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Rifiuti romani verso Torino, emergenza senza sbocchi

Marco Battistini
Circa 3mila tonnellate di rifiuti ogni settimana verranno inviati dalla città eterna fino alla Regione Piemonte
Gennaio 25, 2023
ecoambiente - ama -rifiuti-immondizia-roma

Rifiuti anche in Piemonte. Le vie della monnezza sono infinite. Ed ancora una volta sull’ambiente Roma non sembra certamente eccellere. Circa 3mila tonnellate di rifiuti ogni settimana verranno inviati dalla città eterna fino alla Regione Piemonte. Il direttore generale dell’Ama Andrea Bossola ha infatti inviato una nota alla Regione Piemonte chiedendo di farsi carico della spazzatura per ragioni di “urgenza e indifferibilità”.

L’indiscrezione arriva dal giornale online piemontese ‘Lo Spiffero’. La ragione sarebbe legata alla condizione di temporanea criticità per la “mancata ripartenza dell’impianto Malagrotta 2, andato a fuoco a giugno dell’anno scorso”. In seguito al quale la Regione Piemonte aveva già autorizzato il trattamento di mille tonnellate a settimana, per due mesi. Non si tratta quindi di una novità ma di una prassi. Proprio nei giorni scorsi la giunta regionale del Lazio ha approvato una delibera con cui si proroga per un altro anno l’accordo con la Regione Abruzzo per il conferimento ed il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale, per un quantitativo complessivo di 76 mila e 600 tonnellate.

Ma l’accordo va avanti, a colpi di proroghe, dal 2014, l’unica cosa che cambia è la quantità di rifiuti da smaltire, che aumenta. E che costa. Il Campidoglio spende 200 milioni di euro all’anno per spedire l’immondizia in altre regioni (soprattutto nel nord Italia) o all’estero come in Olanda, Germania o Portogallo. Una via vai di 160 tir che ogni giorno partono da Roma carichi di spazzatura da portare altrove. Circa l’80% delle 860 mila tonnellate di immondizia indifferenziata prodotta dalla capitale, scrive Repubblica, vengono trattate fuori città.

IL PIANO AMA

Vale la pena di ricordare che nel piano industriale Ama sono previsti 700 milioni di investimenti, 93 dei quali nel 2023, e seicento assunzioni, con l’obiettivo di portare la raccolta differenziata al 60 per cento dall’attuale 45. Obiettivo non troppo ambizioso e quindi raggiungibile.
Tra le misure annunciate, lo ricordiamo brevemente, c’è il rafforzamento degli interventi di pulizia e spazzamento con l’introduzione di servizi ad hoc per il decoro di cento piazze. Sono previsti trecento nuovi mezzi e otto nuovi centri raccolta entro il 2026, con una capacità fino a 40mila tonnellate. Due azioni ci sembrano importanti: la raccolta porta a porta che caratterizza in positivo altri paesaggi urbani italiani ed europei dovrebbe essere portata dall’attuale 33 al 45 per cento; e dovrebbe essere aumentato del 20 per cento il prelievo delle utenze non domestiche, cioè gli scatoloni che molti negozianti e molti uffici accatastano intorno ai cassonetti. Infine gli impianti: vengono confermati il termovalorizzatore da 600mila tonnellate, i due biodigestori già autorizzati, due centri per il trattamento di carta e plastica e altri quattro impianti più piccoli. 

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