Fine dei giochi per Damiano Coletta. Il sindaco di Latina è stato sfiduciato nella serata di ieri. Il partito dell’inciucio stavolta ha perso. Fatale la congiuntura elettorale particolarmente favorevole al centrodestra, che di qui a giugno potrebbe realizzare una clamorosa filiera di governo. La riunione svolta nella sede di Fratelli d’Italia ha sancito l’accordo fra i gruppi consiliari del centrodestra, che hanno deciso di procedere con le dimissioni, subito dopo la convalida degli eletti, nella prima seduta consiliare programmata alle ore 18. L’intesa siglata all’ora di pranzo ha previsto l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri dopo il primo punto, necessario per entrare in carica, e le immediate dimissioni nelle mani di un notaio convocato in Comune.
LE CHIAMATE DI COLETTA E IL ‘NO’ DI DI COCCO
I vertici della coalizione hanno convinto anche i consiglieri più disponibili al dialogo con Coletta sulla necessità di chiudere definitivamente una lunga fase che ha visto la sinistra governare il capoluogo pontino per oltre 6 anni.Inutili i tentativi del sindaco delle ultime ore. Coletta avrebbe provato ad allestire un mini gruppo di ‘responsabili’, cercando di trovare un varco dentro Forza Italia e Fratelli d’Italia. Persino il coordinatore cittadino uscente di FdI, Gianluca Di Cocco, avrebbe ricevuto una telefonata dal sindaco con annesso invito a trattare. Una mossa che non è piaciuta per nulla al consigliere comunale che ha rispedito la proposta al mittente. “Il nostro è (stato) un gesto di responsabilità e un atto di amore nei confronti di Latina -hanno dichiarato in una breve nota congiunta dirigenti, amministratori ed eletti di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Latina nel Cuore e Udc- chiudendo questa fallimentare esperienza amministrativa saremo presto in grado di assicurare a Latina un’amministrazione in grado di risolvere i problemi dei cittadini, dare risposte a famiglie e imprese e lavorare finalmente per un futuro di sviluppo e crescita del nostro meraviglioso territorio”.
L’ADDIO ANNUNCIATO SU FACEBOOK
Il sindaco, informato della volontà dei 19 consiglieri di dimettersi, nel pomeriggio, prima dell’assise comunale, aveva di fatto comunicato il suo addio. “Sembra arrivato il momento di salutarci -ha dichiarato Coletta sul proprio profilo facebook- lascio il ruolo di sindaco con la coscienza a posto, con la schiena dritta, a testa alta, da vincitore, anche se non ci sono i numeri della maggioranza. Il centrodestra si dovrà assumere la responsabilità di lasciare senza guida politica la città in un momento delicato per la vita del Paese. La sfiducia nei miei riguardi da parte della coalizione di centrodestra e’ un’azione che sta nelle loro facoltà in conseguenza di una normativa paradossale a un sindaco eletto al ballottaggio in maniera diretta ma poi viene di fatto impedito di governare perchè c’è una maggioranza diversa. Ma le norme vanno rispettate. Cosi’ come vanno rispettate le scelte di voto e il fatto che la città si sia espressa dando fiducia nei miei confronto”.Parole che non sono servite a far cambiare idea ai consiglieri di centrodestra. Nel Consiglio convocato nel tardo pomeriggio gli stessi consiglieri comunali di centrodestra, oltre alla consigliera di “Fare Latina” Annalisa Muzio, hanno chiesto una sospensione per recarsi dal notaio di Latina, Giuseppe Coppola, e ratificare le dimissioni. All’assise in Piazza del Popolo è mancato il numero legale e di fatto si è chiusa la nuova consiliatura.
RESPINTE LE RICHIESTE DI COLETTA
Di fatto Coletta aveva pubblicamente chiesto una tregua di 6 mesi per l’adozione di provvedimenti necessari ed indispensabili per la città.
Un tentativo maldestro e tardivo che ha finito per alimentare ulteriori malumori nel centrodestra, conscio di avere il vento in poppa e la possibilità di fare strike, dopo il successo delle politiche. Dopo appena un anno si conclude il secondo mandato di Damiano Coletta. Il ‘capitano’ tornerà di nuovo in campo? E’ probabile, non essendoci profili pronti in un centrosinistra sempre meno largo e più debole di prima. Ad ogni modo da qui a giugno (mese più gettonato per il voto amministrativo) non mancheranno sorprese.