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Michele Santoro: “Fazio e Annunziata? Non li sopporto”. Nel Pd comandano sempre le correnti, in Ciociaria quella di De Angelis

Licandro Licantropo
Maggio 31, 2023
Michele Santoro, giornalista e produttore televisivo

“La Rai ha avuto una perdita con l’addio di Fazio e Annunziata, sono professionisti molto validi. Io non sopporto nessuno dei due”. Spiazzante, mai banale, controcorrente per statuto: Michele Santoro ha sorpreso ancora una volta. Intervistato da Giovanni Floris a DiMartedì, Santoro ha dispensato diverse “pillole” per descrivere il mondo dell’editoria del servizio pubblico: “Le narrazioni che fanno sono sempre un po’ farlocche – ha detto -. Non è vero che Fazio è stato 40 anni ininterrotti in Rai, è andato via a lavorare a La7 quando era di Telecom”.

Su Lucia Annunziata: “Quando lasci la Rai dicendo che non sei d’accordo con questo governo, uno si deve ricordare che è stata il presidente di garanzia quando a governare era Silvio Berlusconi. Lucia Annunziata è subentrata a Paolo Mieli, che si dimise dopo aver posto come condizione il rientro di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro”. Giovanni Floris ha obiettato che questo è gossip tra conduttori. Per Santoro non è così. Le politiche editoriali ci sono sempre, ad ogni livello e la Rai non ha mai fatto eccezione, anzi. Nessuno però evidenzia un altro aspetto: magari con i cambi di governo verranno valorizzati professionisti che nelle precedenti gestioni sono rimasti ai margini. Funziona così, le lottizzazioni possono essere fatte in maniera intelligente se si punta su competenze e professionalità. Stracciarsi le vesti per cambi di palinsesti e conduttori (che non restano certamente a piedi o senza lavoro) è sicuramente esagerato. Inoltre, ripetiamo la domanda fatta qualche giorno fa: quanti italiani si appassionano davvero a queste vicende?

SCHLEIN ASSENTE E LE CORRENTI PADRONE

L’analisi più lucida sull’ennesima sconfitta del Partito Democratico l’ha fatta Paolo Mieli a colloquio con Alessandro De Angelis sull’Huffington Post: “La segretaria non ha responsabilità, è un’estranea. Per questo la difendo. Forse è un problema di gioventù: scompare e poi ricompare. La responsabilità è dei gruppi dirigenti, che la incoraggiano a dire vaghezze, e sono disposti a cambiare tutto pur di restare al potere”. In effetti Elly Schlein ha dato una forte accelerazione appena eletta segretaria del Pd, riportando il partito stabilmente al 21% (era precipitato al 14%), ma da quel momento in poi la spinta propulsiva è terminata. Davanti ad un centrodestra che parla in maniera semplice agli italiani c’è un centrosinistra diviso, senza alleanze e che è costretto ad arrampicarsi sugli specchi su molti temi.

Per esempio sul termovalorizzatore di Roma, cavallo di battaglia del sindaco Roberto Gualtieri e non gradito proprio alla Schlein. Quest’ultima rischia di trovarsi nella stessa situazione di Nicola Zingaretti ed Enrico Letta: schiacciata nella morsa delle correnti. Ha ragione Paolo Mieli. Le primarie nazionali hanno una dimensione diversa, poi però bisogna scendere nei territori e allora la musica cambia. Per come è strutturato adesso il Partito Democratico, sono le correnti a poter mettere e togliere dal piatto i pacchetti di voti necessari per eleggere dei rappresentanti nei vari organismi. In provincia di Frosinone il numero uno è Francesco De Angelis, che ieri sera ha riunito la propria area a Ripi. Per ribadire che sosterrà Daniele Leodori nella corsa alla segreteria del Pd laziale, candidandosi in prima persona nella lista a sostegno. Era presente anche il deputato Claudio Mancini, mentore di Gualtieri. Vuoi vedere che De Angelis ha iniziato una mediazione in vista del congresso regionale? Molto attiva anche Sara Battisti, consigliere regionale. Da Matteo Renzi in poi, tutti i segretari del Partito Democratico hanno preso l’impegno di smantellare il sistema delle correnti. Fallendo. Forse va cambiato l’approccio, cercando di armonizzare le diverse anime ma comunque accettandole come connaturate alla realtà del partito. In fondo in Ciociaria Francesco De Angelis è l’esempio di come i segretari nazionali passino ma le correnti restino. Pensare Democratico continua ad eleggere consiglieri regionali, sindaci e presidenti di enti sulla base dei voti che prende.