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Il Pd romano punta su Latina per scardinare l’egemonia regionale della destra. Le promesse elettorali su Giubileo ed Expo non bastano per conquistare il Lazio

Marco Battistini
Mobilità, trasporti, cultura, innovazione e sviluppo, valorizzazione dei percorsi turistico-religiosi sono gli ambiti strategici su cui le due amministrazioni lavoreranno nei prossimi mesi per sviluppare una maggior sinergia tra Roma e la seconda città del Lazio.
Settembre 23, 2022
I sindaci di Roma e Latina, Roberto Gualtieri e Damiano Coletta

L’asse Roma-Latina come una bandierina da esporre a poche ore dall’apertura dei seggi elettorali, ma con lo sguardo rivolto alle regionali. Il blitz di Coletta in Campidoglio è stato probabilmente sottovalutato. Il valore ‘politico’ della missione del sindaco di Latina è sicuramente maggiore rispetto al fumoso protocollo d’intesa preannunciato al termine dell’incontro. In realtà l’obiettivo di fondo è quello di dare l’avvio alla campagna elettorale per le Regionali, la vera madre di tutte le battaglie. Il fronte progressista è ben cosciente di perdere le elezioni politiche di domenica e proprio per questo ormai da tempo le sue attenzioni sono indirizzate verso una tornata elettorale dove la posta in palio sul piano locale sarà ben più alta. 

GIUBILEO ED EXPO ALL’ORIZZONTE

Al centro dell’incontro Gualtieri-Coletta la collaborazione tra la Capitale e il Comune pontino nell’ambito delle iniziative previste per il Giubileo del 2025, le opportunità del Pnrr e quelle relative alla candidatura di Roma ad Expo 2030. Mobilità, trasporti, cultura, innovazione e sviluppo, valorizzazione dei percorsi turistico-religiosi sono gli ambiti strategici su cui le due amministrazioni lavoreranno nei prossimi mesi per sviluppare una maggior sinergia tra Roma e la seconda città del Lazio. ‘Gualtieri ha dichiarato che occorre ‘rafforzare l’intesa tra la Capitale e Latina per lavorare insieme alle prossime sfide che ci attendono, per trasformare le nostre città e per renderle più moderne, accoglienti e sostenibili anche in vista di eventi importanti come il Giubileo ed Expo senza dimenticare le opportunità dei progetti finanziati coi fondi del Pnrr”. Se Gualtieri ha parlato di una semplice ‘collaborazione’, Coletta ha tentato di rendere più sostanzioso il contenuto dell’accordo: “Lavoreremo fin da subito per arrivare ad un protocollo d’intesa tra le due città che possa rafforzare la sinergia tra Roma e Latina nell’ambito delle opportunità che offriranno eventi come il Giubileo ed Expo o come il Pnrr”.
Insomma il senso iniziativa è quello di creare le premesse affinchè vi sia un ausilio di Latina alle esigenze organizzative di Roma in vista dei due appuntamenti storici (il primo certo, l’altro possibile), soprattutto tenuto conto del ruolo strategico ricoperto dalla seconda città del Lazio per la vocazione turistica del suo territorio provinciale.

IL CAMPO DI BATTAGLIA PER LE REGIONALI

Due le considerazioni di fondo. Una politica. L’amministrazione capitolina ha scelto come interlocutore ‘privilegiato’ a livello regionale, l’unico Comune capoluogo dello stesso ‘colore’. Una mossa che verrà spesa in vista delle elezioni regionali, che vedranno Latina e la sua provincia come un grande campo di battaglia. L’area pontina è considerata a Roma come la Crimea per i russi. Il terreno su cui concentrare gli sforzi maggiori, anche in considerazione del fatto che il resto del Lazio è sostanzialmente perso. Viterbo, Rieti e Frosinone come gran parte dei loro territori, sono saldamente nelle mani della destra e le recenti votazioni amministrative non hanno fatto che confermare questa tendenza. Al contrario la situazione in provincia di Latina è molto più eterogenea. Se è vero che il centrodestra è certamente maggioritario, la stessa cosa non può dirsi dell’area industriale e nevralgica del territorio pontino. Aprilia e Cisterna di Latina sono governate dal centrosinistra e lo stesso capoluogo ormai da anni non è più un feudo incontrastato della destra, soprattutto nel centro storico e nei quartieri di recente espansione. Non va infine dimenticato come almeno in questa fetta di territorio laziale, Forza Italia gioca un ruolo determinante e persino dominante a sud del Circeo, e tale da rendere meno forte il fronte sovranista FdI-Lega. Il Pd ed i suoi alleati sanno bene che la Regione Lazio sarà contendibile solo se fuori dal raccordo anulare, troveranno un altro terreno fertile, dove raccogliere consensi e perchè no, provare a creare le condizioni per nuove alleanze. Magari allargando il loro raggio d’azione ai moderati, in gran parte rimasti fedeli alla Forza Italia ‘fazzoniana’.

L’AUTOSTRADA DIMENTICATA

L’altra considerazione è di carattere economica. Nel protocollo d’intesa, così come nelle dichiarazioni dei due sindaci, non vi è la minima traccia o un vago riferimento alla necessità di uno sviluppo infrastrutturale che leghi maggiormente la Capitale a Latina.
Un elemento imprescindibile per la crescita economica del territorio pontino è rappresentato dal progetto autostradale della Roma-Latina. Su questo punto i due sindaci hanno preferito ‘glissare’, limitandosi a fare un cenno sul tema affine della Mobilità, come ambito su cui sviluppare la sinergia.La verità è che nessuno dei due può permettersi di prendere una posizione chiara e netta sull’autostrada. La necessità di (ri)costruire un campo largo ipotetico in vista delle regionali, imporrà a Gualtieri e Coletta di agire con la massima cautela su un argomento che è però assolutamente centrale nell’agenda politica-economica di Latina e provincia. E peraltro il cronoprogramma rimodulato ad agosto ha come obiettivo quello di rinviare di almeno due anni l’apertura dei cantieri per l’autostrada, lasciando alla prossima amministrazione regionale la patata bollente.Infatti l’accordo per la revisione e l’aggiornamento del corridoio intermodale Roma-Latina,  prevede testualmente “un progetto ecosostenibile a basso impatto ambientale e ridotto consumo di suolo che si snoderà attraverso l’adeguamento dei computi metrici del precedente tracciato”. Le modifiche prevedono tre blocchi infrastrutturali in cui viene divisa l’opera iniziale: la Roma-Latina, la Cisterna-Valmontone e opere connesse e le Opere complementari.
Antonio Mallamo, amministratore unico di Astral spa, ha detto chiaramente che ci vorranno 5 anni di lavori per la Cisterna-Valmontone il cui iter inizia a ottobre mentre per la Roma-Latina bisognerà attendere altri due anni. “Già con la Cisterna-Valmontone partiremo dall’1 ottobre con gli espropri -ha dichiarato l’ad- con le indagini topografiche, con il progetto esecutivo entro novembre 2023 e con i cantieri, le opere complementari e la Roma-Latina partiranno invece da qui a due anni perché anche lì bisogna aggiornare tutta la progettazione secondo i criteri che avete visto di sostenibilità e su oltre 138 km di infrastrutture nuove”. In attesa dell’inizio dell’iter per la ‘bretella’, atteso per i prossimi giorni, bisognerà capire se l’autostrada vedrà finalmente la luce. In quest’ottica starà alle forze ‘moderniste’, dal centrodestra a Calenda, passando per i moderati di centrosinistra, mantenere alta l’attenzione su un progetto che rischia di insabbiarsi nuovamente nella palude della burocrazia romana.

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