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Rohden firma la prima vittoria stagionale del Frosinone

Roberto Mercaldo
A Modena bella prova degli uomini di Grosso, che ottengono uno striminzito ma prezioso successo
Agosto 15, 2022
Marcus Rhoden

Ci possono essere molti ingredienti nel confezionamento di un 1/0. L’attenzione, anzitutto, e poi la grinta, la tenacia, il coraggio e la consapevolezza. Il rivoluzionato Frosinone ha dosato come uno chef sapiente, attingendo, oltre che al coraggio, anche a quel pizzico di baldanza indispensabile per far centro. Grande rispetto e nessun timore, era stato il messaggio della vigilia di mister Grosso. E sul campo così è stato. La squadra ciociara ha chiarito fin dall’avvio che in questo “derby tra canarini” avrebbe recitato da protagonista. Le imprese di Coppa degli emiliani non hanno generato attendismi o precauzioni eccessive. Subito propositivo, spigliato, con un centrocampo capace di catturar palloni e di gestirli senza frenesia, il Frosinone ha costretto il Modena nella propria metà campo, cercando di minacciar Gagno anche con soluzioni da fuori area. Si percepiva compiutamente che prima o poi sarebbe arrivato il gol del vantaggio. Personaggi e interpreti in ordine di apparizione il redivivo Garritano, travestito da Pirlo nel premiare con lancio perfetto l’inserimento di Rohden; lo sciagurato Gagno, autore di un’uscita abbozzata e suicida; il provvido Marcus, rapace nel catturare la sfera e freddo nel deporla nella porta sguarnita. Un lampo, un’illuminazione, una lama affondata nel cuore di una gara ancora acerba nel suo proporsi. Difficile pensarla come verdetto, ma quell’azione è stata la sola ad incidere sul risultato. Eh sì, perché dopo il riposo è iniziata una partita a scacchi, con i modenesi che hanno provato tutte le mosse possibili per cambiare la storia. Il Frosinone, diventato guardingo e un po’ meno bravo della prima frazione a gestire il possesso palla, ha chiesto aiuto alla dea fortuna in un paio di occasioni, quando l’arrembare confuso degli emiliani ha prodotto pericoli reali. In particolare la carezza di Oukhadda, con sfera respinta dalla traversa e Turati a pregare gli Dei Mani, ha provocato un lungo ma non piacevole brivido a chi ha raggiunto l’Emilia per gridare il proprio amore verso i colori giallazzurri. A conti fatti, però, le due parate più difficili le ha compiute Gagno, in entrambi i casi su tiri di Ciervo, entrato in gara in modo esemplare. Cosa resta di questo match preferragostano? I tre punti, anzitutto, perché quelli non saranno mai derubricati a elemento accessorio, poi la grinta gladiatoria di Lucioni, direttore d’orchestra di un pacchetto arretrato che ha avuto eccellente contributo anche dall’esterno Oyono. Restano altresì i dribbling ubriacanti di Caso, che quando coniugherà al meglio la bellezza del gesto con l’utilità diventerà l’ago della bilancia. Resta lo scacco matto in due mosse di Rohden, manifesto di una riscossa personale, dopo un periodo in cui i dubbi si sono affacciati con troppa frequenza sulla lunghezza d’onda delle sue convinzioni. E resta la sensazione generale di una squadra che corre, pressa, arremba e inventa, non sempre in modo perfetto, ma sempre con la giusta convinzione. Il Frosinone c’è, vuol divertirsi e divertire. Va bene così.

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