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Economia pontina tra alti e bassi. Incombe il rischio impoverimento e la nascita di una zona ‘cuscinetto’ la Regione può essere possibile

Cristiano Sacerdoti
Agosto 27, 2024

Dati contrastanti sull’economia pontina. Cresce l’export e il rilancio del settore agricolo in provincia di Latina, l’analisi che emerge dal Monitor dei Poli Tecnologici del Lazio realizzato dal Research Department di Intesa Sanpaolo. Si conferma la rilevanza dei poli hi-tech regionali nel panorama manifatturiero italiano, dall’altro analizza anche l’evoluzione delle esportazioni di due distretti tradizionali del Lazio, quello dell’ortofrutta dell’agro pontino, appunto, e il distretto della ceramica di Civita Castellana.
Anche dopo la ‘moria dei kiwi’ dello scorso anno continua il trend positivo per il distretto dell’ortofrutta dell’agro pontino” che fa segnare un +2,2% tendenziale nel primo trimestre del 2024. Il mercato tedesco (+4% tendenziale) resta il primo paese di destinazione dei prodotti ortofrutticoli della provincia di Latina e assorbe circa la metà delle vendite dell’intero distretto. Buoni risultati vengono registrati anche in Polonia, nei Paesi Bassi, in Repubblica Ceca, in Ungheria e nel Regno Unito, che riescono a compensare il calo registrato verso Stati Uniti, Belgio e Francia. In linea generale, nel primo trimestre 2024 l’export dei poli tecnologici laziali è tornato a crescere registrando un +19,5% (variazione tendenziale a prezzi correnti); nel dettaglio, il polo farmaceutico ha evidenziato una crescita del 29% mentre il polo ict ha segnato un +9,9%. In frenata invece il polo aerospaziale.

RISCHIO IMPOVERIMENTO

L’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia della regione mostra però un calo dell’attività industriale e una riduzione delle esportazioni reali, che sono tornate ai livelli del 2019. Nonostante un incremento degli investimenti pubblici, in gran parte grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e ai fondi del Giubileo, questi rimangono inferiori ai livelli pre-crisi finanziaria del 2008. Appare evidente che occorre mettere mano a questa situazione. Iniziando a prendere in considerazione la possibilità di inserire una parte del Lazio tra le aree ad Economia Semplificata Zes. E cioè: se si analizza il Lazio nel suo insieme ne esce un quadro falsato. Distorto dai fondi che prende Roma per il Giubileo. Perché se si esclude la capitale, il resto del Lazio ha un profilo profondamente diverso: fatto di enormi potenzialità industriali e capacità di ricerca e sviluppo grazie ai poli universitari. Ma per vedere quel profilo occorre escludere per un attimo Roma. Tuttavia, a differenza del Mezzogiorno, che ha beneficiato di politiche di sviluppo mirate come la Zes unica e i fondi europei, il Centro Italia non ha ricevuto lo stesso livello di attenzione.

ZONA CUSCINETTO NECESSARIA

Appare quindi necessaria la creazione di un’area che permetta l’accesso di queste aree ai benefici della Zes unica. Ho apprezzato un intervento del presidente Rocca relativamente alla necessità di garantire maggiore equità a tutti i territori, soprattutto in termini di accesso paritetico alle opportunità di rilancio economico. I timori che ci accomunano sono quelli legati all’impatto potenziale sulle regioni confinanti. Il Lazio, in particolare, condivide confini con tre delle regioni coinvolte nella Zes Unica: Abruzzo, Molise e Campania. A pochi chilometri da questi territori avremo imprese che potranno avvalersi di agevolazioni notevoli che le renderanno ben più competitive rispetto alle nostre. Si creeranno condizioni di concorrenza molto forti che potrebbero portare ad accentuare un processo di delocalizzazione di imprese.
Ciò andrà ad impoverire ulteriormente un tessuto economico già in difficoltà. A tal riguardo c’è la proposta della Regione Lazio di istituire un regime speciale, esteso alle aree in difficoltà di sviluppo già individuate, confinanti con la Zes Unica, avente le stesse agevolazioni previste per le regioni del Mezzogiorno. Diventa quindi urgente e necessario un intervento affinché almeno il Basso Lazio possa ricevere il trattamento richiesto. Su questo tema si potrebbe avviare un confronto tra Regione Lazio e Commissione Europea.

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