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L’indagine di Federlazio: “Costi energetici alle stelle per oltre 7 imprese su dieci”

Cesidio Vano
Appello al Governo: “Servono interventi immediati”.
Novembre 14, 2022
Nino Polito, presidente Federlazio Frosinone

Sono più di 7 su dieci le imprese della Ciociaria che si trovano a fare i conti con aumenti cospicui delle bollette dell’energia elettrica; mentre la stessa sorte tocca a 5 aziende su dieci per la fornitura del gas.

I dati emergono dal monitoraggio che Federlazio sta facendo su duecento aziende campione in merito all’andamento dei prezzi di gas e luce e in considerazione della situazione di forte difficoltà delle aziende stesse.

Il 38% delle imprese monitorate ha registrato un incremento superiore al 50% delle bollette per l’energia elettrica e al 25% per la fornitura del gas; il 33% tra il 20% e il 50% per l’energia e il 26% per il gas; il 17% meno del 20% per l’energia e il 13% per il gas; mentre il 12%, per l’energia, e il 36% per il gas, pur avendo accusato aumenti significativi, non è ancora in grado di valutarne la misura, a causa della difficoltà di lettura comparata delle fatture di quest’anno con quelle del precedente.

Con l’impennarsi delle bollette, crescono anche i costi di produzione delle aziende: il 9% si trova in una condizione di forte sofferenza economica; il 47%, pur registrando impatti negativi, afferma che la propria attività aziendale non è stata compromessa; il 16% registra una situazione abbastanza grave, con un consistente calo dei margini aziendali; il 27% opera in settori che non comportano un utilizzo significativo di energia e gas e, pertanto, ha subito effetti marginali.

Ad aver avuto la sorte peggiore sono le attività che operano nel comparto della ceramica con il 55% delle imprese che registrano una situazione di forte difficoltà che sta mettendo a rischio la continuità aziendale e con il rimanente 45% che dichiara impatti significativi che stanno riducendo al minimo i margini di guadagno.

Le attività della logistica vedono il 54% delle imprese con significativi impatti sui ricavi e un restante 46% che pur avendo registrato incrementi dei costi per l’energia superiori al 20%, si mantengono ancora in equilibrio.

Il metalmeccanico e la lavorazione dei metalli mostra un 20% che si trova in forte difficoltà e considera a rischio la continuità aziendale; un 40% che registra una significativa riduzione dei margini; un il 30% che si mantiene in equilibrio e un 10% che non riesce a valutare completamente gli effetti dell’incremento dei costi energetici.

La ristorazione vede il 53% delle aziende che lavorando su buoni livelli, si trovano in difficoltà per la riduzione dei margini; il 27% che ancora si considerano in equilibrio economico e il restante 20% che è riuscito in parte a compensare gli incrementi dei prezzi dell’energia aumentando il costo dei servizi offerti.

Il commercio al dettaglio e all’ingrosso mostra il 15% che ha subito gravi conseguenze; il 50% che soffre di significative riduzioni dei margini e, tra queste, buona parte dei piccoli esercizi sta valutando di ridurre orari e giorni di apertura; il 20% che non accusa forti conseguenze; il 15% che non sa quantificare l’impatto sulla propria attività.

Le aspettative degli imprenditori, a breve e medio termine, raccontano che: il 5% delle aziende rischia concretamente di sospendere o chiudere le proprie attività produttive; il 18% ritiene di poter reggere ancora alcuni mesi, ma senza una significativa riduzione dei costi energetici non è sicuro di poter garantire la continuità aziendale; il 10% prevede una riduzione delle attività e la necessità di ricorrere alla Cassa integrazione Guadagni; il 45% si sente ancora in grado di mantenere gli attuali livelli produttivi, ma dovrà comunque far fronte a una significativa riduzione dei margini; il 22%, appartenente nella quasi totalità al settore dei servizi non commerciali, ritiene che i costi energetici non incideranno in maniera significativa su ricavi e margini di guadagno.

Nel complesso, nonostante la notevole capacità di resistenza delle PMI, il 2023 rischia di nuovo di essere un anno in cui il margine di guadagno si ridurrà ulteriormente.

Il Presidente Federlazio Frosinone, Nino Polito, ha lanciato un appello al Governo: “Senza interventi immediati e incisivi da parte delle istituzioni europee, nazionali e dei sistemi regolatori dei mercati per contenere gli effetti dell’estrema volatilità dei prezzi delle materie prime e dell’energia sui mercati globali, molte imprese rischiano di registrare una battuta d’arresto nel percorso di rilancio e innovazione che si era messo in moto con l’uscita dalla fase critica delle pandemie. I primi effetti di tutto ciò si stanno già purtroppo verificando e sono anche recentemente certificati dall’Istat che registra una variazione positiva dello 0,5% del PIL grazie ai servizi, il turismo che, fortunatamente sta registrando dati sempre più positivi, mentre il primario, la manifattura e l’agricoltura, accusa un calo. L’auspicio è che il nuovo Governo intervenga immediatamente”.

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