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Frosinone sciupone beffato nel finale

Roberto Mercaldo
Tante ripartenze ben orchestrate e mai concretizzate, poi la fatale incertezza di Turati
Settembre 10, 2022

Corre il minuto 93 al Tombolato e i padroni di casa del Cittadella beneficiano di un calcio di punizione da poco oltre la metà campo. L’adrenalina di una gara intensa non consente certo di pensare, ma se i veneti fossero nelle condizioni di farlo potrebbero ben celebrare lo scampato pericolo, perché il Frosinone ha fallito un numero inconsueto di ripartenze da manuale, perfette fino a un centimetro dallo striscione del traguardo. Il Citta l’ha scampata anche se, ad onor del vero, non è stato a guardare. Ha al suo attivo un incrocio dei pali centrato a inizio ripresa e un paio di attacchi di una certa pericolosità, sbrogliati in affanno dalla retroguardia canarina. Però ogni volta che Caso e compagni sono ripartiti hanno gettato nel panico il pacchetto arretrato veneto. Eh già, Garritano e Caso sono tipetti che quando hanno un po’ di campo filano via come i coriandoli del Carnevale e prenderli non è semplice, per nessuno. La palla è lì, e sta per essere lanciata verso il cuore dell’area. Fin qui Sziminsky e Lucioni l’han fatta da padroni, ma tentar non nuoce, pensano i veneti. La palla spiove alta e lenta, è una di quelle che i portieri benedicono prima di abbrancare in presa, come diceva il mitico Sandro Ciotti. Solo che Turati non abbranca e con movimento un po’ incerto, disturbato da Cotali, lascia il pallone lì, a beneficio delle ritrovate ansie dei locali. La traversa dice no, quasi fosse una proiezione del volere di Re Salomone, perché sarebbe ingiusto un successo del Cittadella. Il periodo ipotetico diventa però realtà, una realtà amarissima per i giallazzurri, perché forse Salomone ha altro da fare e tra le tante ingiustizie del mondo la vittoria del Cittadella, firmata Beretta (ma che gli avrà ha fatto di male il Frosinone?) gli sembra peccato veniale. Così agli archivi della B va una vittoria di misura degli uomini di Gorini, ma chi ha visto Caso, Mulattieri (oggi preferito a Moro) e Garritano scendere nella metà campo veneta con una forza d’urto che manco gli Unni, ancora si domanda perché mai il Frosinone non abbia fatto gol. Alle assenze previste di Oyono e Kone si è aggiunta proprio nel riscaldamento quella di Rohden. Si è visto in campo, per uno spezzone di gara, Roberto Insigne. A Moro stavolta è toccato il finale, Sampirisi ha sostituito Oyono e Oliveri è stato inserito in extremis nell’undici iniziale al posto di Rohden. Il Frosinone ha corso, ha vinto tanti duelli a centrocampo, ha prodotto contropiede da manuale del calcio, ha mostrato per 95’ una certa superiorità. Ed ha perso, punito oltre i demeriti per la sua attitudine da cicala. Sorride la formica Cittadella e noi una volta di più ci rammarichiamo giacché tra formica e cicala abbiamo sempre fatto il tifo per la seconda. Questione di feeling. Si rifarà, questo Frosinone vivace e graffiante. Si rifarà, ma non per questo dimenticherà la beffa del Tombolato. Il calcio sa essere spietato, ma forse è bello anche per questo.

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