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Ceccano, crisi idrica: Unione popolare punta il dito contro Acea Ato 5 e politica. “Dopo 19 anni gestione fallimentare e tariffe alle stelle”

Cesidio Vano
Luglio 27, 2023

Molte zone di Ceccano senz’acqua da giorni o con l’acqua razionata. Cittadini costretti a rifornirsi tramite le autobotti. Un problema che, in realtà, si ripresenta ogni estate ormai da decenni, senza che si sia fatto nulla per risolverlo. Una situazione di fatto contro cui si scaglia il movimento Unione Popolare di Ceccano. Gli attivisti del partito guidato da Luigi de Magistris puntano il dito contro la gestione del servizio idrico tenuta da Acea Ato 5 dichiarandola, senza giri di parole, “totalmente fallimentare”.

Un problema mai risolto

“In questi giorni – spiegano da Unione Popolare – tantissimi cittadini di Ceccano vivono in condizioni di estremo disagio per la mancanza di acqua potabile nelle proprie abitazioni. Che la mancanza sia totale o parziale, non giustifica l’enorme responsabilità del gestore Acea Ato 5 S.p.A. Nonostante le tante criticità, a distanza di ormai ben 19 anni dall’inizio della gestione, non si trovano soluzioni per risolvere questo annoso problema che, oltretutto, si aggrava proprio nei periodi più caldi e torridi dell’estate. Alle tante domande la risposta è sempre stata la totale inefficienza e la fallimentare gestione di Acea Ato 5! Ormai lo possiamo affermare senza rischio di smentita: la gestione Acea del servizio Idrico Integrato è il più grosso scandalo che questa provincia abbia mai conosciuto”.

Pochi investimenti e scarsa attenzione agli utenti

La responsabilità di gestore e politica starebbe nel non aver saputo o voluto, in tutti questi anni, “orientare gli investimenti verso il miglioramento delle infrastrutture e della qualità dell’acqua. Si è cercato, invece, costantemente lo scontro e la colpevolizzazione dei cittadini che hanno, giustamente aggiungiamo, aperto contenziosi contro il gestore. Inoltre non si contano da parte di Acea gli atti di vero e proprio sciacallaggio perpetrati con azioni illegali e distacchi selvaggi del contatore, non rispettando nemmeno la delibera Arera 311/19 che impone l’erogazione di un limite vitale di acqua a disposizione delle persone, in barba alle normative e ai bisogni primari dei cittadini”.

Disservizi e tariffe più care d’Italia

Nonostante tutto questo , dicono in sintesi da Unione popolare, il grande paradosso è che “malgrado gli investimenti (seppur limitati negli anni) per usufruire di un bene universale e necessario come l’acqua continuiamo a pagare nella nostra provincia la tariffa più alta d’Italia! Tariffe che, ovviamente, non giustificano il pessimo servizio che i cittadini sono costretti a ricevere. Da un comparto depurazione completamente fatiscente, a perdite idriche che sfiorano l’80%, da turnazioni di fornitura dell’acqua senza avvisi, a veri e propri periodi di assenza totale di acqua che, beninteso, quando torna fruibile, lo fa in uno stato tale da non potersi considerare potabile. Quindi, oltre al danno, i cittadini sono tristemente chiamati a subire anche la beffa di comprare enormi quantitativi di acqua nei supermercati per uso alimentare e potabile”.

Le colpe della politica e dei sindaci: il referendum tradito

Di fronte a questo disastro gestionale per i sostenitori di de Magistris “è chiaro e oltremodo evidente che le responsabilità del gestore vanno divise con l’apparato politico/Istituzionale, a partire dai Sindaci, passando per i governi Regionali fino ad arrivare al Governo centrale. Dal referendum del 2011, in cui i cittadini avevano, in maniera netta ed inequivocabile, indicato la strada verso la conduzione pubblica della gestione idrica, abbiamo assistito ad un continuo tradimento della volontà popolare.

Tutti i governi che si sono succeduti dal 2011 ad oggi, Centro sinistra, Centro Destra e Movimento 5 Stelle, non hanno volutamente rispettato il mandato del popolo sovrano. Per non parlare della quasi totalità dei sindaci della nostra provincia che, anziché tutelare le proprie comunità dall’arroganza e dalle numerose illegittimità del gestore,  operano in connivenza con lo stesso sia attraverso approvazioni di tariffe e dispositivi tecnici di cui comprendono ben poco, sia mantenendo nei riguardi dei soprusi di Acea un atteggiamento tollerante che poco si addice al ruolo di un ente comunale e di chi lo governa”.

La battaglia di Unione popolare e le soluzioni possibili

Unione popolare, giovane e nascente organizzazione politica, “da tempo ha condiviso azioni e pratiche dei comitati di lotta NO Acea a Ceccano e nell’intera provincia, dimostrando ,con i fatti, di voler essere un punto di riferimento di lotta politica contro la gestione Acea e contro la  privatizzazione dell’acqua. La manifestazione pubblica del 2 luglio a Ceccano, “Acqua bene comune dell’umanità, dal Referendum tradito alle proposte” con la partecipazione di tanti cittadini e con la presenza del portavoce del coordinamento acqua pubblica Frosinone, Mario Antonellis, (con la proposta della tariffa unica sociale) e di Luigi De Magistris ex Sindaco di Napoli (unico Sindaco a rispettare ed applicare l’esito referendario) ha dimostrato la nostra vicinanza e il sostegno incondizionato a queste proposte.

In questi giorni abbiamo letto e sentito tante dichiarazioni contro la gestione Acea ma , con estremo rispetto per tutti, a nostro avviso, nessuno sembra aver colto la vera natura di questo scandalo. Per quanto ci riguarda il problema è e continua ad essere solo e soltanto politico! Non esistono scorciatoie o strade alternative. Basterebbe solo la volontà politica di rispettare e applicare l’esito referendario del 2011 e , per quanto riguarda la gestione Acea nei nostri territori, chiedere una nuova Risoluzione contrattuale per le gravissime inadempienze e per i mancati investimenti che, oltre a non aver portato ad un ammodernamento delle infrastrutture , continuano a far lievitare in modo vergognoso e assolutamente ingiustificato le già esose tariffe idriche. Rodotà, a sostegno della lotta ai beni comuni disse: “Rimediamo ai limiti del pubblico,  non trasformiamo un bene comune in un bene privato, questo è un referendum che riguarda la sopravvivenza dei cittadini”.

È ora di agire per far si che l’ insindacabile e sovrana volontà popolare espressa con il referendum del 2011 si traduca in realtà, contro ogni forma di mercificazione dell’acqua che resta, a tutti gli effetti, il bene comune, primario, vitale e universale per eccellenza”.

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