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Sanità Lazio, ventidue milioni di euro per ‘liberare’ i pronto soccorso e l’intesa con i privati (che fa impazzire la sinistra)

Cesidio Vano
Maggio 8, 2023
Alessia Savo, presidente Commissione Sanità Regione Lazio

Ventidue milioni di euro sul tavolo e un accordo con le strutture sanitarie private per abbattere da subito il sovraffollamento dei pronto soccorso (per adesso solo su Roma e provincia). La Giunta regionale, guidata dal presidente Francesco Rocca, ha varato un pacchetto di delibere con cui mette in campo una serie di misure finalizzate a sgravare le strutture di emergenza più esposte.

L’opposizione, però, va all’attacco, accusando il governo regionale di centrodestra di spendere soldi pubblici per foraggiare le strutture private.

Azioni concrete per abbattere l’affollamento dei Ps”

Per l’esecutivo, invece, il piano varato rappresenta “azioni concrete per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento dei pronto soccorso”. Nel lazio, come noto, i tempi d’attesa da maglia nera: tra la visita e il ricovero in reparto bisogna aspettare, mediamente quasi un giorno: 22 ore per la precisione mentre la media nazionale di 9,5 ore.

Al via il progetto sperimentale contro il sovraffollamento

Così, la giunta regionale, venerdì scorso, ha varato il “Progetto sperimentale gestione sovraffollamento dei pronto soccorso” con cui si vogliono rendere disponibili ulteriori posti letto, in modo da alleggerire i reparti di medicina e chirurgia, che potranno quindi ricevere con più sollecitudine i pazienti provenienti dai dipartimenti di emergenza.

Il piano prevede la firma di una serie di accordi con le strutture sanitarie private accreditate per la messa disposizione, già dal 10 maggio, di oltre 350 posti letto su 730 di cui c’è necessità, per un costo di circa 22 milioni e 900mila euro.

Le parole del governatore Rocca

“Sono lieto di questa prima importante risposta concreta verso lo sblocco di una situazione, quella del sovraffollamento Pronto Soccorso, lesiva innanzitutto – ha commentato Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio – della dignità e della salute dei nostri cittadini, ma anche del personale sanitario costretto a operare in condizioni a dir poco disastrose. Questo investimento servirà a strappare l’infame maglia nera dei tempi di attesa nei nostri ospedali. Si tratta di una prima misura indispensabile, necessaria e in grado di decongestionare in maniera significativa la situazione. Come promesso, abbiamo fornito una risposta concreta che rappresenta soltanto il primo step di una riorganizzazione generale della sanità laziale”.

Ma c’è anche un piano a medio e lungo termine

Se questa è la mossa, con benefici immediati, che ha fatto la Giunta rocca, l’esecutivo si sta muovendo anche con azioni a medio e lungo termine, attraverso azioni strutturali: informatizzazione della gestione dei posti letto, così da conoscere in in tempo reale quanti posti siano disponibili in ogni ospedale e per singolo reparto; istituzione di un’unità ispettiva per sopralluoghi presso gli ospedali e affiancare le varie aziende sanitarie al fine di recuperare posti letto ora inattivi, inoltre da oggi sarà attiva la Centrale operativa, modello protezione civile, che avrà sotto controllo in maniera organica tutta la situazione dei posti letto nel Lazio.

La soddisfazione della presidente Alessia Savo

Alessia Savo, presidente della commissione Sanità della Regione Lazio, ha salutato favorevolmente il pacchetto di misure varato dalla Giunta: «Dopo dieci anni di vergognoso immobilismo che hanno portato la Regione Lazio a diventare maglia nera nella sanità, finalmente arrivano risposte concrete, tangibili, immediate per risolvere il problema del sovraffollamento nei pronto soccorso. Bene, molto bene, il presidente Rocca, che s’è rimboccato le maniche già all’indomani del suo insediamento, facendo seguire alle parole le azioni. L’intervento straordinario, approvato oggi dalla Giunta, in attesa che entrino a regime le misure strutturali messe già in atto, rappresenta la risposta giusta a una problematica mai risolta negli anni. Il Lazio sta veramente voltando pagina».

Critiche e polemiche dal centrosinistra

Contrariate e polemiche le opposizioni, a partire dall’ex assessore regionale zingarettiano della Sanità, Alessio D’Amato, poi candidato governatore sconfitto del centrosinistra: “La scelta del Presidente Rocca di destinare 23 milioni di euro per l’acquisto di prestazioni aggiuntive, abbinata alla centralizzazione di tutte le procedure rischia di portare ad un sostanziale blocco delle assunzioni con l’effetto di essere una misura inefficace – ha detto D’Amato -. Con 23 milioni di euro si potevano assumere circa 500 operatori, mentre temo che questa scelta non produca alcun beneficio. Come ricordava, infatti, anche lo stesso ministro della salute Schillaci solo pochi giorni fa, la gran parte degli accessi al Pronto Soccorso sono codici a bassa intensità. Ecco perché la strada maestra deve essere il potenziamento della sanità territoriale – ha concluso – utilizzando le risorse del PNRR che sono state programmate per circa 800 milioni. Se non si lavora in questa direzione il rischio è di fare un buco nell’acqua. E a rimetterci saranno i cittadini del Lazio”.

Alla presa di posizione di D’Amato si è unita anche quella di tutto il gruppo Pd in Regione: ““Il secondo atto sulla sanità del presidente Rocca spiega benissimo quale obiettivo si voglia raggiungere. Con il regalo di 23 milioni di euro ai privati per acquisire posti letto e dare così un sollievo ai pronto soccorso, in realtà si manifesta la volontà della destra di tornare in fretta ai fasti dei disastri gestionali di 15 anni fa – hanno scritto in una nota i consiglieri del Pd -. Da un lato si accentra ogni procedura sul personale bloccando il piano assunzionale nelle strutture pubbliche che versa in condizioni difficili proprio per mancanze di risorse umane e dall’altra si elargisce al privato la prima prebenda. Questo regalo porta il disavanzo a 241 milioni con la differenza che i 218 di cui abbiamo parlato in questi giorni sono il risultato di un biennio straordinario a causa del Covid che ha portato ogni regione ad un aumento delle spese per garantire una risposta adeguata all’emergenza”.

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