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Inchiesta ‘Free beach’: smontato l’impianto accusatorio contro l’ex sindaca Tintari

Marco Battistini
Roberta Tintari torna in libertà. Ieri sera il Tribunale del Riesame ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaca di Terracina.
Agosto 9, 2022
Roberta Tintari

Roberta Tintari torna in libertà. Ieri sera il Tribunale del Riesame ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaca di Terracina, indagata nell’ambito dell’invhiesta ‘Free beach’. Resta solo l’obbligo di firma.
Smontato di fatto l’impianto accusatorio e buona parte delle ipotesi di reato nei confronti dell’ex primo cittadino. I giudici hanno dato ragione alle tesi degli avvocati Dino Lucchetti e Massimo D’Ambrosio. In particolare è stato annullato il capo d’imputazione riguardante il contributo per il servizio di salvamento sulle spiagge, l’erogazione di 48.000 euro, che stando alle ipotesi dell’accusa doveva servire a strappare consensi in vista delle elezioni.Un altro capo d’imputazione annullato è quello inerente all’autorizzazione per Ice Park. Gli altri due capi d’imputazione annullati toccano invece le concessioni agli stabilimenti ‘Sicilia Beach’  dell’imprenditore Giampiero La Rocca e ‘Whitebeach’. Rimane quindi in piedi solo l’accusa relativa alla costruzione di un ponte ciclopedonale ottenuto tramite un finanziamento europeo. Il progetto sarebbe inizialmente stato destinato per un restyling dell’area di sbarco dei pescherecci e poi avrebbe avuto come nuova destinazione proprio la pista ciclopedonale.

LA DICHIARAZIONE DELL’EX SINDACA

A seguito della decisione assunta dal Tribunale della Libertà di Roma, Roberta Tintari ha chiarito la sua posizione.
“Il 20 luglio 2022, dopo l’arresto disposto dal Tribunale di Latina, ho rassegnato le dimissioni dalla carica di Sindaco di Terracina -ha affermato l’ex sindaca in una nota- nell’esprimere il mio grandissimo rammarico per le dimissioni, non ho avuto remore ad affermare che ‘le contestazioni rivolte nei miei riguardi, oltre che infondate, risultano palesemente errate. Indipendentemente da questo, ho sentito il dovere di dimettermi per tutelare i miei familiari da tutto il fango che si è riversato anche su di loro, per l’inaudito ma comprensibile clamore di un arresto tanto eclatante quanto ingiusto.
Il Tribunale del Riesame ha ora annullato l’ordinanza che ha disposto il mio arresto e, indirettamente, ha determinato il commissariamento del Comune di Terracina: ben quattro dei cinque capi di imputazione a me contestati per l’arresto, sono stati posti nel nulla dal Tribunale di Roma. Per l’unico capo in relazione al quale non vi è stato annullamento (l’aver deliberato, nella Giunta Comunale del 25.8.2017, che era stato indicata in modo non esaustivo la finalità del ponte pedonale realizzato sul portocanale), il Tribunale del Riesame ha ritenuto di dover mantenere a mio carico l’obbligo di firma due volte a settimana. Valuterò con i miei avvocati Massimo D’Ambrosio e Dino Lucchetti, non appena saranno depositate le motivazioni del provvedimento del Riesame, se ricorrere avverso questa residua limitazione imposta alla mia libertà, ma resta il fatto che oggi posso affermare che il mio arresto è stato disposto illegittimamente. Il danno alla mia persona e alla mia dignità è incalcolabile, ma saprò risollevarmi con la Fede e nella piena coscienza di aver operato nell’interesse generale, mai personale.
Più gravi sono i danni alla Città di Terracina, ingiustamente dipinta come un’Amministrazione dedita al malaffare, e ai tanti cittadini che con la libera espressione del voto hanno ritenuto di darmi fiducia. Quel voto, espressione essenziale e insopprimibile del nostro sistema democratico, è stato mortificato e offeso con un colpo solo, ora annullato ma i cui effetti si sono irrimediabilmente prodotti oltre che sulla mia persona, sulla cittadinanza. Mi auguro che gli organi di stampa, dopo aver condiviso senza critiche il provvedimento che ha disposto il mio arresto, sappiano operare in piena coscienza delle riflessioni più equilibrate e valutare in modo obiettivo la triste vicenda che mi ha colpito. Nell’interesse della Democrazia, soprattutto: perché di questo passo, nessuno assumerà più l’onere di amministrare una città“.

PROCACCINI IN PROCURA

L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini è stato ieri in Procura per essere ascoltato dagli inquirenti, sempre nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Free beach’. L’esponente parlamentare è oggetto di una richiesta di autorizzazione a procedere. I sostituti procuratori Giuseppe Bontempo e Valentina Giammaria hanno evidenziato le motivazioni della relativa richiesta, a partire dalla necessità di utilizzare alcune intercettazioni telefoniche che coinvolgerebbero l’ex sindaco di Terracina. Le ipotesi di reato contestate a Procaccini sono: turbativa d’asta in relazione al piano di salvataggio collettivo del 2019 e induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gip si è riservato di decidere.

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