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Giorgia, che leadership! Bianchi chiama “Zinga” per isolare D’Amato, Egato: Salera non si allinea

Licandro Licantropo
Giorgia Meloni è la leader più popolare in Europa: secondo il “Morning Consult” la premier ottiene il 48% di consensi degli italiani. Nel mondo è quarta, superando Joe Biden
Gennaio 19, 2023
La premier e leader FdI, Giorgia Meloni (Foto: Facebook/Meloni)

Prima in Europa, quarta nel mondo. Sono le posizioni di Giorgia Meloni a proposito della rilevazione sul gradimento dei leader mondiali secondo il “Global leader approval tracker” dell’americana “Morning Consult”.

Un sondaggio autorevolissimo e molto influente. Al primo posto c’è il primo ministro indiano Narenda Modi, con il 76% del gradimento. Poi il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador (65%) e l’australiano Anthony Albanese (59%). Quindi Giorgia Meloni al 48%: davanti all’americano Biden (42%), allo spagnolo Sanchez (37%), al francese Macron (31%), al tedesco Scholz (31%).

Un risultato che non nasce per caso e che sicuramente è di buon auspicio non soltanto per Fratelli d’Italia, ma anche per il centrodestra in vista delle regionali nel Lazio e in Lombardia. Diciamo questo perché i sondaggi, sebbene molto diversi l’uno dall’altro, due certezze le danno: Fratelli d’Italia è di gran lunga il primo partito e male che vada è dato al 30%, Francesco Rocca è in testa.

DONATELLA BIANCHI “RIDIMENSIONA” D’AMATO

Donatella Bianchi, candidata del Movimento Cinque Stelle alla presidenza della Regione, è una giornalista apprezzata. In queste ultime due settimane Alessio D’Amato sta “martellando” sul voto utile, cercando di infilarsi nell’elettorato dei Cinque Stelle attraverso la possibilità delle preferenze disgiunte. Donatella Bianchi, nel corso di un’intervista a SkyTg24, ha detto: “Durante la pandemia D’Amato si è trovato a gestire un assessorato in un momento difficile. Ricordo, però, che c’era anche un presidente di Regione che si chiamava Zingaretti, che non è un tema irrilevante”.

Frase studiata a tavolino, perché nel Pd laziale, soprattutto romano, tanti protagonisti utilizzeranno le regionali per contarsi con le preferenze. Dopo il 12 e 13 febbraio, infatti, la politica non finisce. Anzi, ci sono le primarie nazionali del Pd ma pure il congresso regionale del partito, nel quale bisognerà scegliere il successore di Bruno Astorre. Inoltre non può passare inosservato il prolungato silenzio di Nicola Zingaretti sulle elezioni. L’ex Governatore avrebbe preferito Enrico Gasbarra o Daniele Leodori, con Alessio D’Amato il feeling politico non c’è mai stato. E allora Donatella Bianchi ha voluto ricordarne il ruolo, anche nella gestione del Covid.

D’Amato era l’assessore e nulla avrebbe potuto fare senza il benestare di “Zinga”. Ragionamenti del genere in una città come Roma hanno la loro importanza. Donatella Bianchi ha aggiunto: “Il tema del termovalorizzatore è solo uno dei tanti elementi che nel Lazio ha evidenziato la differenza tra il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico”. L’obiettivo è respingere il tentativo di far passare il messaggio del voto utile sul quale D’Amato insiste molto. Pd e Movimento Cinque Stelle sono e restano spaccati irrimediabilmente.

LASCIAMO STARE LA SQUADRA

In provincia di Frosinone le uniche occasioni nelle quali i partiti e i candidati del centrodestra saranno sullo stesso palco sarà rappresentata dagli eventi dei candidati alla presidenza. A proposito: Francesco Rocca è atteso in Ciociaria domenica. Per il resto, nel Pd ci sono manifestazioni, organizzate da Francesco De Angelis, alle quali partecipano Sara Battisti, Libero Mazzaroppi e Andrea Querqui. Poi altri appuntamenti con Antonio Pompeo, Annalisa Paliotta e Alessandra Cecilia. Con i militanti delle rispettive correnti, Pensare Democratico e Base Riformista.

L’unico chiamato a essere presente sempre è il segretario di federazione Luca Fantini. Nel centrodestra ogni partito sta facendo il suo, cercando di prendere più voti e preferenze possibili. Il sistema elettorale aiuta: al presidente il voto di coalizione, ai candidati al consiglio le preferenze di stampo proporzionale. Meglio così perché tutti conoscono le divisioni in Ciociaria. Non ha senso fare finta di essere una famiglia perfetta.

SALERA NON E’ DI PASSAGGIO

Da diversi giorni il sindaco di Cassino Enzo Salera non fa che evidenziare il suo voto negativo sul bilancio dell’Egato, l’ente di gestione che dovrà occuparsi dei rifiuti. Salera respinge al mittente le accuse di aver effettuato questa scelta “contro” Buschini o “contro” la componente di Francesco De Angelis (nella quale c’è la sua avversaria preferita, Barbara Di Rollo). Salera fa questo ragionamento: l’Egato viene finanziato dai Comuni, che si stanno dannano l’anima per cercare di arrivare davvero alla Tariffa Puntuale. Ma se poi nel bilancio la stragrande maggioranza di costi riguarda gli stipendi del personali e degli organi di gestione, cosa andranno a raccontare ai cittadini i sindaci che magari dovranno applicare l’aumento delle tariffe decise dalla Regione, dagli Egato e dalle altre società. E’ un ragionamento pratico e concreto, che andrebbe ripreso alla prossima assemblea dei sindaci dell’Egato, magari dopo le regionali. Enzo Salera dice: volete dimostrare che non si tratta dell’ennesimo poltronificio? Bene, allora al primo posto mettiamo le esigenze dei Comuni.

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