, Elly Schlein e Carlo Calenda. Il titolo: “Morituri te salutant”. Il centrodestra a traino Fratelli d’Italia non può perdere (e infatti non perde). Il centrosinistra a traino Pd non può vincere (e infatti non vince). Lo straordinario bis di Daniele Natalia ad Anagni va contestualizzato in un panorama politico preciso. Due settimane fa sei sfide nei capoluoghi di provincia erano terminate al primoi turno. Risultato: 4-2 per il centrodestra, vittorioso a Latina, Imperia, Sondrio e Treviso.

La prima pagina de Il Fatto di oggi

Il centrosinistra si era imposto a Brescia e Teramo. Dopo ieri si è arrivati a 9-3, perché il centrodestra ha aggiunto Ancona, Pisa, Siena, Massa e Brindisi. Il centrosinistra soltanto Vicenza, dove l’attuale sindaco è di fede “lettiana”. C’è stato però anche il primo turno in Sicilia, che ha portato il conto finale a 11-4. Sindaci di centrodestra già eletti a Catania e Ragusa, al centrosinistra è andato Trapani. Siracusa al ballottaggio.
Anagni non è capoluogo di provincia, ma è una città grande, ricca di storia e di fascino e sempre importante dal punto di vista politico. Daniele Natalia l’ha fatta sembrare facile, però non è stato così. Negli ultimi anni del primo mandato ha dovuto fare i conti con una serie impressionante di smottamenti della maggioranza. La strategia era di “cuocerlo a fuoco lento” togliendogli il terreno politico sotto i piedi. A quel punto Natalia ha deciso di reagire colpo su colpo, sostituendo chiunque andasse via con almeno altre due persone. Inoltre ha ragionato, capendo che il vento del Paese è di centrodestra in maniera imponente. Ha costruito una coalizione di 7 liste, 4 civiche e 3 di partito.

Daniele Natalia festeggia la vittoria

Con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Rafforzando giorno dopo giorno il feeling e l’alleanza con l’uomo forte del centrodestra sul territorio, Massimo Ruspandini. Gli avversari sono andati in difficoltà. Franco Fiorito, regista della coalizione di Danilo Tuffi, deve aver capito tra gennaio e febbraio che non ci sarebbe stata trippa per gatti. Da quel momento non ha parlato più di una sua candidatura a sindaco, ripiegando sul ruolo di allenatore. Alessandro Cardinali ha fatto il massimo che poteva con una coalizione civica credibile e la ciliegina sulla torta di un risultato più che onorevole, 40%, ottenuto senza apparentamento mantenendo integro il proprio gruppo politico e garantendo la presenza in consiglio agli eletti al primo turno.

L’esperimento ha funzionato a Ferentino, dove il centrodestra non si è presentato con i simboli e con un candidato sindaco. Ad Anagni il risultato è stato molto diverso. Daniele Natalia ha altri cinque anni per completare un lavoro iniziato e delineato. Ieri ha effettuato la prima telefonata dopo la vittoria al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che gli ha garantito l’impegno sull’ospedale per oncologia e primo soccorso.
A livello nazionale Giorgia Meloni ha detto che non esistono più roccaforti (è vero), che i cittadini premiano la concretezza e il buon governo di un centrodestra pragmatico e rapido. Elly Schlein ha ammesso la sconfitta (cosa altro poteva fare?). Ripetendo che da soli non si vince, ma questo lo ha avevano affermato prima di lei anche Enrico Letta e Nicola Zingaretti. Per la verità la sinistra è in crisi dappertutto.

Il voto locale in Spagna ha confermato che il vento di destra soffia ovunque. Il premier Pedro Sanchez si è dimesso indicendo nuove elezioni. Tra un anno esatto sono in programma le Europee, appuntamento al quale tutti i partiti guardano con interesse e attenzione. Il centrodestra ha la possibilità di ottenere l’ennesima grande affermazione, stavolta però non limitata ai confini nazionali. Il caso della Spagna conferma che siamo in presenza della crisi di un modello politico di sinistra che per decenni ha puntato tutto sulla globalizzazione perdendo di vista i localismi, i territori e soprattutto le esigenze delle persone normali. Il Covid prima, l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime dopo, la guerra della Russia all’Ucraina hanno sancito la fine di una fase storica. La sinistra non riesce a dare le risposte che servono. La destra sì e adesso ha la possibilità di vincere alle europee e di cambiare gli equilibri a Strasburgo e Bruxelles. La più grande rivoluzione democratica dell’era moderna è a portata di mano.