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Neppure Bruno Vespa accende il dibattito, la solita cagnara anti-casta. Chi si contende davvero un seggio in Ciociaria

Licandro Licantropo
Ieri a Porta a Porta il confronto tra candidati governatori del Lazio: Francesco Rocca, Donatella Bianchi e Alessio D’Amato. Il dibattito non ha fatto registrare polemiche ma nemmeno momenti di autentica vivacità. Con l’eccezione del tema dell’autonomia differenziata
Febbraio 3, 2023
I candidati alla Regione Lazio da Vespa

Alessio D’Amato, da solo, alla sinistra di Bruno Vespa. Francesco Rocca e Donatella Bianchi alla destra del conduttore. I tre candidati alla presidenza della Regione Lazio sono apparsi così ieri sera nel confronto organizzato da Porta a Porta. D’Amato è il rappresentante dell’Amministrazione uscente, per dieci anni guidata da Nicola Zingaretti. Vedere Rocca e Bianchi vicini però ha fatto passare anche un altro messaggio: i Cinque Stelle possono diventare oggettivamente il miglior alleato del centrodestra, come simpaticamente Rocca ripete da settimane. Provocando D’Amato con la battuta di un nervosismo legato alla possibilità di doversi accontentare della medaglia di bronzo.

L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Il dibattito non ha fatto registrare polemiche ma nemmeno momenti di autentica vivacità. Con l’eccezione del tema dell’autonomia differenziata. Alessio D’Amato ha detto: “Sono preoccupato della proposta Calderoli che cerca di dividere invece di unire”. Donatella Bianchi ha risposto: “Diamo una notizia a D’Amato, il consiglio dei ministri ha approvato oggi (ieri, ndr.) l’autonomia differenziata”. “Brutta notizia, non lo sapevo”, ha affermato D’Amato. Francesco Rocca a quel punto è intervenuto: “Non fare demagogia, nel 2018 una delibera di giunta Pd-Movimento Cinque Stelle ha approvato l’autonomia differenziata”. E D’Amato: “Non è così, il tema è sapere da che parte si sta, se difenderai Roma e il Lazio”. Al termine del confronto televisivo (ce ne saranno altri) nessun elettore ha cambiato idea. Non è soltanto una questione di formula per molti versi superata.

Il fatto è che neppure le polemiche a distanza hanno movimentato una campagna elettorale scontata e stanca. Il 12 e 13 febbraio a votare andranno quelli che sono davvero convinti, gli altri resteranno a casa. Inoltre il caso Cospito sta monopolizzando il dibattito politico e non ci sono spazi per altro. Da giorni si parla di Donzelli, Delmastro, Serracchiani, Orlando, da giorni si mischia il tema del 41 bis con la solita gazzarra politica. Sarebbe interessante commissionare un sondaggio per conoscere la percentuale di italiani interessata all’argomento.

DURIGON RISPONDE PER LE RIME

Immancabili in campagna elettorale le ricostruzioni ad effetto in perfetto stile anti-casta (che non passa mai di moda). Si è molto parlato della casa acquistata dal sottosegretario Claudio Durigon, secondo alcuni a prezzi stracciati. Il senatore e coordinatore regionale della Lega ha voluto fare chiarezza. Dicendo: “Capisco il clima da campagna elettorale, ma invito tutti a concentrarci sui bisogni dei cittadini del Lazio anziché andare a cercare scandali dove non ci sono. Facciamo chiarezza una volta per tutte.

Da vicesegretario dell’Ugl abitavo nella casa attualmente di mia proprietà, in via Cortina d’Ampezzo. La mia presenza all’interno dell’appartamento era stata ovviamente denunciata dal conduttore alla proprietà dell’immobile. Da quando sono stato eletto deputato, con un apposito accordo provato tra me e il sindacato, di cui sono ancora consigliere nazionale, sono subentrato negli oneri contrattuali. Il cda dell’ente proprietario ha deciso l’alienazione di molti appartamenti, tra cui il mio, tre anni dopo il mio ingresso.

Cinque anni dopo, nel 2022, come centinaia di altre persone, ho esercitato il mio diritto di acquisto, pagando oltre 460.000 euro quasi interamente coperti da un mutuo. A ben vedere la cifra non è poi così modesta, soprattutto in considerazione della casa, tutt’altro che di lusso. Non ho usufruito quindi di alcun beneficio, ma sono stato giustamente trattato come altre centinaia di inquilini-acquirenti”. Chissà perché in ogni campagna elettorale emerge un clima del genere, che poi si sgonfia ad urne chiuse. Anche di questo i cittadino sono stufi.

I FAVORITI PER UN SEGGIO

Ma chi si giocherà l’elezione a consigliere regionale del Lazio in provincia di Frosinone? Serviranno sia i voti di lista (determinanti per percentuale e quorum) che le preferenze dei singoli. Ci sono soltanto quattro posti a disposizione. In Fratelli d’Italia Daniele Maura, Antonello Iannarilli, Nadia Belli, Gabriele Picano e Alessia Savo sono tutti competitivi. Nella Lega il favorito è Pasquale Ciacciarelli, in Forza Italia Gianluca Quadrini spera nel colpaccio. Nel Partito Democratico derby combattutissimo tra Sara Battisti e Antonio Pompeo, nel Movimento Cinque Stelle tra Loreto Marcelli ed Enrica Segneri. Le sorprese potrebbero arrivare da Fabio Forte (Lista Rocca) e Massimiliano Quadrini (Terzo Polo). Successivamente, ad urne chiuse, nei partiti vincitori (destinati a governare) bisognerà porre il tema della necessità che la provincia di Frosinone torni ad avere un assessore importante e in grado di farsi ascoltare a Roma. Altrimenti voti e preferenze dei ciociari non saranno serviti a nulla.

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