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Italia verso i mondiali senza alcuna certezza

Roberto Mercaldo
I nostri big sono in ritardo, difficile ipotizzare medaglie ad Eugene
Giugno 17, 2022
Marcell Jacobs

A un mese dai mondiali di atletica leggera, che si svolgeranno ad Eugene dal 15 al 24 luglio, l’Italia s’interroga con una certa inquietudine sulle possibili medaglie iridate. La scorpacciata di Tokio, con la pioggia di ori, addirittura 5, a bagnare l’Italia che salta, marcia e corre veloce, resterà un unicum non ripetibile. Lo sapevamo allora, ne abbiamo oggi maggior consapevolezza. Le vicissitudini recenti dei nostri big lasciano alla marcia maschile uno scomodo testimone, perché a meno di miracoli è quella la sola disciplina nella quale potremo andare più compiutamente a caccia del podio. Massimo Stano avrà una concorrenza feroce, e la storia di questa disciplina parla chiaro circa la difficoltà di un bis Olimpiadi-Mondiali, anche perché stavolta non ci sarà alcun effetto sorpresa. Per il 30enne delle Fiamme Oro l’exploit giapponese è arrivato dopo anni di attività internazionale, con un argento agli Europei U23 ed un quarto posto alla rassegna continentale senior quali momenti apicali. Nelle altre gare, Stano è giunto sempre nei primi 20, bravo a dosare le energie per finali in crescendo; certamente nessuno quel giorno lo attendeva sul più alto gradino del podio a cinque cerchi. Ora dovrà sfidare il mondo con la responsabilità di un titolo olimpico da onorare: possibile, non probabile, considerata l’agguerrita concorrenza. Ad Eugene non ci sarà Antonella Palmisano, anche lei del gruppo sportivo Fiamme Oro, oro a Tokio nella 20 km. Anche per lei fu un trionfo non proprio atteso, sebbene la marciatrice di Mottola avesse già ottenuto qualche medaglia in gare internazionali di primissimo piano. Tutti ricordano infatti il bronzo ai mondiali di Londra 2017, dopo una gara condotta sempre al comando. E anche ai Giochi, Antonella aveva già sfiorato il podio a Rio, dove aveva chiuso al quarto posto. La grande vittoria di Tokio ha dato lustro e onori alla campionessa pugliese, ma purtroppo in inverno si sono ripresentati problemi all’anca, con i quali già in passato Antonella aveva dovuto fare i conti, e proprio pochi giorni fa, Palmisano ha annunciato la sua forzata rinuncia alla gara mondiale. E la velocità? Anche in questo caso la risposta è… in infermeria, perché Marcell Jacobs, splendido vincitore a Tokio e formidabile nella stagione indoor, che lo ha visto trionfare nei 60 metri iridati, sta cercando di recuperare la condizione ottimale dopo un infortunio non grave, ma molto fastidioso. Il grande interrogativo è nella forma che da qui a un mese il nostro uomo jet riuscirà a raggiungere. Al momento, per un misto di prudenza e scaramanzia, indichiamo negli statunitensi e nei giamaicani i più autorevoli pretendenti al titolo iridato. In chiave staffetta, non hanno mostrato una condizione sfavillante né Tortu, né Desalu, che hanno dirottato le loro ambizioni personali sulla doppia distanza. Il mezzo giro di pista al Golden Gala ha fornito responsi non proprio esaltanti, ma c’è da credere che in staffetta sia Filippo che Fausto sapranno ritrovare gli stimoli e le sensazioni giuste. Insieme a Lorenzo Patta (ma per la prima frazione c’è una certa concorrenza interna) andranno a caccia di un podio che appare difficile ma non impossibile da raggiungere. Il quinto oro giapponese, “Jimbo” Tamberi, finora non è riuscito a trovare lo slancio per valicare misure importanti. In Golden League è rimasto abbondantemente al di sotto dei suoi standard, e sembra difficile che possa ritrovare d’incanto le sensazioni giuste per prevalere su un lotto agguerritissimo di avversari. In verità anche lo scorso anno prima di Tokio non aveva convinto e quella gara meravigliosa stupì tutti meno che lui. Le favole a volte hanno la capacità di replica, ed è quel che ci auguriamo per il versatile Gianmarco. Dietro le punte, il movimento cresce, specie nel mezzofondo femminile, con Elena Bellò sotto i 2 minuti negli 800 e Gaia Sabbatini sempre protagonista nei 1500. Ai box lo specialista degli ostacoli bassi Sibilio, in crescita ma ancora non al top la saltatrice in lungo, figlia d’arte, Larissa Iapichino. Un po’ al di sotto delle attese le ostacoliste della gara breve, Bogliolo e Di Lazzaro, al pari della duecentista Dalia Kaddari. In ottima forma invece Zaynab Dosso, che sembra aver messo nel mirino il primato italiano di Manuela Levorato. Bene anche Roberta Bruni nell’asta, ma in tutti questi casi parliamo di atleti che hanno nella finale iridata la massima aspirazione. Un mese per crederci un po’ di più.

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