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Ferentino, tutti in attesa della mossa di Pompeo. Zingaretti sogna ancora il campo largo. Regione, centrodestra immaturo e tafazzista

Licandro Licantropo
Chi sarà il candidato sindaco di Antonio Pompeo a Ferentino? Per alcuni il nome vero resterà al coperto fino all’ultimo
Marzo 2, 2023
Antonio Pompeo

Chi sarà il candidato sindaco di Antonio Pompeo a Ferentino? Per alcuni il nome vero resterà al coperto fino all’ultimo e potrebbe trattarsi di una donna. Nel frattempo si parla molto della possibilità di un sostegno dell’ex presidente della Provincia a Luca Zaccari, esponente della Lega, fedelissimo di Pasquale Ciacciarelli, che fino a dicembre 2022 è stato presidente del consiglio provinciale grazie ad un accordo di ferro con Pompeo. Alle regionali del 12 e 13 febbraio Pompeo a Ferentino ha raccolto più di 3.000 preferenze, che naturalmente vanno considerate nella prospettiva delle comunali. Però il centrodestra dovrà decidere se provare a vincere con un proprio candidato sostenuto dall’intera coalizione (come successo a Frosinone e ad Alatri nonostante diversi mal di pancia) oppure se spaccarsi ancora una volta con l’alibi delle liste civiche e costruire un’alleanza con “pezzi” del Pd.

Nelle ultime ore comunque si sta facendo largo anche un’altra possibilità: Antonio Pompeo potrebbe sorprendere tutti e sostenere la candidatura a sindaco di Angelica Schietroma, che ha già annunciato la volontà di concorrere. Una mossa che tutti hanno interpretato “contro” l’ex primo cittadino. Però la campagna elettorale sarà lunghissima e i colpi di scena non mancheranno.
L’altra area del Pd, Pensare Democratico di Francesco De Angelis, sta con Piergianni Fiorletta, il grande favorito. Si sta decidendo se fare le primarie, alle quali potrebbero partecipare, oltre a Fiorletta (che ha già l’appoggio pure di Giuseppe Virgili), anche Franco Martini e Claudio Pizzotti.

Si sta cercando di capire se vale la pena effettuare questo step oppure se andare avanti da subito con Fiorletta e basta. In questi anni il Pd ha perso in diversi grandi Comuni. Ferentino rimane uno degli ultimi fortini, ma fa riferimento a Pompeo. Adesso De Angelis vuole conquistarlo nell’ambito della solita “guerra fratricida” nel Pd. Il centrodestra ha l’occasione di inserirsi e assestare un altro colpo al centrosinistra. A patto di non dividersi con fughe in avanti e accordi trasversali. Stavolta però chi lo farà dovrà assumersene la responsabilità politica fino in fondo, anche a livello regionale.

L’OSSESSIONE DI ZINGARETTI

L’ex presidente della Regione Lazio è stato tra i vincitori delle primarie del Pd. Ha sostenuto con convinzione Elly Schlein, dimostrando ancora una volta fiuto politico e doti da stratega. In un’intervista a La Stampa Zingaretti ha detto che “alle condizioni date, il dialogo tra opposizioni è fondamentale”. Chiarendo che deve esserci “la volontà politica di cercare ora un fronte comune contro la destra, poi chi vivrà vedrà”. E’ un appello a ricostruire il Campo largo, spazzato via qualche mese fa dal fuoco incrociato del Movimento Cinque Stelle da una parte e del Terzo Polo dall’altra.

Zingaretti è sicuro che Elly Schlein voglia ricominciare da dove tutto è franato? Il voto ai gazebo ha deciso l’esito delle primarie (gli iscritti avevano scelto Bonaccini), spostando a sinistra il Pd. E’ veramente complicato pensare ad un futuro di alleanze con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, impegnati a capire se possono dare vita ad un partito unico dei moderati. Ma anche con i Cinque Stelle si annuncia un confronto molto competitivo. Zingaretti ha fatto entrare i Cinque Stelle nella giunta del Lazio, ma poi Giuseppe Conte alle regionali è andato per conto suo. Ottenendo fra l’altro un risultato assai deludente. Veramente al Pd serve l’accordo con i Cinque Stelle per vincere le elezioni e governare?

INIZIA LA STAGIONE DI ROCCA

E’ il giorno della proclamazione ufficiale del nuovo presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Il primo esame che dovrà superare è quello della formazione della giunta. Tutt’altro che semplice. Finora nessuno dei partiti del centrodestra ha provato a individuare una soluzione che possa facilitare l’unità della coalizione. Solitamente si parte dai risultati delle elezioni, dai voti e dalle percentuali. Invece ci si è già infilati in un dibattito politico che ha parole d’ordine come “riconteggio”, “redistribuzione dei seggi”, “ricorsi”. Non è l’inizio che ci si aspettava dopo aver strappato al centrosinistra una Regione così importante come il Lazio.

Le tensioni di questi giorni dimostrano la debolezza dei partiti, che non riescono a decidere una linea condivisa al proprio interno. Si alza continuamente il prezzo, si sventolano possibili ricorsi al Tar per mettere pressione su chi deve formare la squadra degli assessori. Era avvenuta la stessa cosa durante la formazione del governo nazionale. Ricordate le polemiche e gli strappi annunciati da Silvio Berlusconi e da Forza Italia? Alla fine Giorgia Meloni ha deciso lei. Francesco Rocca potrebbe fare la stessa cosa. Chi non ci sta si sfili subito e si assuma la responsabilità di far tornare il Lazio alle urne.

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