Mancano due giorni a un match che può essere determinante per la stagione del Frosinone. Non serve nascondersi dietro un dito: vincere a Empoli può significare tre quarti di salvezza, perché consentirebbe di staccare i toscani di 3 lunghezze, con la discriminante dello scontro diretto a favore (perciò diciamo pure di 3 punti… e mezzo) e di tenere quantomeno a 2 e a 5 punti rispettivamente Udinese e Sassuolo (ma è presumibile che il margine andrebbe in entrambi i casi a dilatarsi).
Insomma, è quel che nel tennis si definisce un match ball o perlomeno molto gli somiglia. Come stanno i ragazzi alla vigilia di questa importantissima sfida?
“Guardandoli negli occhi leggo tanta voglia e tanta determinazione, ma è del tutto normale che sia così, perché stiamo andando a giocarci le gare che possono consentirci di tagliare il traguardo designato. In questo momento è più che mai indispensabile che quel voi diventi noi. C’è davvero bisogno che tutte le componenti remino nella stessa direzione, perché siamo molto vicini allo striscione e tutto può aiutare. Saranno in 2000 i nostri tifosi a Empoli? Fermo restando che se anche fossero sette sentirei verso di loro e verso il club grande senso di responsabilità, è chiaro che questo esodo di massa non può che farci piacere. Devo dire che per tutto l’anno il sostegno della gente non ci è mai manato ed è stato un nostro punto fermo ed un nostro motivo di orgoglio”.
Gli chiedono se Brescianini può essere l’ago della bilancia, vista la crescita esponenziale evidenziata in questa fase della stagione. “Marco è un giocatore che non si stanca mai d’imparare. L’ho utilizzato persino nel ruolo di terzino e mi ha dato sempre una grande disponibilità. E’ proprio questo suo approccio umile e diligente all’impegno agonistico che gli ha consentito di crescere e di diventare una pedina essenziale nel nostro scacchiere. E’ senza dubbio il giocatore che è cresciuto di più nel corso dell’anno agonistico, ma in questo momento non deve essere Brescianini né può essere Soulé la soluzione per risolvere i nostri problemi. Dobbiamo giocare e vincere di squadra, poi è chiaro che in un contesto performante alcuni elementi possano fornire un contributo di assoluto rilievo”.
Okoli è tornato in gruppo, ma solo da un allenamento. Può farcela a scendere in campo? “Vedremo domani nella rifinitura ma sono fiducioso sul fatto che possa essere convocato. Poi per un suo impiego dal primo minuto dovrò valutare compiutamente nell’immediata vigilia del match. Non è il solo dubbio di formazione, ne ho almeno un altro, ma come sapete non anticipo l’undici. Posso solo dirvi che giocherà Cerofolini, visto che Turati non sarà disponibile. Si è allenato con grande intensità, è pronto e ci darà una mano importante”.
All’andata il Frosinone vinse con merito. Ora però alcune caratteristiche son cambiate, compreso il condottiero. “Nè noi, né l’Empoli siamo quelli dell’andata. Nel caso dei toscani c’è anche una guida tecnica differente. Stimo molto Nicola, anche e soprattutto come uomo. Mi piace il suo modo di porsi con i giocatori e l’approccio psicologico all’impegno agonistico. Non è un fattore secondario, per nulla. Anche noi comunque siamo diversi da quelli del girone di andata, pertanto quella partita sarà un riferimento abbastanza relativo. Quel che cambia, e tanto, è l’importanza della posta in palio. In questo match i punti pesano decisamente di più, perché poi ci saranno soltanto altre tre gare da giocare. La quota salvezza? Persino tra i miei ragazzi sento… dare i numeri: 36, 35, 37… A me non piace stilare tabelle, preferisco concentrarmi su questo match, sapendo che dall’esito di esso dipenderà una buona fetta del nostro futuro. Cerchiamo la prestazione e ancor più il risultato positivo”.
E allora, con il conforto di Harroui e Okoli tornati in gruppo e con la carica dei 1800 che potrebbero arrivare a 2000, il Frosinone guarda a domenica con fiducia.