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Francesco Rocca toglie la delega al Turismo alla Palazzo e le Infrastrutture a Ghera, ora il nodo commissioni

Marco Battistini
Oltre al Turismo, il governatore del Lazio terrà le deleghe all’informatica, sedi istituzionali, cinema, Pnrr, e fondi europei
Marzo 14, 2023
La nuova giunta Rocca

Il debutto in aula del nuovo Consiglio regionale è apparso privo di suspense. Al contrario dalla giunta regionale arrivano sorprese. Il presidente della Regione Francesco Rocca, diversamente da quanto annunciato in conferenza stampa, non distribuirà la delega al turismo. Domenica il turismo era stato annunciato nell’assessorato della esponente FdI, Elena Palazzo, assieme a sport e ambiente, ma nel decreto di nomina della giunta, il settore non è stato inserito. Oltre al Turismo, il governatore terrà informatica, sedi istituzionali, cinema, Pnrr, e fondi europei. Le infrastrutture, inoltre, vanno in capo a Manuela Rinaldi invece che a Fabrizio Ghera, come invece annunciato sempre domenica. Palazzo e Ghera sono due esponenti FdI vicini a Rampelli

FRANCESCO ROCCA, IL NODO COMMISSIONI

La Lega, come pure Forza Italia, ha avuto solo due posti in Giunta, perché Fratelli d’Italia non ha voluto mollare la presidenza dell’aula oltre ai 6 assessorati. E lo stesso schema, nel senso di ripartizione dei pesi tra alleati, pare destinato a ripetersi sulle commissioni. Con FdI che chiederebbe per sé 7 presidenze e le altre 4 “di maggioranza” a Lega, FI, Udc e Lista Rocca.

Le altre due (Vigilanza sul pluralismo dell’informazione e Trasparenza) spettano alle opposizioni, come pure la presidenza del Comitato regionale di Controllo Contabile e il Comitato per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi. Il vero nodo per cercare di riequilibrare i pesi è rappresentato dai 4 sottosegretari che andrebbero a integrare la Giunta. Rocca, che punta a fare giunte itineranti nel Lazio, avrebbe garantito che verranno fatti: uno per ogni partito. Ma non sarà facile spiegarlo e non saranno rapidi i tempi. Infatti, serve una modifica allo Statuto con doppia votazione in Consiglio regionale a distanza di due mesi l’una dall’altra. In mezzo a tutto ciò entro un mese al massimo l’Aula dovrà approvare un bilancio “tecnico”, anche per consentire le assunzioni del personale esterno nei gruppi e in Giunta, e poi, verso luglio (presumibilmente), un assestamento di bilancio più politico. In quell’occasione potrebbero essere ‘infilati’ i sottosegretari, sempre che prima ci sia stata la modifica dello Statuto. Ma i tempi sono strettissimi. 

L’allargamento, di fatto, della Giunta aiuterebbe a risolvere qualche mal di pancia nel centrodestra. Come quello, ad esempio, dell’Udc, rimasto fuori dall’esecutivo e che al momento, al massimo, potrà avere una presidenza di commissione. Motivo per il quale l’unico esponente dello scudo crociato, Nazareno Neri, ha sostanzialmente annunciato l’appoggio esterno: voterà solo i provvedimenti previsti dal programma di Rocca, sul resto si vedrà. È altrettanto vero però che la scelta dei sottosegretari aprirà discussioni dentro alcuni partiti. Ad esempio Forza Italia, dove l’ala romana riconducibile a Claudio Lotito (che ha eletto Giorgio Simeoni, prossimo alla nomina di capogruppo), cercherà di avere la meglio su quella di Tajani, che non è riuscito a fare eleggere nessun consigliere. Per quanto riguarda le commissioni, il quadro è ancora da definire ma Marco Bertucci (FdI) e Angelo Tripodi (confermato capogruppo della Lega) salvo sorprese in extremis avranno la presidenza della Bilancio e della Sanità. Posti sicuri nel ruolo più importante anche per Laura Corrotti, Enrico Tiero, Edy Palazzi, Alessia Savo (per Fdi), Cosmo Mitrano (FdI), lo stesso Nazareno Neri dell’Udc e Mario Luciano Crea della Lista Civica Rocca.

PRESIDENZA ROMANA E ‘SCHIAFFO’ AL TERZO POLO

Poche sorprese dal voto per l’ufficio di presidenza del Consiglio. Come presidente dell’Aula è stato eletto in seconda votazione Antonello Aurigemma. Il consigliere, già indicato da FdI per il ruolo, ha ottenuto 36 voti a favore e 15 schede bianche, prendendo tre voti in più rispetto al primo scrutinio. L’esponente di Fratelli d’Italia, già consigliere regionale del Lazio e assessore capitolino durante la consiliatura dell’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha preso cinque voti in più rispetto alla maggioranza (che conta 31 consiglieri), questo vuol che dire che qualcuno dai banchi dell’opposizione, si vocifera Pd e renziani, ha dato il proprio sostegno per l’elezione.

Come vicepresidenti sono stati invece eletti per la maggioranza Giuseppe Cangemi, della Lega, e per l’opposizione l’esponente del Pd Daniele Leodori. Nella maggioranza attrito ci sarebbe per alcune future commissioni ma, al momento, in Consiglio, si è dimostrata sostanzialmente compatta, con una piccola defezione su Cangemi. Prime frizioni sono emerse invece nell’opposizione sull’elezione dei consiglieri segretari dell’Ufficio di presidenza. Per la maggioranza sono stati eletti Micol Grasselli (FdI), Fabio Capolei (FI), ma la bagarre si è consumata sul voto per Valerio Novelli (M5s).

“Ci è dispiaciuto apprendere all’apertura del Consiglio della scelta di un esponente del M5S segretaria d’aula, perché siamo stati in coalizione insieme con il centrosinistra durante la campagna elettorale a sostegno di Alessio D’Amato e ci aspettavamo un incontro di coalizione per decidere i primi passi e condurre insieme un’attività di opposizione”, ha detto il consigliere del Lazio di Iv-Azione, Luciano Nobili, che poi ha attaccato i dem: “Non si capisce perché riabbracciare subito chi ha fatto vincere la destra.

Magari è il nuovo corso del Pd”, ha affermato, facendo anche riferimento al nodo dei rifiuti e dell’impianto tanto avversato dai pentastellati: “Spero che si possa lavorare insieme per incalzare la coalizione di centrodestra, a partire dal termovalorizzatore di Roma”. È Leodori però a rispedire al mittente questa lettura: “Abbiamo rispettato ciò che è sempre accaduto in quest’aula nelle passate legislature e quindi dei due posti in Ufficio di presidenza spettanti alle due opposizioni che si sono contrapposte al centrodestra, il più importante (quello di vicepresidente, ndr) è andato alla coalizione arrivata seconda (il Pd) e l’altro, comunque importante, è andato alla seconda opposizione”. “Non è la conclusione di un percorso ma l’inizio di un altro percorso”, ha sottolineato il dem. La seduta è stata aggiornata a giovedì per le comunicazioni del governatore e la presentazione della sua giunta. 

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