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Rifiuti, a Roma si corre. A Latina e provincia non si decide. Lega e FdI si preparano allo scontro sulla legge per gli Ato

Marco Battistini
A giorni è previsto un incontro decisivo fra l’assessore regionale per i rifiuti Massimiliano Valeriani, il commissario straordinario sui rifiuti della provincia di Latina Bonsignore e il presidente dell’Amministrazione provinciale Gerardo Stefanelli.
Maggio 17, 2022
ecoambiente niente tmb borgo montello
Discarica di Montello (Latina)

Mentre a Roma si cambia passo con il progetto del termovalorizzatore, in provincia di Latina il dibattito resta ancorato al passato. Ad Aprilia, città che potrebbe ospitare uno dei siti dove collocare l’impianto di raccolta del materiale inerte residuo del trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati, sembra di assistere ad un film già visto. Il sindaco Antonio Terra, è sul piede di guerra. “Lo ribadiamo con forza per l’ennesima volta. Faremo le barricate contro soluzioni di questo tipo perché non accetteremo nessuna decisione calata dall’alto” ha dichiarato il sindaco. A giorni è previsto un incontro decisivo fra l’assessore regionale per i rifiuti Massimiliano Valeriani, il commissario straordinario sui rifiuti della provincia di Latina Bonsignore e il presidente dell’Amministrazione provinciale Gerardo Stefanelli.

LA CLASSE POLITICA ATTENDE LE DECISIONI CALATE DALL’ALTO

La classe politica locale durante questo periodo ha preferito rimanere silente. L’unico ad aver alzato la voce proprio nei giorni scorsi era stato Orlando Angelo Tripodi, capogruppo della Lega alla Pisana. Tripodi aveva presentato un’interrogazione per sapere quali fossero le intenzioni della Regione. “Quali sono i siti idonei per la realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti volti all’autosufficienza dell’Ato di Latina? Il commissario Illuminato Bonsignore, nominato a dicembre, doveva superare l’impasse entro quattro mesi”. Nicola Zingaretti ha di fatto delegato l’assessore Valeriani ad occuparsi della scelta degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti in provincia di Latina. Il governatore del Lazio è più impegnato a dire la sua sulle questioni capitoline. Molto netta la sua presa di posizione forte a sostegno di Gualtieri sul progetto del termovalorizzatore. Una soluzione che sarebbe peraltro favorita dall’approvazione di un decreto ad hoc, tale da attribuire in deroga alla normativa ordinaria, dei poteri speciali in materia di rifiuti al sindaco della Capitale. Insomma, per Roma si fa di tutto per uscire dall’immobilismo, mentre in provincia di Latina la chiusura del ciclo dei rifiuti resta una chimera, per colpa di un classe dirigente, soprattutto politica, prigioniera di vecchi pregiudizi, ‘campanilismi’ e incapacità di assumersi delle responsabilità in questa materia. Difficile pensare a passi in avanti finchè vi saranno solo amministratori comunali incapaci di prendere decisioni e intenzionati solo a dire di ‘no’.

LEGA E FDI CONTRO LA LEGGE SUGLI ATO

Parallelamente la Regione sta chiudendo la partita degli Egato. Finite le audizioni in commissione Bilancio, presto si arriverà al voto decisivo. Il centrodestra è sul piede di guerra. Sui territori Lega e FdI affilano le armi.
Angelo Tripodi è stato chiaro intervenendo nella discussione generale in Commissione Bilancio: ”La proposta di legge della giunta Zingaretti sarà l’ennesimo poltronificio del Pd con l’assenso del M5S sugli Ato, uno per ogni provincia, e sulla gestione integrata dei rifiuti urbani. Zingaretti non modifica il piano regionale dei rifiuti per il termovalorizzatore su Roma, ma apparecchia un ente inutile a ridosso delle elezioni”. Il rischio di un nuovo carrozzone sarebbe dietro l’angolo secondo il capogruppo leghista. “La gestione integrata dei rifiuti è disciplinata dal Testo unico ambientale -ha affermato Tripodi– che assegna sia le funzioni sia i poteri alle Regioni e alle Province. Siamo di fronte al solito carrozzone elettorale: il Presidente e i componenti del Consiglio direttivo restano in carica per un quinquennio, sono rinnovabili per una sola volta e il loro compenso è individuato con riferimento alle indennità di funzione, rispettivamente, del sindaco e degli assessori del comune capoluogo di Provincia o del comune capoluogo della Città metropolitana di Roma Capitale; a cui si aggiungono il Direttore generale, il Revisore unico dei conti e il personale. Speriamo che il funzionamento non sia lento e macchinoso come avvenuto per gli Ato sulla gestione del servizio idrico integrato”.Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Trancassini, segretario regionale di FdI che ieri ha dichiarato: “Mentre si parla di termovalorizzatore la Regione sta cercando di fare approvare gli enti di gestione degli Ato perchè in questo modo, senza avere una politica dei rifiuti e senza sapere ciò che succede a Roma, intanto elegge presidenti e cda di questi organi: l’ufficio di collocamento della Regione è sempre aperto, anche quando questi enti non servono”.
Giancarlo Righini consigliere regionale del Lazio di Fdi e vicepresidente della Commissione Regionale Agricoltura ha invece voluto sottolineare il rischio di uno sbilanciamento degli equilibri fra Roma e la sua provincia.
“Nel testo, che presenta tanti punti da rivedere, si prefigura un Ato comune per Roma e la sua provincia -ha evidenziato Righini– soluzione che ci vede decisamente contrari perché come sosteniamo da sempre, i Comuni virtuosi da anni nella gestione del ciclo dei rifiuti non devono vedersi scaricare sulla loro terra l’immondizia di altre zone”. Per non parlare del problema del personale che potrebbe venirsi a creare con la nascita dei nuovi enti. “La creazione di un Ato comune pone interrogativi anche dal punto di vista dell’occupazione: che ne sarà del personale delle varie aziende partecipate? -ha rimarcato Righini– manca del tutto in questa proposta di legge un riferimento alla gestione delle isole ecologiche e dei siti di raccolta che alcuni piccoli centri condividono, né si prevede alcunché su mutui e ammortamenti. Facile prevedere inoltre quanto si complicherebbero le procedure per i sindaci con la figura del Gestore Unico di nomina regionale”.

ATO PROVINCIALI, INCERTEZZA SUI TEMPI

Sono soprattutto le competenze della Provincia in relazione ai nuovi organismi ed i tempi di realizzazione dei nuovi Ato a generare perplessità fra gli amministratori locali. L’Ato provinciale sarà un ente che dovrà occuparsi del controllo e dell’indirizzo sulla gestione dei rifiuti, mentre occorre assicurare allo stesso una struttura tecnica che sia all’altezza, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Tale struttura dovrà fare un piano di ambito rifiuti su tutta la provincia e poi dovrà occuparsi della gestione del servizio con una società pubblica o privata. Poi permangono dubbi sui tempi di insediamento del nuovo ente. Che a quanto sembra non saranno per nulla brevi. Dal momento in cui verrà approvata la legge ci vorranno almeno un quinquennio affinché gli Egato arrivino ad affidare il servizio a un soggetto che lo svolgerà integralmente su tutto il territorio interessato. Sarà quindi estremamente importante dare la possibilità ai Comuni di fare gare per almeno 5 anni. 

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