informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Ora i partiti tornino… sulla terra. Dopo la sbornia delle politiche si fanno i conti con il territorio

Licandro Licantropo
In attesa del nuovo Governo i referenti locali dovranno fare i conti con il fatto che è sul territorio che si vincono e si perdono le battaglie più importanti.
Ottobre 6, 2022
Nicola Zingaretti

La riunione della direzione nazionale del Pd di oggi sarà una sorta di “sfogatoio”. Il paradosso è che si chiede ad Enrico Letta di salvare il partito accompagnandolo al congresso (che si terrà tra marzo e aprile 2023!) quando invece il segretario nazionale avrebbe dovuto rilanciarlo. Il risultato delle politiche del 25 settembre ha fatto segnare uno 0,2% in più rispetto al 2018. Il sapore della beffa.

LE MANOVRE DI “ZINGA”

Quello che invece si sta muovendo nelle retrovie è ben altro. Per quanto riguarda il ruolo di presidente del gruppo parlamentare della Camera i nomi che stanno guadagnando posizioni sono due: Nicola Zingaretti (quasi ex Governatore del Lazio) e Peppe Provenzano (ex ministro). In entrambi i casi il segnale politico sarebbe inequivocabile: il Partito Democratico sposta l’asse a sinistra. Non va dimenticato che non sono stati rieletti diversi big di Base Riformista, la corrente degli ex renziani rimasti nel Pd: Andrea Romano, Andrea Marcucci, Emanuele Fiano. Nel partito la svolta a sinistra c’è già stata ai piani alti, si tratta di capire adesso come gli equilibri nei gruppi parlamentari possano riverberarsi sul congresso. Nicola Zingaretti si sta giocando naturalmente le sue carte per la carica di presidente del gruppo parlamentare a Montecitorio. In questo modo avrebbe sicuramente un peso politico diverso anche nelle trattative per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. In realtà “Zinga” insiste per resuscitare il Campo largo, ma quello che al Nazareno si fatica a capire è che Giuseppe Conte non è interessato ad un’intesa con i Dem, ma ai voti che un tempo andavano al Partito Democratico.

FORZA ITALIA TALLONA LA LEGA

Negli ultimi giorni si sono svolte le riunioni provinciali del Carroccio e degli “azzurri” per analizzare il voto. In Ciociaria i due partiti sono praticamente appaiati. Il dato che va preso maggiormente in considerazione è quello del collegio della Camera Frosinone, nel quale è stato eletto Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia). Per un motivo: i sessanta Comuni che ne fanno parte sono tutti della Ciociaria. La Lega è al 10,65%, Forza Italia al 10,18%. Alle regionali si capirà ancora meglio quali potranno essere le percentuali e le proporzioni. In Forza Italia i subcommissari Rossella Chiusaroli, Daniele Natalia e Adriano Piacentini hanno subito messo in chiaro che in questo momento non ci sono candidati e tanto meno autocandidati. Aggiungendo che toccherà a loro effettuare il “casting”, naturalmente con la supervisione del coordinatore regionale Claudio Fazzone. Gli “azzurri” sanno che se riescono ad azzeccare uno o due “ticket” di buon livello possono giocarsela. Sia per cercare di eleggere un consigliere regionale che per provare a sorpassare gli alleati leghisti. Adriano Piacentini e Rossella Chiusaroli restano i favoriti. Le Lega di Nicola Ottaviani naturalmente risponderà e delle manovre sulle possibili candidature abbiamo scritto ieri. Ma il dato politico all’interno del centrodestra è comunque chiaro: alle spalle di Fratelli d’Italia (volato oltre il 33% alle politiche) si è aperta una competizione per un secondo posto che determinerebbe delle conseguenze. Anche nei giochi di sponda che inevitabilmente scatteranno quando bisognerà decidere il candidato alla presidenza della Regione e i candidati a sindaco in Comuni come Anagni e Ferentino. I livelli di confronto e di interlocuzione saranno due. Uno di carattere regionale tra Paolo Trancassini (FdI), Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia). Uno di livello provinciale che coinvolgerà Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Nicola Ottaviani (Lega), Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia (Forza Italia).

IL CAMPO LARGO ALLA PROVINCIA

Ma esiste ancora il cosiddetto Campo largo all’Amministrazione Provinciale? Visto che tra pochi giorni (il 31 ottobre) scadrà il secondo mandato da presidente di Antonio Pompeo e alle politiche (ma prima ancora alle comunali di Frosinone) l’esperimento è fallito? Nel dicembre 2021 Francesco De Angelis si inventò questa formula per avere la maggioranza alla Provincia. Ora però è cambiato tutto. La lista civica di Luigi Vacana in questi anni ha fatto parte della guardia pretoriana di Pompeo. Ma quando Pompeo non ci sarà più, potrebbe cambiare molto se non tutto. Il Polo Civico ha eletto Alessandro Cardinali e Alessandro Rea. Il primo, Cardinali, in politica è abituato ad essere padrone del suo destino. Guarda alle comunali di Anagni e non si farà condizionare certo dalla carica di vicepresidente. Tanto più che a gennaio cambierà comunque il presidente. Alessandro Rea della maggioranza non ha mai fatto parte e a Ferentino non sostiene certamente l’Amministrazione Pompeo. Il nuovo presidente della Provincia per un anno dovrà coabitare con gli attuali consiglieri. Non sarà un problema amministrativo (le competenze dell’aula sono ridotte al lumicino), ma sarà invece un segnale politico importante. Un esempio: con l’elezione del presidente e lo spostamento di un solo consigliere, il centrodestra avrebbe “de plano” la maggioranza. E questa circostanza potrebbe cambiare non poco la narrazione in vista delle comunali di Anagni e Ferentino. Dopo la “sbornia” delle politiche e l’attesa dell’insediamento del nuovo Governo, i vari referenti locali (da destra a sinistra) dovranno tornare sulla terra e fare i conti con il fatto che è sul territorio che si vincono e si perdono le battaglie più importanti.

ULTIMI ARTICOLI