E’ stata la settimana del congresso della Cisl Lazio, conclusosi con la conferma di Enrico Coppotelli segretario. Nella “tre giorni” si è parlato di contrattazione e di intelligenza artificiale, di sicurezza del lavoro e di cantieri legati ai fondi del Pnrr. Alle tavole rotonde e ai convegni sono intervenuti ecclesiastici e politici di primo piano di tutti gli schieramenti, capitani di industria e leader di associazioni di categoria. Vuol dire che la Cisl è protagonista nel Lazio, grazie ad una visione moderna di interpretare il ruolo del sindacato. Che non significa salire sulle barricate e dire no a prescindere, ma vuol dire confrontarsi nel merito dei problemi, con il proprio punto di vista, per rappresentare le esigenze dei lavoratori. E’ su questo tipo di “mission” che Enrico Coppotelli ha fatto la differenza.
E’ stata la settimana della posa della prima pietra dell’ospedale e della casa di comunità di Cassino. Priorità assoluta per il neo direttore generale della Asl Arturo Cavaliere, che infatti non ha nascosto la soddisfazione. Ma Cavaliere sa che per “ribaltare” e rilanciare l’Azienda Sanitaria di Frosinone è necessario accelerare subito. Molti dei suoi predecessori si sono arenati proprio nell’ordinaria amministrazione.
Ma è stata anche la settimana dell’inizio della missione della Regione Lazio in Giappone, ad Expo 2025 Osaka. Dal 18 al 24 maggio, all’ombra del Sol Levante, ci saranno incontri e workshop per promuovere cultura, ricerca e imprese. La delegazione è guidata dal presidente Francesco Rocca e composta dalla vicepresidente Roberta Angelilli, dall’assessore Renata Baldassarre, dal presidente del consiglio regionale Antonello Aurigemma. Ci sono anche, tra gli altri, i numeri uno di Unindustria Giuseppe Biazzo, della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti e il direttore di Confapi Giuseppe Giordano. A definire il perimetro Mario Vattani, commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka. Ha detto: “Valorizzare nel mercato giapponese e asiatico le eccellenze delle nostre regioni e dei territori è uno degli obiettivi del Padiglione Italia, che è e vuole essere sempre più un avamposto strategico per favorire l’internazionalizzazione del Sistema Italia”. Semplice, diretto, lucido. Dopo New York, Osaka: oggi le relazioni bilaterali (sul campo) si intrecciano inevitabilmente con gli scambi commerciali e culturali. Quella ad Osaka è una missione di sistema, perché vede la presenza congiunta di rappresentanti istituzionali, realtà economiche e 120 imprenditori e startup del Lazio. L’obiettivo è promuovere il territorio e favorire il networking internazionale del nostro tessuto produttivo. La Regione Lazio è ormai calata perfettamente in questa dimensione.
IL CONGRESSO DEL PD
Ha ringraziato la segretaria nazionale Elly Schlein per la fiducia che gli ha accordato, poi ha annunciato che si metterà subito al lavoro “per sostenere il percorso di ripartenza e rilancio della nostra comunità politica di Frosinone”. Il parlamentare del Pd Federico Gianassi nei giorni scorsi è stato nominato commissario ad acta della federazione di Frosinone. Per il tesseramento, passaggio propedeutico allo sblocco di una stagione congressuale “congelata” da mesi. Gianassi ha detto che è sua intenzione confrontarsi subito con il territorio “per provare a costruire insieme a loro la strada migliore per restituire alla nostra comunità politica il protagonismo che merita”. Dicendosi convinto di “trovare responsabilità e generosità da parte di tutti per il raggiungimento di questo obiettivo comune”.
Ecumenismo e pragmatismo. Il Pd provinciale è ad un bivio. Una strada conduce al “muro contro muro” senza soluzione di continuità, a proseguire la strategia dei ricorsi e dei controricorsi, sperando di arrivare in ogni caso ad una “conta”. Un’altra strada, indicata chiaramente da Federico Gianassi, va nella direzione di un confronto tra le correnti, per avere un orizzonte diverso. Non sarà affatto facile, neppure per uno come Federico Gianassi (indicato dalla Schlein e votato all’unanimità dall’intera commissione nazionale di garanzia) far sedere attorno allo stesso tavolo Francesco De Angelis e Sara Battisti, Danilo Grossi e Antonio Pompeo, Mauro Buschini ed Enrico Pittiglio, Adriano Lampazzi e Luca Fantini. Però forse è arrivato il momento di dire alcune scomode verità. Una soprattutto: la federazione di Frosinone non può in alcun modo condizionare equilibri e scenari del Pd regionale. Non ha i numeri e neppure i risultati per farlo.
Tanto più che c’è una partita più importante da giocare. Qualche giorno fa il parlamentare Claudio Mancini, leader di Rete Democratica e regista dell’operazione politica che ha portato Roberto Gualtieri sulla poltrona più ambita del Comune di Roma (quella di sindaco), si è preso la scena nel corso di un incontro di partito. Svoltosi peraltro nel teatro di via delle Botteghe Oscure, storica sede del Pci.
Mancini ha parlato di “scommessa vinta” a Roma, sul fronte della ripartenza della Capitale. Ha sottolineato il concetto di squadra (vincente), ha bacchettato gli avversari ma pure qualche alleato. Poi, guardando alle future elezioni di Roma, ha sostituito al concetto di Campo Largo quello di… allargamento. Affermando: “Da questa squadra, con al centro Gualtieri, partiamo verso un allargamento verso tutte le direzioni. Obiettivo è quello di allargare il dato di partenza, con un consenso che cresce e va organizzato intorno a un perimetro civico, per raccogliere un consenso più ampio. Dobbiamo far capire ai cittadini che noi saremo sul pezzo”. Claudio Mancini guarda al profilo civico di una coalizione all’interno della quale il Pd è un perno funzionale, non gerarchico. Prenota il bis, sapendo che il Comune di Roma vale almeno quattro ministeri. Sul piano interno, c’è anche un messaggio all’indirizzo del segretario regionale Daniele Leodori, leader di AreaDem. Il Partito Democratico ha bisogno di un’azione unitaria che passi attraverso degli equilibri chiari all’interno del partito regionale. Anche nella prospettiva delle elezioni alla Regione Lazio, ente strategico che i Democrat hanno perso nel 2023. E non è un mistero che il nome di Daniele Leodori potrebbe essere quello giusto per la candidatura alla presidenza. In un quadro del genere i destini della federazione provinciale di Frosinone non sono centrali, ma hanno comunque una dimensione importante. Un’intesa sarebbe una sorta di “laboratorio” dal quale partire per poi allargare l’esperimento a tutto il Lazio. Federico Gianassi ci proverà, ma sa già che il semaforo verde potrà accendersi soltanto dopo un accordo tra Francesco De Angelis e Sara Battisti.