Due italiani ai quarti di un mille non è cosa alla quale siamo abituati. Possibile che diventi presto la regola, ma per ora ci si consenta la meraviglia che richiede ogni eccezione. Sinner e Musetti hanno in due… l’età di Feliciano Lopez.
Sinner è del 2001, Musetti del 2002. Due alfieri del terzo millennio, che non hanno avuto il tempo di preoccuparsi troppo dei brufoli, dei compiti in classe e di ogni altra asperità adolescenziale. Musetti che supera l’esame di maturità al linguistico Parini di Cecina, esce e prepara i bagagli per Wimbledon: normalità per persone speciali, come cantava Faber nella sua “storia sbagliata”.
La racchetta, elevata a ragione di vita, sta ripagando l’amore dei due giovanotti. Ieri Jannik, il principino delle Dolomiti, ha sbattuto la porta della gloria in faccia a Hubi Hurkacz, che è un suo buon amico, ma nella circostanza era colui che si opponeva alla conquista del quarto di finale monegasco.
Hurkacz ha giocato la partita perfetta o quasi per due set, servendo sulla terra come nessuno riesce a fare nemmeno sul cemento. Jannik, pagato a caro prezzo lo stupore iniziale, tradottosi nel 3/6 del primo set, ha tenuto botta, non senza fatica, alzando progressivamente il suo livello di gioco. Al tiebreak del secondo, il polacco ha sfornato prime come uno chef stellato, ma Jannik ha vinto tutti i punti al suo servizio, punti che si è dovuto sudare perché lo scambio partiva e spesso durava. Si è cambiato campo sul 6 pari, Sinner ha centrato pure il settimo punto e finalmente al 14esimo tentativo è arrivato un punto in risposta. E ovviamente la firma è stata sua.
Il terzo? Un ko tecnico, con il ragazzo di San Candido a bombardare con l’efficacia di sempre e il polacco svuotato di ogni residua energia, fisica e mentale. E allora 6/1 e secondo quarto di fila a Montecarlo.
MUSETTI SONTUOSO DÀ SCACCO AL RE
Lorenzo Musetti non aveva iniziato bene questo 2023. Per trovarlo nella Race bisognava scendere parecchio. Era però sicuro che la trasferta sudamericana avrebbe prodotto frutti successivamente e così è stato. Per esplicitare il concetto ha scelto il modo più eclatante: battere il re nella terra dei principi.
Non era un Novak Djokovic versione extra lusso, quello sceso in campo ieri sul centrale dell’impianto monegasco. Però anche il Djokovic meno performante è più forte di quasi tutti i contendenti.
Lorenzo è entrato a piedi uniti in quel “quasi”, e si è preso il lusso di dargli un senso logico.
Perso il primo, ha lottato con tenacia da leone e pazienza da monaco buddista. Eh sì, perché dopo ogni break operato subiva il controbreak di Nole. Ci ha creduto, però, e ha vinto 7/5, rimandando la decisione al terzo set. Servizi finalmente padroni in avvio, poi il break di Lorenzo e la sua fuga per la vittoria.
Quasi incredulo, commosso, è andato verso la rete ad abbracciare il re, cui aveva dato scacco pochi istanti prima. Sembra un epilogo, è probabilmente l’inizio di una storia tutta da scrivere. Oggi Jannik e Lorenzo saranno di fronte, nell’ultimo quarto di giornata.
LE ALTRE SFIDE DELLA GIORNATA
Non sarà nei quarti Matteo Berrettini, che dopo aver sconfitto Cerundolo al termine di una vera e propria battaglia sportiva, ha dovuto pagare l’ennesimo dazio alla malasorte, sotto forma di uno strappo agli addominali obliqui. Gli esami cui il romano si è sottoposto hanno dato l’esito temuto: lesione di secondo grado. Niente ottavi con Rune e purtroppo un nuovo stop.
Il danese affronterà nei quarti Daniil Medvedev, che ha prevalso su Zverev, dopo avergli annullato un match point nel corso del decisivo tiebreak. Nella parte bassa del tabellone ecco l’inatteso Struff, che ha giustiziato anche Ruud ed ora vuole provarci con Rublev, vincitore in ottavi del derby russo con Kachanov.
Per Tsitsipas, due volte vincitore a Montecarlo, l’avversario sarà Fritz, non proprio un terraiolo, ma giocatore in gran forma. Sarà grande tennis!