Sette spose per sette fratelli, sette storie per non dormire, i sette peccati capitali, i sette re di Roma e i sette giorni della settimana… La forza evocativa e simbolica di questo numero non ha eguali. Gli esperti di simbologia numerica ritenevano che il sette rappresentasse la completezza e il mistero e a questa forza veniva attribuita la presenza del numero in tante discipline, non solo nella religione.
Fabio Grosso e i suoi ragazzi, che per fortuna sono decisamente più di 7, per ora non possono approfondire cosa celi il numero 7 e in che rapporto sia con i misteri del Cosmo.
Sanno però molto bene che mancano 7 gare alla fine di un campionato che li visti erigersi a protagonisti assoluti, contro i pronostici della vigilia, che indicavano nel Cagliari, nel Genoa e nel Parma le più probabili indiziate al salto di categoria.E invece, il Frosinone si è reso artefice di una rivoluzione pacifica, fatta di dribbling, di verticalizzazioni, di sovrapposizioni e di giocate mirabolanti. Così, già alla fine del girone di andata, il mosaico creato da Angelozzi si è trasformato nell’opera d’arte più apprezzata del calcistico Stivale.
Tutti hanno iniziato a parlare di Caso, di Boloca, di Oyono, di capitan Lucioni e di questo gruppo coeso, armonioso e duro come il diamante.
Quando il vantaggio ha assunto proporzioni imbarazzanti per le avversarie, sono fioccati i paralleli con il Napoli, che analoga cavalcata stava facendo in massima serie, e con l’Ascoli di Costantino Rozzi, che i meno giovani ricorderanno aver dominato un datato campionato cadetto.Da tutte le celebrazioni anticipate, dai complimenti e da ogni altro commento, i giallazzurri sono stati appena sfiorati. Concentrati sull’obiettivo, gara per gara, sono andati avanti così, con tantissime soddisfazioni e qualche rara delusione.
Nelle ultime tre gare il Frosinone ha conseguito due pareggi esterni a Bari e ad Ascoli e un inopinato ko casalingo con il Cosenza. Ne è scaturito qualche mugugno, perché nella nutrita tribù del calcio c’è anche la fazione degli incontentabili, che quelli che vorrebbero vincerle tutte per 3/0.
Anche di questo però, Mulattieri e compagni non si son fatti un cruccio. Ora si preparano a una Pasquetta alternativa, sperando che nella tradizionale grigliata possa finirci… il picchio, simbolo dellAscoli, avversario di giornata.LE AVVERSARIE DELLE SETTE GIORNATE MANCANTI
E vediamo allora, al riparo dalla tentazione di trarne indicazioni utili per decifrare i misteri del cosmo, chi sono le sette avversarie che i canarini troveranno di fronte in quest’ultimo segmento di torneo.
Dopo la gara interna con l’Ascoli, il Frosinone giocherà a Cagliari, contro l’undici di Ranieri, che è tra le squadre più in forma del campionato cadetto.
Dopo aver sfidato l’ex Lapadula, i giallazzurri torneranno allo Stirpe, per il big match con il coriaceo Sudtirol di Bisoli.
E il primo maggio altra partita casalinga, contro la Reggina, che ieri ha espugnato Perugia rilanciando prepotentemente le proprie chances di playoff.
Alla diciassettesima i canarini viaggeranno alla volta di Pisa, su un campo tradizionalmente ostico, ma forse quel giorno, chissà…
È poi auspicio di tutta la tifoseria canarina che la diciottesima, in casa con il Genoa, possa essere una festa, senza alcun bisogno di conquistare punti ulteriori.
La diciannovesima e ultima a Terni, per un saluto alla B e a un campionato da consegnare alla storia.
Piccoli passi, però. Oggi conta solo l’Ascoli.