Non intende certo fare lo spettatore nella partita della leadership dem. Roberto Gualtieri vuole mantenere un ruolo centrale nel Pd regionale e rilancia l’asse con Leodori. “Partiamo con il piede giusto. La sintesi di cui abbiamo bisogno non è solo quella interna ma è quella di un campo più largo che non è principalmente uno schieramento di partiti, che pure deve darci la possibilità di vincere, ma di un fronte molto più largo che in passato abbiamo saputo unire ed è stato il motore dell’esperienza della giunta di Nicola Zingaretti e anche della nostra capacità di vincere a Roma”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, parlando all’Assemblea del PD Lazio che ha proclamato segretario Daniele Leodori. Un partito che sarà gestito in maniera unitaria: “C’è tanto dell’eredità e dell’intelligenza di Bruno Astorre con cui il Pd ha affrontato questo passaggio, è stato un segnale importante di coesione, unità e partecipazione nel momento più difficile che poteva esserci dopo la pesantissima sconfitta alle elezioni nazionali che si è trascinata anche quella delle regionali- ha spiegato Gualtieri ricordando il segretario uscente morto suicida a marzo- Un momento in cui tutto ciò che era fuori da noi non chiedeva di meglio che vedere un partito dilaniarsi tra l’unanimismo di facciata e il disarmarsi. Invece non è stato così e molto è merito di Daniele e del modo con cui ha saputo sempre essere amministratore e dirigente intelligente e unitario”.
L’ANALISI DEL SINDACO
Secondo Gualtieri “è molto positivo per il Pd nazionale che oggi il Lazio abbia impostato così la sua fase congressuale perché il partito del Lazio è un pilastro della capacità dei democratici di svolgere una funzione a livello nazionale”. La sintesi di cui il PD dovrà essere protagonista “deve essere rispetto al perimetro politico, sociale e civile che i democratici possono, devono e sanno rappresentare se fanno bene questo mestiere”. Oggi dobbiamo farlo con ancora maggiore responsabilità perché esercitiamo una funzione nazionale ancora più decisiva. Perché pensiamo che questa destra, che per non sbagliare sta ferma, non è nella condizione di mettere l’Italia nelle condizioni di capitalizzare il lavoro che abbiamo fatto”.
Per il sindaco della Capitale “è evidente che rispetto a una deriva in cui l’ipoteca della Lega su alcune scelte fondamentali è pesante e si farà sentire sempre di più, se noi non costruiamo intorno alle nostre esperienze di governo un’iniziativa larga, forte e ambiziosa saremo più deboli dove governiamo e sarà più difficile vincere nei passaggi che abbiamo davanti. Ci sono le condizioni per costruire questo fronte largo sociale”. Gualtieri non condivide “la tesi per cui è impossibile conciliare apertura e allargamento ai ceti produttivi, esibizione di una solida apertura di governo e capacità di collocarsi con nettezza rispetto alle grandi alternative che saranno dispiegate in maniera evidente alle prossime elezioni europee tra chi dirà che i mutamenti climatici non esistono e bisogna smantellare l’agenda del Green New Deal e chi sostiene che non c’è alternativa per il pianeta alla capacità di unire in modo inedito la.giustizia sociale e la transizione energetica ambientale, la partecipazione e i diritti.
Il nostro perimetro è doveroso e se non lo capiamo comunque le europee saranno su questo. Inoltre lo abbiamo avuto un profilo di questo tipo e con un certo successo”. Insomma “dobbiamo avere la capacità costruire un perimetro largo delle nostre forze sociali, democratiche, civili e territoriali. A Roma stiamo cercando di fare questo attraverso un’agenda della trasformazione. Se non si trasforma non si diventa efficienti. Roma non risolverà mai i suoi problemi se non unisce riduzione delle diseguaglianze, innovazioni e sostenibilità. L’agenda l’abbiamo fatta noi come pure il Pnrr, il Governo arranca perché non è la sua agenda e quindi abbiamo uno spazio potenziale molto grande e per occuparlo in modo espansivo dobbiamo essere uniti e avere le idee chiare- ha concluso Gualtieri– Nel Lazio abbiamo posto le premesse perché ciò avvenga”.