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Natalia-Cardinali: ultimi tre giorni di sfida durissima per la fascia tricolore di Anagni. Termovalorizzatore di Roma, Pd diviso e smarrito. Egaf, Buschini sempre più solo

Licandro Licantropo
Maggio 25, 2023
Daniele Natalia e Alessandro Cardinali, al ballottaggio per la poltrona di primo cittadino della Città dei Papi

Mancano soltanto tre giorni all’apertura dei seggi per il ballottaggio di Anagni. Si voterà domenica e lunedì, fino alle 15: i risultati arriveranno in tempi rapidissimi. Nessun apparentamento e zero accordi nell’uno contro uno contro uno tra Daniele Natalia e Alessandro Cardinali.

Al primo turno il sindaco uscente ha ottenuto 5.105 voti, il 40,32%. Mentre per l’ex presidente della Provincia una percentuale del 24,23%, frutto delle 3.068 preferenze. La differenza è di 2.037 voti. La sfida è aperta. Ognuno dei due contendenti dovrà preoccuparsi soprattutto di riportare ai seggi la maggior parte di coloro che ci sono andati il 14 e 15 maggio. L’operazione più difficile è questa. Non si è raggiunta alcuna intesa con chi è rimasto fuori dal ballottaggio. Danilo Tuffi, appoggiato da Franco Fiorito, è arrivato al 17,9% (2.273 voti), Luca Santovincenzo al 17,4% (2.215).

Le esperienze del secondo turno confermano che nessuno è in grado di controllare e indirizzare i voti ottenuti da liste e singoli candidati. Daniele Natalia ha deciso di caratterizzarsi sul piano politico e ha dalla sua parte i simboli di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Su questo sta insistendo, per evidenziare un possibile circuito virtuoso con il Governo nazionale e la Regione Lazio di Francesco Rocca, che due settimane fa sul palco ha evidenziato  tale possibilità. Alessandro Cardinali ha una coalizione civica ampia e variegata, nella quale ci sono anche gli esponenti di Francesco De Angelis, il capo del Pd provinciale. Entrambi, Natalia e Cardinali, si stanno rivolgendo direttamente agli elettori degli altri due schieramenti. Il ballottaggio si preannuncia combattuto ed incerto: inevitabili i colpi bassi in questa fase, fa parte della politica.

IL TERMOVALORIZZATORE E I CONGRESSI

Nel Partito Democratico si continua a guardare ai congressi di Roma e del Lazio. Entrambi gli appuntamenti saranno condizionati dalla discussione in corso sul Termovalorizzatore della Capitale, che dovrebbe essere pronto per il 2026. Un’opera che va ad intrecciarsi con appuntamenti come il Giubileo e l’Expo. La novità è che Elly Schlein vuole perlomeno il ridimensionamento dell’opera. Annalisa Corrado, responsabile del settore Ambiente del partito, ha detto a La Repubblica: “Roberto Gualtieri si è legato mani e piedi a questo progetto. Blocchiamo il termovalorizzatore e a quel punto il sindaco si dimette? Non possiamo mettere a rischio la Capitale.

Il progetto va ridimensionato”. Poco altro da aggiungere. Ma tanto è bastato perché Roberto Gualtieri e Claudio Mancini si mettessero sulla difensiva. Il sindaco della Capitale ha ribadito che non intende rinunciare ad un progetto che considera strategico, perfino quando nel partito più di qualcuno ha voluto ricordare che il tema del termovalorizzatore di Roma è già costato al centrosinistra la sconfitta alle politiche e alle regionali. Elly Schlein ha cambiato linea. Tra un mese nel Lazio si vota per eleggere il segretario regionale. Poi toccherà a quello di Roma. I favoritissimi sono Daniele Leodori per il Lazio ed Enzo Foschi per Roma. Quest’ultimo è un fedelissimo di Nicola Zingaretti. Claudio Mancini e Roberto Gualtieri a questo punto cercheranno di dire la loro, perché hanno capito che nel momento in cui si dice apertamente che il governo della città di Roma va salvaguardato, allora vuol dire che i rischi di una messa in discussione sono altissimi. C’è il precedente di Ignazio Marino.

Daniele Leodori (dal primo minuto schierato con la Schlein) può interpretare meglio di chiunque altro la linea della neo segretaria anche nel Lazio, dove però il tema dei rifiuti è molto sentito nel partito. La necessità di chiudere il ciclo è stata una preoccupazione anche della giunta di Nicola Zingaretti. Quando però il Pd è rimasto impantanato nel ping pong dello scaricabarile con la giunta capitolina della pentastellata Virginia Raggi. Non sarà facile nemmeno per un democristiano di altissimo livello come Daniele Leodori tenere tutto insieme. Sabrina Alfonsi, assessora ai rifiuti del Comune di Roma, in queste ore ha fatto sapere che il progetto del termovalorizzatore andrà avanti senza ridimensionamenti.

Tra i maggiori sostenitori di questa impostazione c’è Alessio D’Amato, ex assessore regionale alla sanità e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Daniele Leodori non ha un compito semplice: l’asse tra Gualtieri, Mancini e D’Amato è significativo. L’ex vicepresidente della giunta regionale è nelle condizioni di avere la maggioranza e di vincere il congresso. Dopo dovrà trovare gli equilibri e per uno come lui non è un problema. Ma il dibattito sul termovalorizzatore della Capitale e del ciclo dei rifiuti nel Lazio resterà un problema. Restando al tema dei rifiuti, il destino dell’Egaf di Frosinone (l’unico costituito) appare segnato: annullamento in autotutela della delibera regionale che ha stabilito le quote di voto per Comuni e poi commissariamento. Mauro Buschini sempre più solo nel Pd.

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