Restano confermate le ordinanze con le quali è stata disposta la riapertura della discarica di Roncigliano, nel comune di Albano Laziale, e ordinato al gestore Ecoambiente di accettare l’abbancamento dei rifiuti provenienti da Roma. L’ha deciso il Tar del Lazio con due ordinanze con le quali ha respinto le richieste dei Comuni di Albano Laziale e Ardea. Il 29 luglio scorso il presidente della seconda sezione del Tar, con un decreto monocratico, aveva respinto la richiesta di sospensione cautelare urgente del decreto con il quale il Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, ha prorogato fino al prossimo 15 novembre l’utilizzo della discarica, fissando all’udienza di ieri la valutazione collegiale della vicenda. A fine luglio, il giudice rilevò che “a sostegno dell’istanza cautelare sono addotte ragioni legate al possibile danno ambientale e alla salute, come da relazione tecnica in atti, ma non anche una situazione di estrema gravità ed urgenza, sopravvenuta rispetto a quanto già rappresentato”, nonché che la riattivazione della discarica è stata disposta per un “limitato periodo temporale”.
LE MOTIVAZIONI
Secondo i giudici della Seconda sezione quater del Tribunale amministrativo, presieduti da Donatella Scala, “continua ad essere indimostrato – si legge nelle ordinanze – che il conferimento in discarica disposto dagli atti impugnati sia causa di un eventuale aggravamento del danno ambientale, o di pregiudizio per la salute delle persone”. In più, ad avviso del Tar, “come già rilevato sia dalla Sezione, sia dal Consiglio di Stato, la comparazione degli interessi, alla luce di ciò e in ragione della grave e persistente crisi legata alla gestione dei rifiuti, determina l’insussistenza del periculum in mora”.
L’ORDINANZA IMPUGNATA
Nel mese di luglio il Comune di Albano aveva impugnato l’ordinanza contingibile e urgente emessa dal sindaco Roberto Gualtieri.
Al Tribunale amministrativo era stato chiesto di dichiarare l’illegittimità dell’ordinanza per le ragioni già evidenziate nei precedenti ricorsi, “nonché, richiamando le responsabilità degli uffici regionali, per gli effetti derivanti all’AIA dalle intervenute interdittive antimafia, che dovranno essere necessariamente valutati anche nel pendente procedimento di riesame di cui si è chiesta la celere conclusione; per l’impossibilità di conferimento del rifiuto codice CER 190501; per la mancata verifica della capacità residua del VII invaso e della vigenza delle fideiussioni per il post mortem nel periodo di gestione della discarica da parte di Pontina Ambiente”.
Il Sindaco, Massimiliano Borelli, e l’Assessore alla gestione dei rifiuti, Maurizio Sementilli, –si leggeva nella nota del mese scorso– esprimono ancora una volta preoccupazione per come tali scelte siano state imposte a questo territorio, tenendo conto solo dell’emergenza romana e non delle ricadute ambientali e sulla salute dei cittadini residenti. “Confidiamo –concludeva l’Assessore Sementilli– nella chiarezza e nell’imparzialità delle Istituzioni affinché tutelino il nostro territorio”. Ad ogni modo la pronuncia del Tar non chiude del tutto una vicenda destinata ancora ad essere arricchita di nuovi capitoli.