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Gestione idrica, via libera ai privati. Talete non è più una società in house. A maggioranza l’assemblea dei soci approva la cessione del 40% delle azioni: in arrivo Acea

Cesidio Vano
L’individuazione formale dell’eventuale partner privato dovrà passare tramite una apposita gara
Giugno 13, 2022

Via libera all’ingresso di soci privati nella società Talete Spa (fino ad oggi completamente pubblica: comuni e provincia), che gestisce il servizio idrico nel Viterbese (51 comuni). Venerdì scorso, a due giorni dal rinnovo di molte amministrazioni comunali (tra cui il comune capoluogo che è commissariato) l’assemblea della società in house (che si appresta ora a diventare una Spa pubblico-privato) ha dato a maggioranza (è bastato il 33% delle quote sociali per rendere valida la deliberazione) l’okay alle modifiche statutarie che aprono le porte al possibile ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico della Tuscia, modifiche propedeutiche alla cessione ai privati del 40% delle azioni. Quattro i voti contrari (quelli dei comuni di Vasanello, Soriano nel Cimino, Bomarzo e Tarquinia). Non ha risposto alla convocazione invece il Comune di Viterbo, socio di maggioranza relativa della spa di via Romiti, perché – come detto – sotto commissariamento. In mancanza del comune capoluogo è stato decisivo il voto favorevole del sindaco di Civita Castellana, terzo socio con il 5,33% delle quote dopo Palazzo dei Priori e la Provincia.

Ma chi sono i privati interessati ad acquisire parte della società di gestione idrica? Benché siano state presentate tre manifestazioni di interesse, sul nome delle società che hanno dato la disponibilità è stato posto il segreto. Anche se tutti sono pronti a scommettere che alla fine sarà Acea, la holding romana di acqua, energia e ambiente, ad avere la meglio. Ad ogni modo, l’individuazione formale dell’eventuale partner privato dovrà passare tramite una apposita gara.

Lo scorso 28 aprile, la conferenza dei sindaci dell’Ato viterbese aveva approvato un atto d’indirizzo con cui definiva ”ormai residuale” per la Talete ”l’ipotesi di poter ottenere finanziamenti” tanto da far emergere ”la necessità di consentire l’ingresso di un socio privato nella società per ottenere: l’immediata immissione di liquidità, in termini di aumento di capitale; l’avvio di sinergie e risparmi gestionali; lo stimolo all’ingresso dei Comuni ancora non affidatari; ottenere, in ragione delle specifiche competenze del socio privato industriale, l’incremento di efficienza, efficacia ed economicità del servizio reso all’utenza”.

Sotto il Palazzo della Provincia, durante l’assemblea che ha approvato l’ingresso dei privati, si è tenuta una manifestazione di protesta del coordinamento dei comitati ”Non ce la beviamo”, che da anni chiede invece l’effettiva attuazione della legge regionale 5 del 2014.

I sostenitori dell’acqua pubblica ritengono che l’approvazione dell’atto di indirizzo e orientamento del 28 aprile da parte dei sindaci doveva essere preceduto da apposite delibere dei rispettivi consigli comunali con apposito mandato a votare, cosa che non è accaduta e per questo i comitati sono pronti ad avviare azioni legali.

Da parte loro i comitati respingono l’idea che l’alternativa all’arrivo dei privati sia il fallimento e mettono invece in guardia amministratori e cittadini convinti che con l’arrivo dei privati si otterrà solo l’aumento delle tariffe (come già accaduto in Ciociaria) e a una qualità addirittura peggiore del servizio: “Guardiamo quello che sta succedendo nell’Ato 5 di Frosinone gestito da Acea – ammoniscono – dove, senza avere il problema arsenico, ci sono le bollette più care del Lazio, una dispersione idrica tra le più alte d’’Italia e dove sono sorti comitati che chiedono a gran voce la ripubblicizzazione dell’acqua”.

Intanto la Regione Lazio ha provveduto a commissariare altri 14 comuni della Tuscia che non hanno ancora ceduto il servizio idrico a Talete: Bassano in Teverina, Castiglione in Teverina, Cellere, Civitella d’Agliano, Gallese, Ischia di Castro, Lubriano, Onano, Orte, Bassano Romano, Gradoli, Latera, VasanelloVitorchiano. Questi paesi vanno ad aggiungersi ai 9 nei confronti dei quali la giunta Zingaretti ha già esercitato nei mesi scorsi i poteri sostitutivi.

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