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Mareggiate e danni sul litorale pontino, basta con le soluzioni tampone. Serve un piano di sviluppo sostenibile

Marco Battistini
Danni ingentissimi in varie località con litorali allagati, spiagge sparite, stabilimenti balneari e campeggi distrutti. 
Novembre 25, 2022

Le mareggiate violentissime che si sono abbattute nei giorni scorsi sul litorale romano e pontino ripropongono un tema quasi dimenticato dalla classe politica regionale, ma di vitale importanza per una fetta consistente dell’indotto economico di queste aree. Si segnalano danni ingentissimi in varie località con litorali allagati, spiagge sparite, stabilimenti balneari e campeggi distrutti. 

EMERGENZA EROSIONE

Siamo davanti ad un’emergenza gravissima che ha cancellato interi tratti di costa nei Comuni nel Lazio ed in particolare nel pontino.
L’erosione costiera ha raggiunto, in molti tratti del litorale, livelli di grave dissesto e, considerata la rapida evoluzione dei fenomeni di arretramento delle spiagge degli ultimi anni, le prospettive future sono molto preoccupanti. Sono fin troppo evidenti i riflessi negativi di questo dramma proprio per il settore di punta del nostro territorio, ovvero il turismo, che rappresenta il 13% del Pil nazionale e laziale. Ma relativamente al tema del ripascimento occorre sottolineare purtroppo l’insufficienza di interventi strutturali da parte dell’amministrazione regionale uscente.
La stagione estiva è ancora lontana, eppure ci troviamo di fronte ad una realtà mortificante per i territori, le popolazioni costiere, strutture ricettive e l’intero indotto turistico. Il litorale, la costa, sono un patrimonio, ma come tali necessitano di interventi, di manutenzione, di investimenti. 
Appare fondamentale pianificare le azioni necessarie a garantire in tempi stretti la difesa e la ricostruzione di tutto il litorale laziale attraverso una serie di iniziative finalizzate a ridurre il rischio di erosione, azzerare il pericolo verso il patrimonio pubblico e privato e per la sicurezza dei cittadini, procedendo ad un progressivo ripascimento e definendo interventi periodici e continuativi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Da tempo immemore numerosi amministratori del litorale avevano segnalato ripetutamente il problema, lanciando un allarme rosso al governo regionale, e rimarcando l’indifferibilità di un intervento strutturale a medio e lungo termine per combattere l’erosione su tutta la costa. L’allarme sullo stato di salute delle nostre coste, infatti, si trascina da anni tra inadempienze e mancanza di interventi che stanno acuendo i già persistenti danni legati all’erosione, mettendo in ginocchio centinaia di imprese operanti sul litorale laziale.
Imprese che, in particolare nella provincia di Latina, ogni anno devono fare i conti con gli effetti devastanti delle mareggiate e dell’erosione che continuano a sottrarre porzioni importanti di territorio, a distruggere le attività balneari e a mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini.
Il mare, privo della barriera naturale che la spiaggia rappresentava, sta inoltre cominciando a scavare le dune creando problemi di sicurezza e di cedimento oltre che agli stabilimenti anche alle abitazioni e alle strade che costeggiano il litorale.

RIMEDI E SOLUZIONI  

Per tutte queste ragioni sembra evidente la necessità di creare un argine solido a tale situazione. Ad oggi gli embrionali interventi messi in atto sono stati resi vani dalle costanti mareggiate che, soprattutto nel periodo invernale, ma non solo, hanno compromesso la costa laziale e messo in ginocchio le strutture turistiche interessate con tutte le prevedibili conseguenze in campo economico e sociale.
Non si tratta di soddisfare solo le esigenze di piccole comunità locali, perché stiamo parlando di un fenomeno di vasta portata. Un problema che richiede non annunci o dichiarazioni di intenti, ma azioni mirate e programmate nel tempo, realizzate sulla base di dati certi, che partendo dalla risoluzione delle emergenze principali possa ampliarsi a ricomprendere lavori duraturi. A mio parere bisogna recepire la voce di migliaia di imprese, soprattutto di piccole dimensioni, operanti sulla costa, da Minturno al Salto di Fondi, passando per Sabaudia, San Felice Circeo, Latina, Nettuno, Anzio, Ostia, fino a Montalto di Castro, che rischiano di vedere andare in fumo l’unica fonte di reddito che dal mare e nel mare trova sostentamento.
Bisognerebbe evitare (come accaduto fino ad oggi), di realizzare interventi a spot che nell’arco di qualche mese si traducono solo in un dispendio inutile di risorse. Nel passato in effetti si è provveduto ad effettuare singoli lavori di ripascimento, peraltro piuttosto costosi, che tuttavia non hanno modificato la tendenza verso l’assottigliamento di anno in anno delle nostre spiagge.
Le soluzioni-tampone non sono più sufficienti, comportando peraltro un forte dispendio di risorse economiche, ed ecco perché c’è bisogno semmai di un piano di lungo periodo per salvare il nostro mare attraverso interventi strutturali. Gli interventi di difesa, quindi, devono essere integrati in un piano che deve includere criteri di sviluppo sostenibile e tutela ambientale, in quanto la conservazione dei litorali sabbiosi ben sviluppati e il contrasto all’erosione costiera rappresentano, in genere, una strategia di difesa e di riduzione del rischio di inondazione dei territori costieri.
Il compito di un’amministrazione regionale è risolvere queste criticità una volta per tutte impedendo che ogni anno, all’apertura della stagione estiva, l’erosione e i danni provocati dalle mareggiate mettano a rischio il settore turistico di cui i territori costieri vivono, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro e il futuro di tantissime famiglie. La campagna elettorale ormai alle porte, dovrebbe indurre le forze politiche a riflessioni più profonde sulla salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze. Ad oggi su questi temi si segnala una scarsa attenzione. Ma chi vincerà le elezioni regionali a febbraio avrà l’onore di governare e l’onere di trovare soluzioni. Il dovere morale e politico di dare risposte a migliaia di famiglie che vivono solo grazie al mare.

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