Il gol realizzato del barese Morachioli al 93’ della gara contro il Sudtirol ha impedito al Frosinone di dilatare il proprio vantaggio sui pugliesi, terzi in classifica.
Poco male, però, perché ora le gare che mancano alla fine del campionato cadetto sono soltanto 6 e i 10 punti, rafforzati dallo scontro diretto favorevole, costituiscono per i canarini ciociari un margine di tutta sicurezza.
La pratica Ascoli è stata liquidata nel migliore dei modi, con un gol per tempo e con una prova convincente. Non c’era soltanto il “picchio”, da arrostire nel giorno di Pasquetta. C’erano da debellare le piccole spade sottili, le ombre appena visibili, i dubbi fors’anche inopportuni apparsi dopo il mini ciclo di gare senza vittorie. Tre partite di fila con un solo gol e due punti all’attivo erano una rarità, anche se a ben guardare il solo risultato davvero negativo era il ko casalingo con il Cosenza.
Anche il ritmo improvvisamente sostenuto delle inseguitrici rappresentava un pericolo aggiuntivo, una mosca fastidiosa nel mare delle certezze.
Il Frosinone però è grande e…. Grosso. Non ha tremato, non si è fatto sovrastare dalla paura del traguardo e ha giocato anzitutto con grande serenità. Ne è scaturita una prova forse non entusiasmante come altre, ma solida e comunque tale da consentire di scavalcare con sicurezza l’ostacolo marchigiano.
LUCIONI, LA ZUCCATA DELLA SVOLTA
Al prossimo gol di testa Fabio Lucioni spera di poter esultare senza il rivolo di sangue a far da cornice epica ma anche un po’ dolorosa.
Anche stavolta il capitano coraggioso è andato all’impatto vincente con la sfera, sacrificando l’arcata sopraccigliare. Un marchio di fabbrica, un manifesto delle intenzioni affisso davanti a 11476 spettatori, che hanno scelto il calcio dello Stirpe in luogo della scampagnata, delle onde agitate dalla primavera o della città d’arte. Opzione numero uno da premiare con il coraggio, avrà pensato capitan Lucioni, e con un gol che vale un altro spicchio di serie A.
Non ditelo a Grosso, però, perché lui fin quando la matematica non gli avrà dato ragione continuerà a pensare solo alla gara successiva.
Ora il mondo si chiama Cagliari e non c’è altro all’orizzonte. Prima di pensare ai sardi, al saggio Ranieri, al rapace Lapadula e a tutto ciò che sarà alle 16.15 di sabato prossimo, c’è però da celebrare adeguatamente la vittoria numero venti di una stagione straordinaria. Andato al riposo in vantaggio, il Frosinone ha poi chiuso i conti in via definitiva grazie al suo giocatore più prolifico, Samuele Mulattieri, bravo a sbucare all’altezza del secondo palo e a far gol di testa, beffando Leali uscito in modo avventato.
Dispiace davvero che pochi minuti dopo Mulattieri abbia dovuto lasciare il campo per un infortunio che potrebbe compromettere la sua partecipazione a quest’ultimo segmento di torneo. Sull’entità del malanno ne sapremo di più nelle prossime ore, ma certamente Samuele non ci sarà nella prossima sfida di campionato.
Dopo il 2/0, l’Ascoli non è mai riuscito a rendersi davvero pericoloso e anzi è stato il Frosinone che, in particolare con Caso, è andato vicinissimo al terzo gol.
LE PRESTAZIONI INDIVIDUALI: UN OYONO EXTRA-LUSSO
Da Turati, chiamato solo a svolgere l’ordinaria amministrazione, al sontuoso Ravanelli, tutti i giocatori del pacchetto arretrato hanno offerto un ottimo rendimento. Anche se capitan Lucioni ha fatto gli straordinari e si è vestito da goleador, la palma del migliore va ad Oyono, tornato prepotentemente sui livelli di inizio stagione. Davvero straordinario il suo apporto in entrambe le fasi.
A centrocampo il Frosinone ha beneficiato del rientro di Mazzitelli, uomo prezioso per sagacia tattica e doti da playmaker. Eccellente Boloca, una volta di più, bravo negli inserimenti Rohden.
In attacco, il già citato Mulattieri è arrivato a 12 centri in stagione, confermandosi centravanti di grande valore.
Bidaoui ha cercato, sfiorandolo, il suo primo centro in maglia canarina. Caso, dispensato dalle fatiche iniziali, è stato protagonista di un’azione che per pochi centimetri non si è tradotta nel gol del 3/0.
Tutti promossi, una volta di più.