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Banche, in Ciociaria sempre meno sportelli: in 5 anni 26 filiali in meno e persi quasi 90 posti di lavoro

Cesidio Vano
Dicembre 1, 2023

Ventisei sportelli bancari in meno e 87 posti di lavori perso. La desertificazione bancaria è un problema per la Ciociaria, in termine di accesso ai servizi e prossimità. Se, infatti, nel 2018 in provincia di Frosinone si contavano 166 sportelli bancari dislocati in 48 Comuni con 1032 dipendenti, alla fine del 2022 gli sportelli sono scesi a 140 mentre i Comuni che li ospitano sono scesi come le lavoratrici e i lavoratori che sono diventati 945.

A raccontare questi numeri è la Uil credito che li ha diffusi nel corso della campagna “Chiusura filiali, no Grazie”, un’iniziativa itinerante promossa dal sindacato ‘Uil credito, esattorie, assicurazioni e autorità’ proprio per fare il bilancio di un quinquennio di desertificazione bancaria.

“A conti fatti – dicono Anita Tarquini e Gianfranco Miele, rispettivamente Segretaria generale della Uil di Frosinone e Segretario Uilca della Ciociaria – dal 2018 al 2022 gli sportelli sono diminuiti di 26 unità, sette Comuni in più non hanno una filiale, 87 posti di lavoro sono andati irrimediabilmente in fumo”.

È i numeri raccontano anche altro: quasi 89mila persone vivono senza una banca nel proprio Comune, praticamente il 16,9 per cento della popolazione residente nella provincia di Frosinone. La seconda percentuale regionale più alta dopo Roma e il suo hinterland. Allargando lo sguardo ai confini regionali sono 250mila le persone senza una filiale nel proprio Comune, quattro milioni in tutta Italia. Durante le tappe in giro per l’Italia molte di queste persone hanno partecipato al sondaggio Uilca, volto a misurare l’impatto del fenomeno sui cittadini e le fasce più fragili della popolazione. I risultati – anche se ancora non definitivi – rilasciano una insoddisfazione generalizzata per la chiusura delle banche: Il 60 per cento ha dichiarato di recarsi in una filiale almeno una volta al mese e oltre il 70 per cento ha percepito questa riduzione come ulteriore prova di abbandono dei territori.

Le ragioni? Sono composite, ma la Uilca si focalizza su due: aggregazioni bancarie e digitalizzazione Ma sebbene l’internet banking sia cresciuto passando negli ultimi anni dal 33,8 per cento al 48,3 per cento, il sindacato punta l’attenzione sui piani industriali, che dovrebbero avere un orizzonte di lungo periodo, non miope, non incentrato soltanto sul taglio del costo del lavoro. Sotto questo aspetto l’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra è chiara: le innovazioni tecnologiche, quando supportate da corrette politiche commerciali, ridisegnano le abitudini economiche delle imprese e dei consumatori.

L’iniziativa “Chiusura filiali, no Grazie” si è conclusa a Roma con un dibattito che ha visto tra gli altri partecipare i segretari generali della Uilca nazionale e regionale, Fulvio Furlan e Sergio Ianniello, il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Aurigemma, la presidente dell’assemblea capitolina, Svetlana Celli, la consigliera della città metropolitana di Roma, Manuela Chioccia e la consigliera dell’Anci Lazio, Marina Battisti.

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