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Eurolega: Armani Milano travolgente, vince anche sul campo del Fenerbahce

Roberto Mercaldo
Il quintetto lombardo ora detta legge, ma forse è troppo tardi per entrare tra le magnifiche otto
Marzo 22, 2023

Immagina un’Eurolega in cui ne hai combinate di cotte e di crude, in cui il valore viene sepolto da valanghe di errori, da partite incolori, da una crisi senza confini. È la fotografia dell’Armani Milano stagione 2022/23, fino al 21^ turno.

Una squadra irriconoscibile, che ruota uomini come fossero coriandoli, che prova a giocar perimetrale, poi sui pivot, poi torna a provare coi piccoli.
Senza risultati apprezzabili. Metti che a un certo punto il tuo coach, campione di tutto con casacche gloriose del basket continentale, decida che valga la pena guardare al campionato e interpretare le infrasettimanali di Coppa come un allenamento e nulla più.
Tutto logico, fin qui, logico e doloroso per una squadra abituata a recitare da protagonista in post season.

LA RIMONTA INCREDIBILE ORA PUÒ RIUSCIRE

Avviene però che proprio quando la palla a spicchi non pesa più, proprio quando il risultato finale è diventato un optional, tutto d’improvviso ritorni a funzionare, come in una favola dei fratelli Grimm.
Sulle prime sembra solo una recriminazione in più, ma poi i successi diventano tre, cinque, sei…
E allora il recupero con il Fenerbahce d’improvviso diventa importante.
E allora scendi sul parquet con la consapevolezza che d’incanto può riaprirsi tutto.
E te ne freghi di un pubblico caloroso quanto una stufa degli anni 70, te ne freghi di una ipotetica inferiorità sotto le plance e vai dritto a prendertela, la vittoria numero 13 di una stagione balzana.
L’Armani Milano è questa, prendere o lasciare. In questo lungo periodo di luna crescente tratta gli avversari come fossero birilli disseminati sul cammino da uno stratega distratto.
Una sola sconfitta, a Madrid, dopo un inatteso filotto di successi.
A Istanbul si può tornare in gioco, ma ci sono da battere Vesely e Booker, i muscoli di Motley, l’energia infinita di Goduric, la sapienza di Nick Calathes.
Detto, fatto. Un’Armani ancora incerottata, ma questa è ormai una regola, detta legge fin dall’avvio. Il “Fene” fatica a superare l’ostica difesa meneghina e dall’altra parte Baron e compagni si dividono il lavoro. Vantaggio di un soffio però all’intervallo lungo per la tabellata di Booker benedetta dalla sorte.
Alla ripresa però Shabazz Napier decide di iscriversi alla contesa a modo suo. Ventuno punti e giocate visionarie, un’autorità è una visione di gioco fantasmagoriche e il Fenerbahce deve ammainar bandiera.
Bravo Baron a mettere la tripla quando l’inerzia sembra poter passare dalla parte dei turchi.
Per i locali è solo una grande illusione, Milano fila via verso l’ottavo centro in nove gare.
Basterà? Non ci è dato saperlo, ma certo questa squadra lucida e centrata può battere il Bayern e in realtà può batterle tutte.
Venerdì la controprova, forza scarpette rosse!

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