È un risveglio amaro per la provincia di Frosinone. Ancora una volta al centro di un fatto tra cronaca, costume e politica che conquista le prime pagine dei giornali e mette sotto gli occhi dell’opinione pubblica un episodio che racconta molto di più di quello che, in realtà, succede in quei cinque minuti.
Nel recente passato ricordiamo il caso Marrazzo che scoppiò proprio nel capoluogo mentre il presidente partecipava ad un convegno alla provincia. E poi il “ciclone Fiorito” l’inchiesta sulle spese pazze del consiglio regionale che di fatto sancisce il passaggio dalla seconda alla terza repubblica.
Sappiamo tutti come andò a finire. Nel primo e nel secondo caso per quanto riguarda Marrazzo e Polverini.
Al di la di quello che verrà accertato nelle prossime ore il video “bomba” pubblicato da Il Foglio ma che da qualche settimana evidentemente girava su più di qualche telefonino in Ciociaria ha avuto l’effetto di svelare, se non altro, la disinvoltura nella gestione di alcune relazioni politico-imprenditoriali, a dir poco pericolose, sull’asse Roma-Frosinone e ritorno. Relazioni che, entrando nelle frasi del video, mostrano plasticamente, qualora ce ne fosse bisogno, una spaventosa sudditanza della nostra classe politica rispetto al potente di turno (nel caso specifico Albino Ruberti) che viene qui a pretendere (e sarebbe bello conoscere le ragioni di tale accanimento) di vedere “inginocchiato” davanti a lui il fratello di Francesco De Angelis, quel “Vladimiro” che tutti sanno essere il potentissimo agente generale della Unipol Sai della provincia.
Quella stessa sudditanza che probabilmente ha prodotto lo “zero tituli” nelle candidature alle prossime politiche. “Zero tituli” che non ha visto nessuno dei miracolati di De Angelis stracciarsi le vesti nel reclamare per lui un posto eleggibile nelle liste del Pd e la compagna di Ruberti, Sara Battisti (nella qualità di vice-segretario regionale) limitarsi a scrivere un post di solidarietà per l’obbedienza dimostrata dal leader maximo ciociaro di fronte alle scelte della direzione nazionale del Pd.
Nei cinque minuti del video scorre anche l’ipocrisia sulla narrazione dei diritti delle donne. Sara Battisti che è la responsabile delle Pari Opportunità del Pd regionale viene strattonata, spintonata, terrorizzata, minacciata (“tu devi decidere con chi stai, o con noi o con queste merde”) e colpita dal proprio compagno (a detta di alcuni testimoni cade rovinosamente a terra) e invece di denunciare tutto si affretta e derubricare come lite per motivi calcistici una notte di ordinaria follia come quella consumatasi nei vicoli del centro storico di Frosinone a poche ore dal comizio del segretario nazionale Letta venuto a sostenere la candidatura di Memmo Marzi.
Nei fotogrammi inquietanti scopriamo un linguaggio rispetto al quale le intercettazioni di Carminati e dei Casamonica sembrano tratte da un numero di Topolino e troppo violento pure per gli sceneggiatori di fiction come Suburra o Gomorra.
Anche se l’interrogativo che in questo momento pesa come un macigno su tutta la vicenda e che solo i protagonisti, volendo, potranno chiarire riguarda ciò che a pranzo Vladimiro (De Angelis) chiese ad Albino Ruberti. Cosa e in cambio di che.
Quello che è certo è che in pochi scommettono si tratti di una trattativa su un fuoriclasse del “fantacalcio”. Né della Roma, né della Juve e né della Lazio.