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Monika Bulaj e la magia delle immagini: quando fotografare diventa un’arte e un percorso di crescita

Roberto Mercaldo
A Fumone presentato dalla reporter polacca il suo recente lavoro “Geografie sommerse”
Giugno 29, 2024

Imprigionare in uno scatto il dolore, il disagio, la disperazione e la speranza. Già, la speranza non è mai doma e anche nelle situazioni estreme, anche quando la vita sembra mostrarti solo un volto alieno, può soccorrerti all’improvviso e offrirti una possibilità.
“Geografie sommerse” è il catalogo di un’interprete sublime del ruolo di reporter, fotografa e documentarista. Viene dalla Polonia, Monika Bulaj, ma di regola gira il mondo, per rappresentare attraverso la sua arte quante realtà esistano dietro la facciata del mondo che corre frenetico dietro il business, il marketing e ogni altro frammento dell’apparire.
Lei fotografa chi fugge dalle guerre, dalle persecuzioni etniche, religiose, da discriminazioni che continuano a marchiare il mondo e a renderlo inospitale per tanti, troppi esseri umani.
Il suo lavoro è universalmente apprezzato. Monika Bulaj lavora infatti per giornali ed emittenti di primissimo piano di tutto il mondo dell’informazione, ma interpreta il suo lavoro con una dedizione ed un’umiltà che la rendono unica e così vicina a tutti noi.

Lo ha dimostrato una volta di più in quel di Fumone, al Nido d’Aquila, dove ha presentato il suo ultimo lavoro davanti a una sala gremita ed ammirata.
Antonio Rossi e l’associazione “Carpe Imaginem” hanno lavorato affinché questa serata potesse aver luogo e alla pratica realizzazione hanno contribuito in misura determinante il sindaco di Fumone, Matteo Campoli, ed il presidente della Pro Loco di Fumone, Michele Cecchetti.
Impossibile non ricordare in questa sede il presidente onorario di “Carpe Imaginem”, Edoardo Paniccia, memoria storica di Alatri, che con i suoi scatti ha rappresentato ed illustrato un’epoca e il cui ricordo l’associazione intende onorare attraverso un’opera certosina e manifestazioni di grande respiro.
L’emozione con la quale la platea ha recepito il messaggio di Monika Bulaj è stata palpabile. C’era quasi un alone di magia nella sala allo scorrere delle immagini e tutti hanno percepito quanta passione e quanta genuina ispirazione ci siano dietro quei viaggi in luoghi dimenticati, in angoli del mondo che gridano dolore e richiedono un aiuto a chi abbia sensibilità e non abbia cancellato la parola pietà dal proprio vocabolario.
L’incontro è stato pertanto un arricchimento interiore, un percorso di crescita, un modo di guardare con gli occhi del cuore a realtà che troppo spesso si preferisce occultare.
Monika Bulaj, nel suo breve soggiorno ciociaro, ha avuto modo di visitare anche il campo delle Fraschette, che fu di smistamento e poi campo profughi. Ha inoltre incontrato un apprezzato artista locale, lo scultore Giorgio Tolomei, ed ha visitato alcuni angoli suggestivi della nostra Ciociaria, restandome affascinata e promettendo di tornare.
Una promessa che riempie d’orgoglio tutti coloro che hanno lodevolmente contribuito a questa bellissima iniziativa. È anche così che cresce un territorio, perché la cultura, in ogni sua forma, apre le porte sempre magiche del sogno.

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