La serie negativa l’aveva allungata, suo malgrado, Francesco Passaro. Il perugino si era battuto con orgoglio e con una certa consistenza tecnico tattica al cospetto del più quotato McDonald, ma alla fine lo statunitense l’aveva portata a casa. Cobolli, Sonego, Nardi e da quell’attimo anche Passaro caduti al primo turno del tormentato torneo partenopeo cominciavano a rappresentare un bilancio imbarazzante per il rigenerato tennis azzurro. Ci hanno pensato i big a cambiare tutto; prima Fognini, il più esperto, poi Berrettini e Musetti, il nuovo che avanza, hanno rimesso le cose a posto, allontanando la spiacevole sensazione di incompiutezza che aleggiava sugli Impianti di Via Diaz. Si è giocato tanto, per recuperare il ritardo accumulato, ma allo scoccare del venerdì il tabellone non si è ancora totalmente allineato ai quarti. La prima gioia azzurra è venuta da Fabio Fognini che pur in giornata non esaltante è riuscito a rispettare il pronostico contro Hugo Grenier. Vinto il primo con merito e a dispetto di un passaggio a vuoto, Fabio non ha saputo replicare nel secondo set. Subito sotto 3/0, il ligure non ha trovato le sensazioni giuste per rimediare in fretta e la partita è così andata al terzo. Nell’avvio della decisiva partita, Fabio non è riuscito ad incidere e a comandare il gioco come avrebbe voluto, ma per usare un proverbio locale “ha fatto passa’ a nuttat”. Superati senza danni i primi quattro giochi, il nativo di Arma di Taggia ha compiuto lo sforzo decisivo, variando ritmo e colpi. Troppo per Grenier, che non ha quel tennis nel suo bagaglio tecnico e ottavi raggiunti da Fabio che poi in serata ha anche iniziato, in modo non esaltante, il suo match contro Carreno Busta. È toccato poi a Matteo Berrettini, numero 16 Atp e numero 2 d’Italia, impegnato in una suggestiva rivincita con Carballes, che a Firenze lo aveva battuto rimontandolo da 2-5 al terzo. Stavolta non c’è stato alcun terzo, perché Matteo ha comandato sin dal primo gioco e lo spagnolo non è riuscito a ripetere la prova monstre di Firenze. Due set, nemmeno così lunghi, sono bastati a ristabilire le gerarchie, con Berrettini approdato ai quarti senza troppo penare. Missione compiuta anche per Lorenzo Musetti, che aveva di fronte un avversario per nulla agevole. Laszlo Djere aveva infatti vinto 5 dei precedenti sei confronti, ma stavolta Musetti ha mostrato una marcia in più. Sicuro da fondo campo, bravo nelle discese a rete e mai passivo, anche quando il serbo ha provato a prendersi l’inerzia dello scambio. Per un finale suggestivo e “riparatore” delle magagne che hanno addirittura preceduto l’inizio del torneo non sarebbe male una finale Musetti-Berrettini. Possibile, non probabile, perché mancano 4 vittorie complessive. Intanto nel doppio avanzano con sicurezza Vavassori e Sonego, che hanno prevalso in due set su Brkic/Escobar. A Guadalajara, nel mille, si è arrestata al terzo turno la corsa della nostra numero uno, Martina Trevisan, strapazzata senza troppi riguardi da Cori Coco Gauff: 6/0 6/3. Troppa differenza nella potenza dei colpi, impossibile far partita. Resta un torneo positivo per la fiorentina, che punta ad essere stabilmente nelle prime trenta.