Poteva essere il primo incontro tra i parlamentari neo-eletti, le istituzioni e la platea delle aziende del territorio che aderiscono a Federlazio. Come accade quasi sempre si è invece trasformata nella solita noiosa lezioncina autoreferenziale che non ha né aggiunto né tolto nulla ai numerosi pesanti interrogativi che si addensano come nubi sul futuro del comparto imprenditoriale della nostra provincia. Peccato, perchè “Il futuro non aspetta” l’incontro che si sta concludendo in questi minuti all’Hotel Colaiaco di Anagni organizzato dal Presidente Nino Polito e dal direttore Massimiliano Iannucci poteva servire quanto meno per un confronto tra le istanze dei tanti imprenditori presenti e la rappresentanza parlamentare (Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani, Nicola Ottaviani) che dai banchi della futura maggioranza di governo sarà impegnata in prima linea con Fratelli d’Italia e con la Lega nell’attività legislativa alla Camera dei Deputati. Oltre ai parlamentari c’erano anche i consiglieri regionali Pasquale Ciacciarelli e Mauro Buschini ed uno dei più importanti stakeholder pubblici, il Consorzio Unico Regionale con Francesco De Angelis. Poi dicono che la politica non da risposte… Quale occasione migliore per rappresentare tutte le difficoltà del momento, verificare impegni e disponibilità, sentire che tipo di approccio alla crisi e alla recessione in arrivo si sta studiando all’interno dei vari partiti (di maggioranza e di opposizione). Invece politici e istituzioni sono stati chiamati a fare la claque. E Federlazio, come niente fosse, ha chiamato il banchiere Carlo Salvatori (nemmeno una novità per il territorio) per una triste e scontata lezioncina sull’Italia. Piena di tanti inutili richiami alle conosciutissime criticità (giustizia che non funziona, lentezza della burocrazia, mancanza di investimenti al Sud, basso livello dell’istruzione) e povera di idee e soluzioni per salvare decine di migliaia di aziende e posti di lavoro, dalla mannaia di costi energetici impazziti e di una speculazione internazionale sempre più cinica e incontrollabile.
Visto che va di moda si è poi parlato di start-up con il direttore generale dell’associazione Luciano Moggi, con lo startupper Luca Di Bartolomei, con il direttore Spazio Attivo di Lazio Innova, Luigi Campitelli e con il rettore dell’Università degli Studi di Cassino, Marco Dell’Isola.
L’impressione finale, ricavata dall’iniziativa organizzata anche per i 50 anni della Federlazio, è che nonostante le buone intenzioni anche le associazioni continuano a ragionare per compartimenti stagni. E continuano a parlare del mondo che verrà ragionando con logiche vecchie e superate. Ci vuole ben altro per inseguire il futuro che non aspetta.
