Le elezioni del 2002 verranno ricordate per la sfida al cardiopalma e per il grande interessamento di tutta Italia. In quei giorni a Frosinone arrivano tutti, inclusi D’Alema e Berlusconi. A sfidarsi per la fascia ci sono su tutti il sindaco uscente Domenico Marzi e Nicola Ottaviani. Gli altri candidati sono Gennarino Scaccia, Paolo Iafrate di Rifondazione Comunista e Mario Ruggeri della Lega Nord. Il fermento si registra anche nell’affluenza. Altissima, all’l’84,51% (34.170 dei 40.431 aventi diritto).
Il sindaco in carica Domenico Marzi ottiene 16.087 voti, il 48,53%. Nicola Ottaviani capitalizza 15.580 voti, il 47%. Le liste della sua coalizione sbancano, raccogliendo 15.999 voti, anche superiori a quelli di Ottaviani. In termini percentuali significa il 51,12%. Ossia la maggioranza. Comunque andrà a finire il ballottaggio. Il centrodestra avrà più consiglieri in aula. Verrà quindi chiamata la consiliatura dell’anatra zoppa. Al ballottaggio Domenico Marzi sale a 16.841 voti, il 54,38% e potrà vantare la seconda fascia tricolore consecutiva. Nicola Ottaviani passa da 15.580 voti (47%) a 14.128 (45,62%). Nel centrodestra il clima è incandescente. Alla cocente delusione si aggiunge la rabbia per non aver saputo fare quadrato. Troppi i leader, tra cui anche l’allora Presidente della Regione Lazio Francesco Storace.
Alla prima seduta del Consiglio Comunale, per eleggere il presidente, volano gli stracci. Alla fine viene eletta Marilena La Marra del centrodestra. Con equilibri così sbilanciati bisognerà mediare.