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Regionali, rebus data: febbraio o election day a marzo. Avanza la ‘pontina’ Colosimo e a Latina si potrebbe rivotare

Marco Battistini
Nel primo Consiglio regionale post politiche le chiacchiere tra i banchi della Pisana sono state molto incentrate sulla data del voto per il post Zingaretti.
Ottobre 2, 2022
Chiara Colosimo

Dicembre, febbraio o addirittura a marzo (in quest’ultimo caso con election day). Sono ancora incerti i tempi per la fissazione delle elezioni regionali del Lazio. Soprattutto se il futuro governo di centrodestra dovesse accogliere la richiesta avanzata da Matteo Salvini di un election day regionali-amministrative.
Nel primo Consiglio regionale post politiche le chiacchiere tra i banchi della Pisana sono state molto incentrate sulla data del voto per il post Zingaretti.
Secondo i rumors che emergono dal centrosinistra, il governatore dovrebbe dimettersi dalla carica i primi di novembre, cioè una quindicina di giorni dopo la proclamazione da deputato, permettendo così al suo vice, Daniele Leodori, di fissare la data delle elezioni alla prima domenica di febbraio. Il mese non è un particolare superfluo perché entro i 30 giorni precedenti andranno stilate le liste dei candidati e poi dovrà partire la campagna elettorale: “regalarne” una sotto le feste natalizie dopo che i cittadini del Lazio ne hanno vissuta un’altra a Ferragosto è un rischio che si cercherà di evitare.
Per riuscirci bisognerà “riempire di contenuti” i lavori del Consiglio, altrimenti sarà molto più complicato per Zingaretti dilatare i tempi delle sue dimissioni. Non a caso l’Aula sarà convocata la prossima settimana per un Consiglio straordinario (chiesto da Fratelli d’Italia) sul “Ruberti Gate” e poi dovrebbero arrivare sia la legge sullo Sport (che ha come prima firmataria la consigliera di Azione, Valentina Grippo) sia un “più condiviso (con le opposizioni)” collegato al Bilancio.

LEGA PER VOTARE A DICEMBRE

Nel centrodestra la Lega, contrariamente alle indicazioni arrivate pubblicamente dal suo leader, punta al voto a dicembre, convinta del successo. Fratelli d’Italia, che adesso deve gestire a livello nazionale il ruolo di regista della composizione del governo e del sottogoverno, non sembra avere per ora molta fretta (al pari di Forza Italia). Dopodiché, come detto, al di là della data che verrà fissata dalla Regione, il governo che a breve si insedierà potrebbe unificare il voto di Lazio e Lombardia con quello di Friuli, Molise e Veneto.

FDI, COLOSIMO IN POLE

Il centrodestra con FdI primo partito in Italia, in queste ore rimane certamente impegnato sulla squadra di governo ma mantiene, però, anche lo sguardo fisso sul territorio. In base al peso politico in coalizione e visto il risultato elettorale di Fratelli d’Italia, nel Lazio, dove il partito ha superato il 33%, il candidato dovrebbe indicarlo il partito di Giorgia Meloni. Se dal centrodestra proseguono alcune voci sul presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, da alcuni esponenti di FdI le idee alcune idee risultano più nette. I nomi della classe dirigente, espressione del territorio, ci sono: come Francesco Lollobrigida, Fabio Rampelli, Paolo Trancassini, ma a farsi sempre più insistenti sono le ipotesi su Chiara Colosimo. Giovane consigliera in Regione Lazio, eletta alla Camera, stravincendo nel collegio uninominale di Latina. 
Se la Colosimo fosse la candidata governatore del centrodestra e dovesse vincere, a Latina e nel nord della provincia si dovrebbe tornare a votare nel corso del 2023 per eventuali elezioni suppletive.
Ovviamente, al momento si resta nel campo delle ipotesi. La strada per la scelta del candidato governatore non è del tutto spianata e soprattutto i tempi dipenderanno molto dalle dimissioni di Zingaretti.

CAMPO LARGO, STRADA IN SALITA

Gli sconfitti del 25 settembre proveranno a riorganizzarsi. Ma la politica del campo largo portata avanti per diversi mesi da Zingaretti (e Leodori) oggi appare difficilmente percorribile. Per il Pd l’unica via sarebbe continuare a tenere dentro un’alleanza che vada dalle realtà civiche, passando dal Movimento 5 Stelle, fino ad arrivare al terzo polo di Italia Viva e Azione. Prematuro parlare di candidati certi, dicono dal Pd. I dem nella regione guidata dal neo eletto alla Camera Nicola Zingaretti hanno mantenuto la linea del campo largo, oggi non si sbilanciano e proseguono la via segnata durante l’estate: programma, perimetro della coalizione, poi i candidati. In campo, già da qualche mese, il vice presidente regionale Daniele Leodori, poi l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e la consigliera Marta Bonafoni. Ma a tornare in pista, dopo la debacle dem alle politiche, anche esponenti donne, per dare forse un segnale. Così si rifanno altri i nomi di Marianna Madia e di Beatrice Lorenzin. Alcuni starebbero chiedendo anche a Monica Cirinnà, non rieletta a queste elezioni politiche, di scendere in campo come governatrice, considerando anche il passo indietro chiesto dal partito in favore di Roberto Gualtieri, alle amministrative del 2021. Ma a quanto sembra la consorte di Esterino Montino non avrebbe molta voglia di giocarsi (ancora una volta) una partita che la vedrebbe comunque sfavorita.

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