Il ciclone Jannik su Miami. Non fa vittime, non scoperchia case, ma qualche certezza la trascina via. Persino Alcaraz, in attesa di sapere se debellerà le velleità di Fritz, baluardo della speranza stelle e strisce, può legittimamente preoccuparsi di un eventuale incontro-scontro in semi.
Al malcapitato Ruusuvuori, avversario dei quarti di finale, Jannik ha concesso un’illusione durata sei game. Dopo aver preso le misure, però, il ragazzo della Val Pusteria, ha applicato la par condicio, trattando il finlandese come Rublev.
Investito da colpi di violenza inusuale, il buon Emil ha fatto “all-in”, tirando a tutto braccio, per cercare se non altro qualche soddisfazione parziale.
Non gli è andata molto bene, perché oltre agli applausi del pubblico, ha rimediato un solo game nel corso di un secondo set iniziato alle 20,40 italiane e terminato… 3 ore dopo, solo perché la prevista precipitazione ha fermato il match sul 2/0 al secondo set.
Ora Jannik dovrà fare da spettatore, per sapere se in semifinale gli toccherà confrontarsi di nuovo con Alcaraz, per la sesta replica di un confronto che ha tutta l’aria di diventare un classico del tennis mondiale.
In programma oggi anche gli altri due quarti del tabellone maschile, con Medvedev super favorito contro la rivelazione Eubanks e Kachanov lievemente in vantaggio su Cerundolo nelle previsioni degli esperti.
CADE ARYNA SABALENKA, LA SORPRESA CIRSTEA
Terremoto nel tabellone femminile, perché mentre tutti si preparavano al remake della sfida tra Rybakina e Sabalenka, la tigre di Minsk ha inopinatamente abbandonato la scelta. Colpa, o merito, fate un po’ voi, di Sorana Cirstea, rumena col nome di battesimo che evoca la Ciociaria. La numero 74 del mondo ha giocato la partita della vita, la maestosa Aryna ha incontrato una giornata da montagne russe e così è stato confezionato un risultato che ridisegna le gerarchie del torneo.
A questo punto è davvero difficile ipotizzare una vincitrice diversa da Elena Rybakina, ma prima di assegnare il double alla principessa kazaka sarà saggio tenere in considerazione la fame di Alexandrova, la classe di Kvitova e la tenacia di Pegula e della stessa Cirstea.
Oggi ne sapremo di più, dopo aver visto all’opera Kvitova e Alexandrova, il cui cognome ricorda la “Polina” de “Il giocatore”, capolavoro di Dostojewski.
Polina, pardon Ekaterina contro Viktoria, per l’ennesimo confronto tra scuole dell’Est Europeo, ancora dominanti nel tennis femminile.
Sarà battaglia vera, senza esclusione di colpi.