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Primavera 2022. La via Francigena e le vie del gusto. Tra arte e paesaggi incantevoli

Alberto Fraja
Con il mese di marzo e il ritorno della primavera, nasce un nuovo punto di riferimento per scoprire la Tuscia viterbese con il suo patrimonio storico e naturalistico
Marzo 7, 2022
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Con il mese di marzo e il ritorno della primavera, nasce un nuovo punto di riferimento per scoprire la Tuscia viterbese con il suo patrimonio storico e naturalistico, ma anche di folklore, cultura, enogastronomia e artigianato. Una Tuscia accessibile e più vicina a tutti, un tratto di via Francigena riorganizzato con oltre 60 realtà riunite per la nuova DMO (Destination Management Organization) del centro Italia.

È La Francigena e le vie del gusto in Tuscia che propone nuove idee di turismo per vivere e scoprire da vicino l’intero microcosmo di quell’area del Centro Italia, scrigno di storia e patrimonio, che circonda Viterbo, tra suggestivi calanchi, necropoli, vie dei pellegrini e luoghi di meditazione.

Un progetto, con capofila il Comune di Acquapendente (VT), che integra digitale e patrimonio per dare nuovo respiro a un tratto di cammino unico al mondo e candidato bene Unesco che, con i suoi 1200 anni di storia, diventa spina dorsale di un territorio tutto da scoprire, tra biodiversità e recupero storico, inedite prospettive di viaggio e nuovi orizzonti.

Il progetto parte dall’organizzazione di un unico punto di riferimento online e smart con TusciApp Francigena per guidare il visitatore all’interno dei percorsi e delle realtà di riferimento per rispondere a ogni tipo di esigenza. Perché quest’anno La Francigena e le vie del gusto in Tuscia metterà per la prima volta in rete i punti di accoglienza del pellegrino, dando vita anche alla prima rete di biblioteche del pellegrino che si snoderanno in ognuno dei comuni toccati dallo storico itinerario,

La valorizzazione dei cammini si articolerà sia per i più sportivi, con la Viterbo-Roma via Francigena in mountain-bike (115 km della Tuscia attraversando 1500 metri di dislivello dal cuore di Roma passando attraverso Vetralla, Capranica con le torri di Orlando, Sutri con il suo Mitreo, l’anfiteatro e le necropoli etrusche, per arrivare infine a Monterosi), sia per gli amanti di un turismo più lento e meditativo con Storie di bici e di amicizia: un laboratorio di scrittura che incontra la bellezza della via romea percorsa in bici attraverso itinerari destinati anche a turisti con disabilità, per creare una comunità consapevole e rendere il cammino accessibile a tutti.

Con I Love Francigena l’attenzione sarà rivolta all’ambiente. L’iniziativa è stata pianificata in collaborazione con il Liceo Buratti, capofila dello snodo provinciale della rete scuole Green e gli operatori culturali di Capranica: gli studenti e gli operatori si confronteranno e formeranno sulla tutela ambientale, svolgendo azioni di raccolta di rifiuti e pulizia raccontando storie di Pellegrini e artigiani delle botteghe ubicate lungo la via Francigena.

Spazio anche al folklore, alle rievocazioni, alla cultura e allo spettacolo dal vivo con Il bosco sulla Francigena visita teatralizzata nel suggestivo Bosco del Sasseto, e ancora eventi tematici legati alle figure di briganti, butteri e mezzadri. Una serie di appuntamenti grazie ai quali scoprire la figura affascinante e controversa del brigante attraverso escursioni-racconto nei luoghi più battuti dai celebri briganti dell’Alta Tuscia, ma anche la conoscenza ravvicinata con la tradizione dei butteri della maremma laziale gli ultimi mandriani a cavallo d’Europa.

Il cammino lungo la via Francigena, insomma, al netto delle sue implicazioni economiche e turistiche, continua a destare grandi suggestioni anche per non dire soprattutto di natura mistica e simbolica. Il cammino è metafora di vita, è un viaggio esistenziale e iniziatico e ha a che vedere con il sacro, essendo la mèta terrena una prefigurazione di quella ultraterrena. Si può intendere il pellegrinaggio come “viaggio, meta del quale è un centro, un ombelico, un luogo nel quale visibile e invisibile si incontrano» per dirla con Franco Cardini.

Viaggio che prevede un rientro in patria o che può essere senza prospettiva di ritorno, concepito come fase conclusiva di un’esperienza esistenziale, «una forma di conversione». Gerusalemme, ad esempio, è una meta che appartiene alla seconda tipologia di viaggio: viene vista come ultima tappa del viaggio terreno, meta del vero e unico viaggio senza ritorno. Oltre a Gerusalemme esistono altre città-santuario come Roma e Santiago de Compostela e le “stationes“, dei piccoli centri di sosta che accolgono il pellegrino prima del suo arrivo.

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