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La maschera delle primarie

Licandro Licantropo
“Houston abbiamo un problema”: se gran parte degli alleati comincia a parlare di primarie vuol dire che il Sindaco in carica verrà messo in discussione. Qui non si tratta di tattica ma della certificazione di una spaccatura che non promette nulla di buono…
Giugno 1, 2025
Riccardo Mastrangeli (foto Massimo Scaccia)

A questo punto è il sindaco Riccardo Mastrangeli a dover pretendere chiarezza dalla coalizione che dice di sostenerlo. La settimana che si chiude oggi è stata caratterizzata dal continuo riferimento alle primarie del centrodestra che si terranno tra due anni (!). In vista delle quali Fratelli d’Italia, la Lista per Frosinone e la Lista Marini chiedono che si tratti di un appuntamento aperto, incerto e competitivo tra i partecipanti. Non con il risultato già scritto come nelle tre precedenti occasioni. Andrebbe tutto bene, se non fosse che Riccardo Mastrangeli sarà il sindaco uscente e quindi in questo modo lo si vuole mettere in discussione fin da ora. Il gruppo di Fratelli d’Italia, guidato da Fabio Tagliaferri, nei giorni scorsi ha effettuato una sorta di sopralluoghi a piazzale Kambo per riaffermare che è necessario rivedere alcune decisioni riguardanti la viabilità. Scelte che stanno penalizzando cittadini, residenti e commercianti. Una richiesta che FdI ha avanzato da mesi e sulla quale non sono arrivate risposte.
Ma quello che è successo a Frosinone (il capoluogo) negli ultimi due anni sul piano politico è preoccupante. Ricordiamolo: 9 consiglieri eletti nel centrodestra sono alcuni (6) all’opposizione e altri (3) all’appoggio esterno. Forza Italia, partito fondatore del centrodestra, da due anni è fuori dalla coalizione e ogni tentativo di “ricucitura” è stato stroncato sul nascere. Lo schema Lega-liste civiche è andato in crisi da tempo e il vice-sindaco Antonio Scaccia (coordinatore regionale dell’associazione Noi con Vannacci) sta andando avanti per la sua strada. Emblematici sono alcuni video che rimbalzano sui telefonini degli addetti ai lavori con i quali certifica la rottura con Nicola Ottaviani. Quest’ultimo, parlamentare e coordinatore provinciale della Lega, proverà a recuperare l’asse, ma l’operazione, seppur possibile, non si preannuncia semplice. Anche perché il Carroccio, da noi, non ha più il peso politico di qualche anno fa.
In provincia di Frosinone la classe dirigente dei partiti del centrodestra non siede seriamente attorno allo stesso tavolo da tempo ma su questo incidono le differenze di peso e gli atteggiamenti non proprio cristallini, in merito alle sorti della coalizione, di alcuni leader regionali. Che, alle prese con le proprie contraddizioni interne, non sempre hanno come stella polare il bene (e i risultati) di quell’entità che per convenzione viene chiamata centrodestra.
Ma ora qualche riflessione in più va fatta.
Alle regionali di febbraio 2023 si arrivò con un centrosinistra a pezzi dopo dieci anni di governo e dopo il crollo del Campo Largo per via della clamorosa frattura tra il Pd e il Movimento Cinque Stelle. Il centrodestra, guidato da Francesco Rocca, fu in grado di mantenere concentrazione e umiltà. Ma non era difficile vincere. In provincia di Frosinone Fratelli d’Italia ha eletto 2 consiglieri. Lega e Forza Italia neppure uno, anche se poi il Carroccio ha espresso in giunta l’assessore Pasquale Ciacciarelli. C’è stato quindi il voto in diversi Comuni, con alterne fortune. Con due situazioni che hanno guadagnato la ribalta delle cronache politiche: Ferentino e Veroli. In entrambi i casi a vincere sono stati sindaci, Piergianni Fiorletta e Germano Caperna, alla guida di alleanze trasversali. Con la politica e il tradizionale gioco delle alleanze messe da parte. Adesso il centrodestra provinciale si trova in una situazione nuova: ancora troppo lontane le elezioni politiche (autunno 2027) e regionali (febbraio 2028). Niente effetto traino quindi. La necessità di “resettare” si fa più forte. Tra la fine della prima e l’inizio della seconda Repubblica gli schieramenti si riunivano nei conventi per trovare piattaforme unitarie e candidature in grado di vincere. Potrebbe essere un’idea. Prima però andrebbe risolta la situazione al Comune di Frosinone, che proprio perché capoluogo assume una valenza non soltanto simbolica. Va detto in modo brutale e senza giri di parole: o il centrodestra si ritrova (e il sindaco Riccardo Mastrangeli deve metterci molto del suo) oppure potremmo essere di fronte ad un bivio sul piano locale. Quello della possibile “remuntada” del centrosinistra.

IL RATING DELLA REGIONE

A fare la differenza ad ogni livello e in qualsiasi tipo di Amministrazione è ormai da tempo la situazione economica e finanziaria. E allora la notizia che l’agenzia Moody’s ha migliorato l’Outlook della Regione Lazio, portandolo da “stabile” a “positivo” (e confermando il racing) a Baa3 va messa in evidenza. Evitando, come qualcuno ha provato a fare, di minimizzare. Per questo motivo l’assessore al bilancio Giancarlo Righini ha voluto specificare come “per il secondo anno consecutivo Moody’s premia le politiche economiche dell’Amministrazione regionale, riconoscendo il nostro lavoro di risanamento dei conti, passati da un debito iniziale di 22,4 miliardi di euro agli attuali 21,3 miliardi”.
Il miglioramento dell’assetto finanziario della Regione si è snodato attraverso il consolidamento degli equilibri di bilancio, i progressi sul versante della liquidità e del debito finanziario, della gestione sanitaria.
Righini ha detto: “Un giudizio importante che ci sprona ad andare avanti nella strada del rigore, ma senza tralasciare investimenti e programmazione”. Il presidente Francesco Rocca ha sintetizzato: “Il debito del Lazio è calato di oltre un miliardo di euro: un risultato che parla da solo. Abbiamo avviato un lavoro profondo di risanamento, basato su scelte coraggiose e senso di responsabilità”. Una gestione finanziaria improntata al rigore quindi. Con il supporto dell’intera maggioranza di centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati. La Regione è un modello politico e amministrativo al quale il centrodestra ora dovrebbe guardare maggiormente. Risolvendo antiche contraddizioni e guardando con pragmaticità numeri e consensi di leader e partiti.

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