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Mario Giordano va a caccia di tromboni, categoria assai diffusa in Italia

Alberto Fraja
Come racconta l’autore, sbugiardare gli incompetenti è facile, sono gli esperti quelli davvero pericolosi. Vestono la maschera di chi la sa lunga, si presentano sotto mentite spoglie e galleggiano sulle onde del pensiero unico.
Giugno 6, 2022
Mario Giordano

Il Grillo Parlante del giornalismo italiano, al secolo Mario Giordano, è tornato a frinire. E lo ha fatto alla maniera che gli è più congeniale, ovvero intessendo l’ultimo suo libro di cri cri sapidi, circostanziati e puntuti. L’ultima fatica di Mario Giordano si intitola “Tromboni. Tutte le bugie di chi ha sempre le gambe corte (Rizzoli, 254 pagine)”. Chiariamo anzitutto una cosa: chi sono i tromboni di cui al titolo? “Sono quelli che salgono in cattedra – spiega Giordano -. Che vi spiegano cosa bisogna fare. Vantano specializzazioni. Grandi doti. Grandi capacità. Tutto grande come il lupo di Cappuccetto Rosso. Che bocca grande che hai. Per mangiare meglio”. 
Inutile aggiungere che di tromboni il Belpaese abbonda. Come racconta l’autore, sbugiardare gli incompetenti è facile, sono gli esperti quelli davvero pericolosi. Vestono la maschera di chi la sa lunga, si presentano sotto mentite spoglie e galleggiano sulle onde del pensiero unico.
Smascherare i tromboni non è facile. La corrente generale li protegge. Li sorregge. Li spinge avanti. Usciamo da due anni di impressionante conformismo delle idee e dell’informazione. Prima il Covid, poi la guerra ci hanno regalato la moltiplicazione dei pappagalli. Tutti a ripetere sempre gli stessi slogan. Tutti a ripetere le stesse formulette. Chi, in questo periodo, ha osato uscire dal sentiero tracciato è stato demonizzato, emarginato, criminalizzato. L’impresa di smascherare i palloni gonfiati è titanica ma Giordano è un capitano coraggioso. Non teme la pugna. Veste il giaco, monta il suo Ronzinante e va alla caccia grossa. Partendo da chi? C’è l’imbarazzo della scelta.
Prendiamo i cosiddetti superesperti chiamati al capezzale di aziende che stanno per tirare le cuoia.
Ricordare Mercatone Uno? Era la catena dei grand magazzini del mobile, quasi 80 punti vendita, 3700 dipendenti, la sponsorizzazione di Marco Pantani e gli spot in tv.
“Un marchio che sembrava fortissimo e che invece è stato distrutto proprio grazie all’opera dei superesperti – scrive Giordano -. Quando, nel 2015 il gruppo è andato in crisi, infatti, sono stati nominati tre commissari:: il commercialista Ermanno Sgaravato, l’avvocato Stefano Coehn e l’ex presidente di coop Italia Vincenzo Tassinari”
Cos’ha combinato la trimurti?
“Oltre ad autoassegnarsi compensi per 7,2 milioni di euro hanno ceduto Mercatone a una società appena nata, la Shernon, controllata da una misteriosa finanziaria maltese e amministrata da un signore Valdero Rigoni con alle spalle già fallimento. Una scelta non proprio oculata. Infatti il signor Valdero nel dicembre del 2102 è stato condannato per bancarotta fraudolenta: ha spolpato l’azienda e poi ne ha chiesto il fallimento con un inevitabile licenziamento di tutti i dipendenti”.
Tromboni, anzi trombettieri, alla guerra russo-ucraina.
“All ‘inizio del marzo 2022 nasce la task force europea contro le bufale sulla guerra in Ucraina. Chi è chiamato a farne parte? Ovviamente lui, Gianni Riotta, uno che di bufale se ne intende: da direttore del Tg1, infatti, era stato accusato più volte di avere mandato inonda immagini farlocche, fra cui quelle del papa che guarda il Tg1 (22 aprile 2007). Poi, da direttore del Sole 24 Ore, si era distinto per aver scambiato in un editoriale (6 marzo 2011) la Somalia con la Libia (…). Riotta, che è stato definito dal premio Pulitzer Glenn Greenwald come “l’opposto del giornalismo”, ha nel suo curriculum tutto quello che serve per svolgere con precisione l’incarico – scrive Giodano -. Anche Federico Fubini, vicedirettore del Corriere, è stato chiamato, nel gennaio 2018, a far parte di una commissione europea antibufale. E anche lui ha pensato di festeggiare tale prestigiosa nomina a suo modo, cioè pubblicando una maxibufala. Il 1° novembre di quell ‘anno, infatti, sul quotidiano di via Solferino Fubini ha annunciato (la notizia fu pubblicata in prima pagina con grande evidenza) che sarebbe stata aperta una procedura di infrazione dell’Ue contro l’Italia, cosa che poi non accadde”. 
Giordano ne ha anche per Sabino Cassese. “Cassese è un altro supercompetente ad honorem. Quando nel 2018 crolla il Ponte Morandi a Genova, si sente subito chiamato a intervenire contro ogni ipotesi di rescissione della concessione autostradale ai Benetton. “Compito della politica è costruire il futuro o distruggere il passato?” si chiede pensoso. Un ragionamento da vero esperto, si capisce. La cui esperienza emerge ancor meglio quando, nel novembre 2021, con il libro “La sacra famiglia” Gianni Dragoni ricorda che Sabino Cassese, quello che si batte strenuamente perché i Benetton non vengano penalizzati dopo la tragedia di Genova, è lo stesso che è stato per quasi sei anni nel consiglio d’amministrazione della società dei Benetton ricevendo 300.997 euro per la carica e 389.750 euro per le consulenze”. Così sia.

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