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La mossa di Giorgia e il silenzio di Elly, Rocca pronto a presentare la giunta. Cardinali sogna la fascia tricolore nella città dei… papi

Licandro Licantropo
Domani o al massimo venerdì Francesco Rocca presenterà la giunta. Oggi è in programma l’ennesimo vertice tra i segretari regionali dei partiti del centrodestra
Marzo 8, 2023
La premier Giorgia Meloni (Foto: Ansa)

Un presidente del consiglio ha tanti modi per blindare il Governo ma far capire contemporaneamente che qualcosa non ha funzionato. Giorgia Meloni non era presente ieri alla Camera e al Senato durante l’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sui fatti di Cutro. Mancava pure il leader della Lega Matteo Salvini e c’erano assenze nelle prime file del governo. La maggioranza di centrodestra è stata compatta, ma qualcuno ha parlato di errori commessi nella catena di comando. Nel frattempo l’Unione Europea rispondeva alla premier italiana. Ursula Von der Leyen ha voluto chiarire di “sentirsi incoraggiata dalla reazione e, in particolare, dall’impegno mostrato dall’Italia a lavorare a stretto contatto con la Ue”.

Annunciando che da qui al 2025 l’Unione Europea metterà a disposizione mezzo miliardo per il reinsediamento in Europa attraverso corridoi umanitari di circa 50.000 persone. Un piccolo segnale ma significativo perché rappresenta un’inversione di tendenza. C’è soprattutto il dato politico: Giorgia Meloni dimostra ancora una volta di essere autorevole in Europa, trovando una sponda indubbiamente forte. In questo modo ha fatto capire sia all’opposizione di centrosinistra che agli alleati della Lega di non essere affatto isolata a Bruxelles. Matteo Piantedosi ha avuto lo scudo completo di Palazzo Chigi e di tutto il centrodestra, ma al tempo stesso ha capito che d’ora in poi sull’immigrazione la linea la darà soltanto Giorgia Meloni.
E’ rimasta in silenzio invece Elly Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico. Tutti aspettavano il debutto in aula. Lo ha rinviato per un motivo preciso: dopo che per giorni le opposizioni non hanno fatto altro che chiedere le dimissioni di Piantedosi, quando si è resa conto che la maggioranza sarebbe stata granitica ha voluto evitare l’effetto boomerang. Esattamente come una mozione di sfiducia, quando si invocano le dimissioni, bisogna accertarsi di avere i numeri per centrare l’obiettivo. E’ ancora presto per conoscere la strategia del Partito Democratico in aula, ma il fatto che sia intervenuto Giuseppe Provenzano e non Debora Serracchiani è comunque un segnale che anche nei gruppi parlamentari cambierà molto.

LA GIUNTA ROCCA

Domani o al massimo venerdì Francesco Rocca presenterà la giunta. Oggi è in programma l’ennesimo vertice tra i segretari regionali dei partiti del centrodestra. La composizione in linea di massima è stata individuata: 6 assessorati e presidenza del consiglio a Fratelli d’Italia, 2 alla Lega, 2 a Forza Italia. Se la presidenza del consiglio dovesse andare alla Lega, allora i posti in giunta per i Fratelli sarebbero 7. Un assetto rispettoso dei numeri nell’aula della Pisana: 22 consiglieri per FdI, 3 per la Lega, 3 per Forza Italia, 1 per l’Udc, 1 per la Lista Rocca.

La Ciociaria esprimerà assessori? Probabilmente sì. Nella Lega a sperare è Pasquale Ciacciarelli, non confermato come consigliere ma forte di 14.000 preferenze secche. Fratelli d’Italia è l’unico partito del centrodestra ad avere eletto consiglieri di maggioranza: Daniele Maura e Alessia Savo. Si deciderà tutto alla riunione del partito e del gruppo. Le quote rosa potrebbero rivelarsi decisive. Lunedì prossimo ci sarà invece la riunione del consiglio regionale. In quel momento comincerà una fase politica nuova, dopo due mandati (dieci anni) di Nicola Zingaretti. Farà un certo effetto vedere Daniele Leodori e Alessio D’Amato nei banchi delle opposizioni. Verificheremo pure se Donatella Bianchi deciderà di guidare il Movimento Cinque Stelle per l’intera legislatura. Francesco Rocca leggerà la relazione programmatica e si soffermerà moltissimo sulla sanità: rendere operativi i Pronto Soccorso è una specie di missione per esempio.

LE COMUNALI

Ad Anagni la certezza è rappresentata dalle candidature a sindaco dell’uscente Daniele Natalia e di Alessandro Cardinali, che sta aggregando una coalizione civica e centrista. Sembrava volesse fare l’allenatore, invece pare proprio che indosserà la maglia del centravanti. Si aspettano le mosse del Pd (chi l’ha visto?) e di Franco Fiorito, che continua a divertirsi nell’esercizio di un tiki-taka da possesso palla esasperato. Ma c’è ancora tempo: si vota il 14 e 15 maggio per il primo turno e vuol dire che le liste dovranno essere presentate un mese prima. A metà aprile. Mentre a Ferentino Piergianni Fiorletta vincerà sicuramente le primarie. Dopo cercherà di riprendersi quella fascia tricolore che ha già indossato per diversi anni. Antonio Pompeo non vuole fare passi affrettati e sta cercando di individuare la soluzione migliore. Nel centrodestra si sta ripetendo quello che è successo alla Provincia. L’indicazione di Luca Zaccari non è stata concordata dalla Lega con gli alleati. Impossibile che in queste condizioni il centrodestra possa convergere sull’ex consigliere provinciale. Zaccari potrebbe guidare un’alleanza civica nella quale ci sia anche Pompeo? Il disegno originario era questo. Nel frattempo però alla guida del Pd è arrivata Elly Schlein: difficile che possa dare il via libera (in un Comune con oltre 15.000 abitanti) ad una coalizione Pd-Lega.

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