Si addensano nubi minacciose su futuro occupazionale del Lazio. Lo si deduce da una indagine pubblicata ieri dal Sole 24 e basata sulle previsioni demografiche sperimentali elaborate dall’Istat. Va detto anzitutto che, in proiezione, entro il 2030 in tutta Italia ci saranno 2 milioni di potenziali lavoratori in meno. Lo stesso, infausto destino riguarderà la nostra regione. Anche il Lazio cioè, causa culle vuote, subirà una emorragia di occupati senza precedenti. A perdere più forza lavoro sarà la provincia di Rieti, immediatamente seguita da quella di Frosinone. D’altro canto più si sale nelle posizioni più l’erosione di residenti, e quindi di potenziali cittadini in età lavorativa, cresce.
Viterbo, nel giro di otto anni, perderà il 6,6 per cento della sua forza lavoro, pari a 12.861 residenti in età occupabile, quella che va dai 15 ai 64 anni.
L’istituto di statistica per la prima volta quest’anno ha proiettato i dati demografici al 2030 su base provinciale. “Otto anni – spiega il dirigente di ricerca Istat Marco Marsili – sono un orizzonte a brevissimo termine: la contrazione dei residenti in età da lavoro è già una realtà in corso”.
A livello nazionale secondo l’indagine nel 2030 mancheranno all’appello un milione e 983 mila cittadini tra i 15 e i 64 anni (pari al 5,3 per cento), un milione e 834 mila nella fascia tra i 30 e i 64 anni (6,4%), 149.661 nella fascia tra i 15 e i 29 (1,7%).